Missioni Consolata - Luglio 1905

. * 110 }11 eof'}SO{ata .e lo stesso sommo pontefice Pio IV ebbe in tale circostanza ad uscire in queste parole: Elisabeth peperit, et filius orationis est iste puer. Il grande Emanuele Filiberto, vista ·così prodigiosamente assicurata la sua discendenza, consacrò la sua gratitudine verso la Consolata in una medaglia d'oro, coniata col motto: Vota popolm·um nostrorum da una parte, dall'altra coll'effigie del ricevuto fi · gliuolo, e con.pompa solenne la offrì all'altare dell'imagine taumaturga, appiè del quale il popolo aveva tanto pregato sollecitando il lieto evento. Carlo Emanuele I rinnovò per tutta la sua vita questo tributo di riconoscenza, aumentando in ogni anno il numero delle monete secondo quello degli anni suoi. Un esemplare spettacolo si offriva ogni volta ai cittadini, al vedere nel giorno suo natalizio il duca di Savoia dal coraggio indomìto, dall'ingegno perspicace, dalla mente vasta,..e singolarissima, prostrato nella cappella della Consolata in atto umile e pio, confuso tra il suo popolo .che lo amava e lo venerava, accostarsi ai ,santissimi sacramenti; _poscia rinnovare moltiplicato il paterno tributo alla Vergine Madre di Consolazione, offrendo le solite monete d'oro colla divisa non mai variata: Vota po· polorum nostrorum e colla sua,effigie, fattasi .sempre più imponente e c;:~.ratteristica a misura che meglio vi segnavano la loro impronta il valore e la sagace risoluzione, per.'cui .egli veniva proclamato universalmente prin- .cipale difensore dell'indipendenza d'Italia. Nel 1603, rifacendosi l'altare maggiore di S. Andrea, il duca vi concorse colla co- .spicua somma di 100 ducatoni; e ben 400 .ne largì nel 1611, quando la cappella della Madonna della Consolata fu di nuovo ingrandita, ornata con quattro colonne di marmo .nero, con pitture e bellissimi stucchi, rap·, presentantanti tutte le festività della Beata Vergine: il nuovo altare di questa cappella fu consacrato il 12 settembre 1620 da monsignor Vicia, già arcivescovo di Vercelli. A questo nuovo altare celebrò più volte .S. Francesco di Sales, durante l'ultima sua p permanenza a Torino nel 1622. Il vescovo di' Ginevra, la cui diocesi in massima parte trovavasi nei possedimenti che la Casa di Savoia ancora conservava al di là delle Alpi, già diverse altre volte era stato a Torino o soffermandovisi ·ne' suoi viaggi a Roma, oppure venendovi appositamente per conferire con Carlo Emanuele i:, il quale era ben compreso dell'importanza che la religione ha per il buon goverp.'o degli stati. Ogni volta che si trovava nella nostra città, il Santo aveva sempre voluto offrire i~ divin sacrificio allo altare di N ostra Signora delle Consolazioni, traendone grande conforto e nuove fiamme di zelo apostolico nelle difficili missioni tra i calvinisti del Chiablese~ de' quali operava a migliaia le conversioni. N el 1622 egli dovette soggiornare a Torino parecchi mesi. Gli era stato preparato uno splendido appartamento nella reggia, sia nella sua qualità di elemosiniere della principessa di Piemonte Maria Cristina, consorte del principe ereditario·; sia perchè tutta la famiglia sabauda desiderav;:~. assai di godere della conversazione del santo prelato, e di dargli un segno speciale del reverente affetto che gli portava e dell'altissima stima in cui lo teneva. Ma Francesco di Sales, colla caratteristica sua amabilità, ricusò di abitare nella reggia e parimenti si schermi dalle insistenza delle più illustri famiglie patrizia, che a gara ponevano a sua dispo· sizione i loro palazzi, per chiedere alloggio ai cisterciensi della Consolata, nel cui convento egli volle occupare un'angusta e disagiata cella. Le sue giornate erano faticosis· sime: tutte le spendeva nella trattazione di importanti affari e nelle opere del sacerdotale ministero, che esercitava a pro dei più umili cittadini come a quello degli illustri. Poi, sebbene già preso dall'infermità ch'egli ben sapeva doverlo fra breve condurre alla tomba, S. Francesco passava molte ore della notte in preghiere e meditazioni davanti la taumaturga effigie o nella cappella delle Grazie, ~ dove alla Madre di Consolazione egF andava raccomandan~o ed affidando la sua diocesi, Je sue missioni, l'istituto della Visitazione e

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