J1t <Zortsolata 77 1al suo rendiconto annuale - nello scorso aq.no ha distribuito alle missioni d'Africa l'egregia somma di L. 180.917,76. Nell'anno in corso anche le Missioni della Consolata hanno cominciato a partecipare ai sussidi del benemerito istituto: come già abbia;mo detto, esse hanno ricevuto una prima generosa elargizione di L. 500, rimessaci dalla contessa Ledochowska, alla quale porgiamo l'espressione della nostra profonda riconoscenza. Sede centrale dell'Istituto - Roma, via Giovanni Lanza, 129. del Sarttuario ~~~. Grazie recenti riferite alla·sacrestia del Santuario Torino. - Una giovane, di cui la cristiana . prudenza ci vieta di fare il nome, fino ai tredici anni frequentò la scuola delle Suore di Carità e crebbe a delizia dei genitori, gente onestissima, vep.uta da Carignano a stabilirsi :a Torino. Ma lasciata la direzione delle pie maestre e cambiata la scuola colla fabbrica, la giovinetta, come troppo sovente accade, nel bollore e nell'irriflessione dell'età, si lasciò pf!rvertire da compagne di lavoro più proclivi :alle vanità ed ai divertimenti che alla pietà; in pochi mesi ella fece tal cambiamento che i ·suoi genitori più non riconoscevano in lei -la loro. figliuola così modesta e rispettosa. Purtroppo nel male più che nel bene si -corre e si progredisce: la via del vizio si presenta da principio agli inesperti con tali parvenza ingannatrici di sicurezza e di gioia, -che gutti a quale di essi ne imbocca !~entrata! - Alla mente della sviata fanciulla ritornavano .ancora talvolta nel silenzio della notte certe terribili risposte, studiate nel catechismo ; certe discrete ammonizioni delle ·buone Suore le sr spiegavano ora nel vero e profondo loro significato; le toccavano talvolta fuggevolmente il cuore gli amorosi rimbrotti dei parenti, ma eranolampi... Losprezzo di tutti i pregiudizi, di tutti i rancidumi di stretta morale tornava a possederla appena ella si ritrovava nella mala compagnia abituale. Breve: la sciagurata, divenuta la disperazione dei parenti, dopo aver resistito a tutte le loro premure, agli estremi rimedi a cui ricorsero per suo bene, verso i sedici anni ebbe il cuore di fuggire dalla casa paterna. Ed il babbo? e la mamma sua? Ah, se quegli pativa, questa spasimava per il dolore, ed insieme con una zia di lei non faceva che piangere sulla pervicace figliuola. Sì, piangevano le due povere donne, ma le loro lagrime spargevano ai piedi della Consolatrice degli afflitti; deponevano le cocenti loro ambasce nel seno della Regina potente specialmente in pro dei poveri derelitti. Due anni e mezzo perseverarono nella preghiera, mai non perdendo fiducia che la Madonna le avrebbe infine ascoltate e avrebbe ricondotto fra le loro braccia la povera lontana,,doppiamente errante, loro rendendola pentita, desiderosa di riprendere la vita che le aveva fatto così bella e serena l'infanzia e la prima fanciullezza. E tanta era la persuasione che la con· fidenza in Maria"SS. ispirava alle due donne, sublimi nella loro semplice fede, che talora, dopo essersi infiammate nella preghiera di santa speranza, versavano lagrime di consolazione ad un presagio del cuore che loro mostrava sicuro e prossimo il felice avveni~ mento tanto sospirato. Una pia pratica, aggiunta alle altre, parve .sollecitarlo. La zia che meglio il poteva, intraprese una novena venendo mattino e sera, ogni giorno, al santuario; promise alla Consolata un'offerta e portò una supplica da deporsi ai piedi della taumaturga Effigie. Se l'era fatta scrivere dai padroni, non essendo ella capace di met- · ·ter.e in carta i suoi pensieri, le invocazioni alla Madonna che le venivano così vive sul labbro. Come mai la pietosissima Consolatrice non sarebbe stata tocca da tanto soave e forte fiducia in Lei? Era appena finita la novena quando' le povere affiitte ricevettero un mes-
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