106 J1l eo f1 s o 1 a t a Però mentre ella non sdegnava di scac· ciare colle stesse sue nobili mani la soz· zura dalla casa e. dalla persona del povero, molto si adoperava poi per avvezzare il povero stesso a quella pulizia che è il primo coefficiente di salute, e continuamente inse· gnava ed inculcava le elementari norme d'igiene, così utili a schivare cento malanni. Nè all'igiene del corpo si .arrestava l'insegnamento di Elena d'Aosta. Tra i poveri, rinnovando gli esempi della marchesa di Barolo, ella cercava di avvicinare anche i meno buoni, anzi preferiva quelli che sapeva più bisognosi di spirituale soccorso. E beneficandoli con maggior larghezza ed affetto, dava loro opportuni morali consigli; cercava di togliere dalle loro menti i pregiudizi religiosi e sociali, figli dell'ignoranza; di spingerli a frequentare la chiesa, ad avvicinarsi ai loro curati. I fatti ed i detti della singolare, in· cognita signora si corrispondevano così bene; e se quelli erano per se stessi persuasivi in sommo grado, questi avevano un'impronta così graziosa, di affettuosa e calma dignità che colpivano gli animi più rozzi e mèno docili financo col fascino della pronuncia esotica, giacchè la Duchessa faceva il suo tirocinio, non solo nell'italiano; ma anche nel dialetto piemontese. Ed ogni progresso nella lingua dei poveri arale un sussidio per giungere a ciò che doveva corçmare il soccorso materiale, e che ella considerava come la parte più nobile della sua missione di carità. Quante volte l'arrivo dell'augusta visitatrice troncò una scena della discordia, éhe la miseria così spesso fomenta; quante volte arrestò qualche disgraziata sulla china del vizio, o cambiò l'odio contro i signori- in ri· spettosae dolce riconoscenza! Quante e quante famiglie furono tratte dalla più triste abbiezione, regolarizzate colla benedizione nuziale, che solo può dare loro stabile base, farne la pietra angolare della società! La cappella delle Dames du Pu1·gatoire, dove il più sovente si compivano questi matrimoni, vide commuoversi e piangere di religiosa commo· zione e di gioia uomini e donne che si sarebberò irremissibilniente abbrutiti nel vizio e· nell'indifferenza morale, se .una carità menogrande ed industriosa di quella d'Elena· d'Aosta li avesse abbandonati alloro destino! * * * Ma d'onde trasse ella tanta forza da vincere la delicatezza della sua salute, le ripu· gnanze terribili della natura squisita; d'onde trasse ella l'ispirazione per la parola che toccava le anime e muoveva i cuori? Già si èdetto: specialmente dalla divozione alla Con· . solata, la quale accesa dapprima in lei dalla. riconoscenza, era poi andata crescendo a misura. clie aveva provato quanto fosse dolce cosa. e degna veramente di una principessa cristiana, l'imitare la Regina del Cielo nella. più dolce delle sue attribuzioni: quella di consolare gli:- afRitti. Le stazioni divote, le comunioni al santuario erano divenute una delle più care delizie della Duchessa d'Aosta. Appena il nostroperiodico parlò della pratica dei Nove Sabatit ella si fece un santo impegno di seguirla con fervore ogni anno. Con commovente ed esemplarissima pietà, volle nel 1900 èonsecrare alla Consolata i principini suoi figliuoli, allora in tenerissima età. Condottili secor senza alcun apparato'ed in ora in cuiil santuario è meno frequentato, davanti all'altare delle Grazie, fece loro ripetere parola perparola divotamente l'atto di consacrazione con tale spirito di pietà e di viva fede che avrebbe fatto piangere un incredulo. E nel risalire con essi la scaletta della cripta, in un trasporto di santa gioia materna, se li abbracciò strettamente esclamando: Ora siete proprio tutti della Consolata!- Ella poi pro· mosse la consacrazione dei fanciulli delle famiglie nobili, i quali furono dai pii parenti presentati in sì gran numero da richiedere per essi speciali funzioni. Anche fra i suoi poveri la Duchessa propagava la divozione alla· Consolata, dispensando largamente imagini e medaglie colla benedetta éffigie, tutti animando ad amore e confidenza verso Maria SS. Questa pure era una caratteristica della dama visitatrice che rapiva i cuori, che anche ad occhi ine-
RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=