Missioni Consolata - Aprile 1905

~onsolat~ice-per la bocca dei semplici~ degli Ignoranti - pareva confortarli con questa divinazione. III. lln ln·avo nero - IllJuon seme comincia a germogliare - I semplr'ci sentono Iddio - .La parola,di Dio circola per il paese --' Curiosità ed aspettazio11e cresce11te. E' grazioso il seguente episodio, portato dal diario della missione di S. Giuseppe, sotto la data del 19 luglio 1904. « Le suore di turno, accompagnate da un nero di fiducia, ritornavano verso mezzogiorno dalla visita ai villaggi. Stavano attraversando un lembo di foresta, e si trovavano - per cosi dire - sepolte tra una magnificenza cosi esuberante di verde e di fiori, da ricreare veramente e sollevare lo spirito. Eppure esse erano melanconiche, contro l'usato, e taciturne. Ad un certo punto il nero, inquieto di questo fatto strano per lui, si rivolge .ad una di esse e le domanda: Perchè sei così mesta? - Perchè ? risponde l'interpellata, anche tu l'hai veduto. Noi sapendo che gli Akikùju ignoravano le cose del Cielo, ne aboiamo avuto compassione e siamo venute di molto lontano e con molti sacrifizi ad insegnarle loro. E non vuoi che ci faccia pena il vedere che essi non si curano della parola di Dio? - Il povero uomo è stupefatto ed orgoglioso nel tempo stesso che tanto stia loro a cuC?re la sorte degli Akikùju. - Ma, vedete, dice egli, i giovanetti, i bambini, le ragazze vi ascoltano e vi capiscono; le donne, invece, vanno a lavorare la terra, a r.accogliere patate, e non ·s'intendono di tali cose: chi mai per il passato le insegnò ad esse? Aspet· tate, abbiate pazienza: .quando i bambini ed i giovani da voi istruiti saranno cresciuti, essi insegneranno alla loro famiglia quanto hanno appreso.;... - Le suore si sentono davvero racconsolate dalle parole di quel semplice, a cui il Signore pare abbia dato l'intuito che il buon seme gettato sta pe~ germogliare ». E difatti ciò già apparisce distinto all'occhio dei missionari, specialmente dove l'ha scorto anche il buon nero. Nei villaggi, come alle missioni, le suore son sempre circondate di fanciulli e ragazze e se questa gente - irrequieta e libera come l'aria - non ha la costanza necessaria per frequentare tre giorni di seguito la scuola - che sarebbe un cosi potente mezzo per catechizzare - pure gode a sentir parlare di Dio, e già incomincia a tenersene fiera, quando può mostrare di avere imparato qualche parola di catechismo. Il diario delle suore della Madonna della Provvidenza racconta:« Una bambina di forse sette anni vedendoci il mariamo, cioè la medaglia coll'effigie di Maria SS., si mise a fare il segno della croce con ambe le mani e tirandoci per l'abito ci diceva: Insegnatemi, insegnatemi a farlo più bene ». Diario deUa stazione del S. Cuore. « I nostri ragazzi prendono gusto all& religione. Talvolta la sera li lasciamo andare a recitare le orazioni in cappella accompagnati dalle suorè, ed allora è per loro una festa. ·Poi dicono che,. .pregando colà, hanno sentito Dio parlare al loro cuore. Che cosa dica loro il Signore non, sanno spiegarlo: dic·ono solo che hanno sentito· qualche cosa dentro che li rendeva contenti». E ci spiace di non potere, costretti dalla. brevità, moltiplicare le care citazioni che, ·ri·· guardo al crescente amore dei bambini ·e dei giovanetti per la parola di Dio, spesseggiano. massimamente nei racconti delle suore. · Ma a quanto appare, progredendo nelle datesegnate sui diarii, per intercessione di Maria SS. che molti neri- sebbene imperfettamente· - già conoscono ed amano, sarà forse anticipato il tempo in cui la fede di Gesù Cristo dai fanciulli passerà nella massa degli Akikùju. Diario della missione Madonna della Provvidenza (6 settembre 1904). « Le nozioni di religione che andiamo spargendo, ripetute - sebbene con sentimenti diversi secondo gli individui - cominciano a circolare per tutta la. regione ed a destare curiosità, interesse ed aspettazione. Questa mattina facemmo il catechismo in cinque grossi villaggi. La gente, vedendoci arrivare, tosto lasciava le sue oc: cupazioni; chi era seduto sull'erba si alzava per venire presso di noi; un gruppo di uomini che si disponeva - al solito - ad andarsene a passeggio, rimase per udire ciò che avremmo detto. Tutti ascoltarono con attenzione la nostra lezione catechistica, rispondendo volentieri alle nostre domande e portandosi spesso la mano alla bocca- segno di meraviglia fra gli Akikùju (vedi incisione a pag. 55) alle spiegazioni che noi andiam loro facendo ». IV. Il campo Bi- allarga .,... {Juadri caratterr'sft'ci8tra11e idee dei poveri 11eri su Iddt'o- liditori assidui - Dattesilni - .La verità si t'a strada- Al!'rettiamo l'ora di Dio/ Dal diario della missione del S. Cuore. - « Deo gratias l Oggi il Signo.re allargò il campo della nostra missione. I villaggi erano più popolati e più volentieri vennero ascoltate le. nostre parole. Anche al mattino, mentre due suore erano alle visite, molti Akikùju s' avvicinarono alla missione, rispondendo volentieri alle nostre domande riguardanti le verità della nostra santa fede. Alcuni che ancora mai non avevano uditi i catechismi, ci asc.oltavano a bocca aperta e chiamavano di lontano quanti vedevano, gridando: Venite· ad udire la bella parola ». Diario·missione di S. Giuseppe. - « Cominciamo a concepire bu<2ne speranze di conversioni. Siamo stati tutto il giorno nei villaggi e non abbiamo cessato un momento di parlare

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