Missioni Consolata - Aprile 1905

• 12 <2o11solata di religione cogli Akikùju, che ci attorniarono perfino in tempo del nostro pranzo, fatto in aperta campagna. Come si stava bene circondati da tutti quei cari neri intenti ad ascoltarci ! Quando essi siedono numerosi per terra _in vari atteggiamenti, formano quadri vera· mente caratteristici che rammentano le scene <del Vangelo, e ci animano a compiere volentieri qualunque sacrificio, per strappare tante anime a-ll'ignoranza e guidarle alla conoscenza del vero Dio. Ma nelle istruzioni dobbiamo procedere con passo di piombo, a fine di fondare specialmente vuol sostenere che Dio sta su, in alto, ma che in terra vi è soitanto il demonio. Noi ripetiamo che Dio è in cielo, in terra, in ogni luogo, aiutandoci con immagini e paragoni. Ma inutilmente; la discussione si allarga; aumenta in forza ed in calore da ai:nbe le parti, finchè arriviamo a non comprenderci più a .vicenda: una torre di Babele in miniatura. Ce ne andiamo, non molto contenti del successo immediato, ma colla speranza che la questione, rimasta viva tra gli uditori, sarà dibattuta ancora nelle capanne e portata lonNell'interno d'un villaggio indigeno (Da fotografia del teol. Pe~lo) bene l'edificio, e siamo appena alle prime no- ~ zioni,cheinsegniamoad una ad una lungamente per non confondere queste povere-menti ». E' questa cosa essenziale_: la pioggia meglio Q penetra a fecondare il terreno quanto più è i lenta e sottile. L'esposizione calma e ristretta permette al pensiero, anche non troppo pronto, di affer:t:are le vèrità e dà agio alla discussione, il vero indice dell'interessamento. Diario della stessa missione di S. Giuseppe.- « Stamane in un grosso villaggio avevamo un buon numero di uditori alla lezione catechistica. Finchè andiamo dicendo che Dio è uno, grande e buono; che·premia e castiga gli uo· mini secondo le opere in un'altra vita ; che i bianchi non sono Dio; che il sole, la luna, il tuono, il vento, sono creature di Dio, la cosa va trionfante; ma quando passiamo a ' spiegare dove è Dio, la cosa si fa seria. Un vecchio tano pei villaggi, preparando le menti a intendere la verità. E che l'interessamento vada poco a poco sostituendosi all'indifferenza od alla sterile curiosità e meraviglia, appaiono dapertutto marcati i segni. « Quelli che primà ridevano - dice il diario della missione del Sacro Cuore (18 settembre 1904) - incominciano a desiderare di sentire la parola di Dio, e vanno facendo cento domande, per farsi un'idea di questo.Dio che noi siamo venuti ad annunziar loro.· Quale profonda ignoranza, quale confusione d'idee rivelano al riguardo! Siccome quando arrivò la statua del Sacro Cuore fu un gran concorso di indigeni a vederla ed ammirarla, e se ne parlò per tutta la regione, malgrado le nostre ripetute. spiegazioni, sempre vi sono neri che domandano se Dio è quella statua».

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=