Missioni Consolata - Aprile 1905

w eortsolata 63 la'nostra pia, c.rescente speranza si mutò poco a poco in gioia soavissima, la quale fu .com- . pleta quando il babbo potè scendere le scale, uscir di casa, volgendo i suoi passi al santuario della Consolata, dove lo accompagna- :rono la consorte ed i figli a ringraziare Colei per la cui intercessione tutto avevano sperato ed ottenuto. Ed ora, sciolto il voto (1), è per noi causa d'infinita dolcezza il pensare che un marmo del càro santuario perpetui il ricordo della grazia insigne ricevuta e della nostra riconoscenza a Maria Consolatrice, altri afflitti animando a ricorrere a Lei. « LINA SICCARDI »· (1) Coll'offerta di L. lSOO per le colonne d'nn nuovo .altare nel santuario. Viale d' Asti. - « A preghiera di RosA 0ASSINELLI-BAROSSO, chiedo la pubblicazione seguente: La Cassinelli aveva un suo piccolo bimbo, a nome Carlo, per ostinata malattia ridotto a tale stato da disperare totalmente della di lui guarigione: anzi i medici dichiararono essere prossima la· morte del povero innocente. Da me esortati, i genitori votarono. alla Consolata il loro tenero, carissimo infermo. Con sorpresa e meraviglia di medici e parenti, si vide il male ostinato arrestarsi nel suo corso distruggitore, ed in pochi giorni il piccolo Carlo, fuori pericolo, era reso all'affetto dei suoi genitori. Riconoscente di tale grazia, la madre si reca a Torino a sciogliere il suo voto. «D. GAMBINI, Curato Arciprete»· Torino. - FiNETTI ANTONIO, d'anni 51, in seguito a ·costipazione presa lavorando in luoghi umidi, da 10 anni sentiva dolori nella spina dorsale, i qualif fattisi poi insopportabili, lo sforzarono a farsi visitare da parecchi dot· tori '(>rimari al S. Giovanni ed al Gottolengo. Il parere unanime dei medici fu che il Finetti era affetto alla spina dorsale da tumore freddo, la cui asportazione, necesearia a togliere l'infezione fonte dei dolori, si presentava però come impossibile, per la località che era sede del male. Il Finetti disperato degli umani soccorsi, su consiglio del padre suo·, si pose nelle mani della Consolata. Per dieci mesi immobile in un letto, sempre invocò la Madre Consolatrice degli afflitti, applicando al.suo .m!!ole semplici decotti d'erbe e famigliari rimedi. Infine l'infermo, se non la completa guarigione, ottenne un miglioramento tale, che da un anno può benissimo attendere alle consuete sue occupazioni, del che gratissimo a Maria SS., 'POrtò al santuario un quadro votivo. · Torino. - « La sottoscritta riconoscente rin· grazia la Consolata per averle impetrata la guarigione da gravissimo tifo, mentre prega la Vergine taumaturga a çontinuare le sue benedizioni su di lei e sulla sua famiglia. « PEONA CATERINA:;. Borgaretto. (Stupinigi) - « Da più anni mi trovavo in tristissime condizioni di salute a causa di uno spostamento interno, al quale non si poteva riparare che con una lunga e delicli.ta operazione. Sempre mi era mancato il coraggio pe:.: sottopormi alla medesima, ma dovetti farlo ~ pressata dal male crescente - nello scorso 1904, abbandonandomi interamente nelle mani della Consolata. A suo onore e mio conforto, avevo intrapreso.la pia pratica dei Nove Sabati, e appunto nel quinto di essi, 21 maggio, mi sottoposi al ferro dei chirurghi. L'operazione, assai pericolosa, durò ben due ore, ma riuscì con piena soddisfazione dei dottori, portandomi la sospirata guarigione, per · la quale sarà eterna. la mia riconoscenza a Maria Consolatrice. « ANNA MARENGO ». Torino. - GRosso ELVIRA, persona di servizio, per male nervoso che manifestavasi specialmente in una gamba, dove s'era formato un nodo, e nello stomaco, era stata giudicata inguaribile senza un'operazione. La Grosso portaniosi all'ospedale si rac.comandò con tutto il fervore alla Consolata. Fu esaudita pienamente, perchè il suo male fu potuto curare e . guarire senza addivenire a tagli, e senza. lasciare conseguenze. Riconoscentissima alla divina Consolatrice, fa l'offerta di L. 10. S. Carlo Canavese. - « Rendo nota, a comune edificazione, la guarigione da me ottenuta mercè l'implorata. intercessione di Maria SS. Consolatrice, da gravissima malattia cardiaca, causatami da. un'artrite, per cui' da diversi medici si disperava del mio ristabili· mento. Rendendo alla Consolata pubbliche grazie con tutta l'effusione di un'anima riconoscente, invoco· il suo aiuto per la felice i continuazi?ne.d_ei m_iei studi e la sua benedizione su1 m1e1 car1. · J « Chierico GIUSEPPE FONTI ». Torino. - «Da cinque anni mio marito si trovava colpito da paralisi ad un braccio e ad una gamba: il suo male era incurabile, ma l con un po' di aiuto egli poteva ancora uscire - e recarsi alla chiesa, cosa questa che gli riusciva di sommo conforto. Repentinamente il dì 8 maggio 1903 fu assalito da una nuova più grave paralisi, che gli tolse ogni us,o delle facoltà mentali, !asciandolo come inebetito. Di più egli provava tale ripugnanza per ogni cibo, che riusciva di somma difficoltà fargli ingoiare la più piccola quantità di sostanza. nutriente e perfino le necessarie medicine. In questo stato durò 22 giorni, e si ridusse infine a tale sfinitezza che il dottore curante lo dichiarò perduto. Nel mio immenso dolore, o Maria Consolatrice, mi àffissai nella vostra. soave imagine, a Voi mi rivolsi, fiduciosa nella vostra . misericordia, ed avendovi votato il caro infermo, ebbi la consolazio.ne di vederlo ·sensibilmente migliorato in breve tempo, ·e poi tornato allo stato relativamente normale .di prima. Adempio il mio voto, pregandovi di continuarci la vostra protezione. «GIUSEPPINA CANAVESIO·FRANCO ». Torino. - ANGIOLINA PERENO, delicatissima fin d~~olla nascita, vicina' a compiere l'anno fu

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