Missioni Consolata - Gennaio 1905

Gennaio 1905 periodico R,.eli~ioso Mertsile DIREZIONE ESCE PRESSO I,A BACREST!A AL PRINCIPIO DRL DJ<ii, MES11J SANTUARIO DELLA. CONSOLATA

Il Periodico si spedisce a chi farà l'offerta annua tli almeno L. 1,50 per le Missioni della Consolata in Àfrica. - Per l'estero l'offerta è di L. 2,50. ~---------------------------------------------.~ Offe~te p e~ l'ampliamento del Santnwio Torino. Algoatino Tereaa, ~-N. N., 10- N. N., 6 - Avv. Sartorio, l! - Giuseppina Morandi, ~ - Oreglia di S. Stef~no Filomena, Il- E. e D. B., invo· oando grazia, raccomandano alla Vergine i loro cari, 8,60, e un bracoialetto d'argento - R. V., implo· rando benedizioni 1 5 - B. G. A. R., p. g. r. 1 5 - Florio Flaminia, 2 - Giuseppina Gol,., pei auoi morti, 6 - M. V., 6 - Michetti Lorenzo, 6 - Biasco Teresa, 5 - Mogn,. Emma, p. g. r., 6 - Merlo Te· :resa, 2 - Ida Degrandi, B - Bongiovanni Melchiorina, 2 - Malvina Carpignano, 2 - Corino Amalia (off. mena.), O,W - Bruggiafraddo Angusta, 2 - Blengino Catterina, inv. gr., 2 - Anna Bernardelli (off. mena.), 4. - M. A., un anello d'oro con brillante - Francesco e Mario, 4. - Carolina Vaccarino Do· 1liotti, 2 - Riccardi Carolina, inv. gr., 2- Pra Laz· saro Palau, riconoscente, per l'aiuto negli esami, 6 - Savio Domenica, 2 - :Mario ed Emma Pichet'i, p. ~. r., 2 -C. P., p. g. r.; 2 - Pignatta Adele, p. g. r.,B- Ida Corrado, p.fr. r., 2 ·Ferraro Pietro, lO • Costa Giuaeppina, impl. gr., per la zia Mugherita., l - Barrati Luigia, l - N. N., impl. gr., 2 - N. N., p. g. r., l -Il piccolo Mario, 2 - T. Agostino San· pinetti, l - Berto Giuoeppe, 0,60 - Costantino Carolina, l - Valino Luisa, p. g. r., 5 - Alberione Angela, 2 - Gastaldi Giorgio, impl. gr., 1,60. Fresnay. Conte J offredo de BeaurrepJs, per tante grazie ricevute, 100 - U.Ja. divota, 100 - Revlgnano, Bocchino Felicita., 6 - Cuoou~a. Sa· lussolia, 6,60 - Ozerraa. Furno Giuseppa, 2 - Ratto Catterina, 2·Cherasco. BernJcco Giovanni, p. g. r., 5 - Santtna. Tosco Marianna, p. g. r., un paio orecchini - Luceato. Capra Clementina, 2 - Castelnuovo. Turco Angelo, l· Oe:rbldo. Oreate Pdtrini, p. g.r.,l,BO - Ferrere. Migliarina Giuseppe, 6 - Oerl'o. Mar· aalia Luigia, p. g. r., l - Lesa >na. Coggiola Fio· renza, 2 - Pe:rtoalo. Creato Giacomo, p. g. r., 5 - 8. Ponzlo, Boggio Luigia, p. g. r., l - S. OIOI'frlo. D. Gio. Batt. Brnnero, 2• Plnel'olo. Pagliero Anna, IO -Castellamonte. Enrietti Anna, 1-0iaveno. Vi· retto Coatantina, 6 - Cll'lè. Ribatto Luigi, i - Pol~lno, N. N., l - BJrozzolo, Giovannina Fer· rero, 8 - •ovara. Maria Ferrari, 2 - Napoli. Brando Edoardo, p. g. r., 10 - Asti. Silvia Solaro, 2 - S. Plel'l'e, D. Bechaz Giovanni, 2 - lllaaaeJrano, Taglia. Giacomo, 2 - Bologna. Teodolinda Pilati, 6 - Oaatelllnaldo. Molino Francesca., 6 - Pino, Giaglietti Clementina, p. g. r., 6- Riva, Pen· nazio Maddalena, 0,60 - Calumet. Coppo Antonio, 2,fi0 - Monteu. Boero Capello Michele, 0160-Car· magnola. Savero Maddalena, 2- VollafJranca. Biero Loll.ovina, 5 - Santhià. Bavizza Carolina, invocando ~rrazia, 4 - Maaa Roaa, p. g. r., 1- Ponte Mol'lano. Cocito Luigi, p. g. r., 8 - Pegll. Angela Bevilacqua, ll,fiO - Bra. T. Edoardo Martina, B - Verolengo. Aleaaandrina Tricerri, p. g. r., implorandone altra, 5 - Chivaaao. Coniugi Cena, 4 • • ovaJra, Cerè Maria02 - S. ManJro. Mazzuchetti Lucia, catena con pengllasco. Serratrice Guido, ~ - Olaveno. Canale Celestino, 2. Torino, Fontana Catterlna e figlio, p. g. r., 6 - In~. R•yceud, 2 - Taragna Angiolina, invocando bnm viaggio al Papà, 0,50 - N. N., 0,60- Carola Manf!edi, 6 - Clotilde CJnsoh Bianchi, 8,60 - Maria G., 6 - V. T. B., inv. prot., il - Famiglia Saroglia, l - Bertolino Metilde (off. mena.), l - Carlino Maria, 2 - M. M., p. g. r., 5 - Elisabetta Borea De \laria, l - N. N., in ringraziamento, 2 - Anna Bernudelli Poli (off. mena.), l - Amapane Anna, p. 1· r., 2 -R. A., p. g.,.,, BO- N. N., 10Pdila W:t>ria, 2 - Bertello Michela, 8,60 - Sartorio M11.rgharita, in vato plr la bimba Carolina, 1,60, e nu aJ.ello - Bernas~one Maria, l - Merlo Carlo, i - Castello Elisabetta, 2 - Snor Paola della Croce, p. g. r., implorandone altre, 5-Bnutto Ferdinanda, un anello d'oro - Moirano Luigi, 8 - Chiarle A~~:ostina, l - Fasolis Celestina, p. g. 1'. 1 invocando benadizioni a sè e f~miglia, 5 - Teresa Ionardi Ga· votti, p. g. "·• 6 - Erminia Isnardi, 6 - Adelina Isnarl;, 5- Maria Garneri, ~-Negro Alessandro, l - E. B. Z , 2 - Evar.geliata Teresa, p. g. r., fi.- Ampuore Antonio (off. mena.), l - D. C. (offerta mans.), l- Gagliardini Antonio, 2 - Dnca e Dn· cheasa. di Parma, 4 - Abracchio Lucia, fi - Deaderi Emilia, 5 - Marione Mugherita, l - Malacarne Luigi (off. mens.), l - Bas•i Angela, p. g. r., 8. OoJrlzla, Berta K., 21 - Boan.cs Ayl'ea. Maria Fasano, lO - Ba•b &nla. L'asilo inf..ntile 1 4. - Racconigi, Brignola Lodovica, p. g. r., 6 ..,.. Mom· basiglio. Ravotti Paolina, 10 - Dl"uent. Ticleti Luigi, B - Portavaltl'ava~lla, Ballaris Margherita, p. g. "·• 2- D•uant. Ticleti Luigi, 8- Oal'amagna. Sissio Teresa, por la ~tnarigione del figlio Bar· tolomeo, B - Bo•gsro. F•lippetlo Giovanni, li - Felettc>. Gins3ppina Gnglielmetti, 2-S. Fè. D. Gia· como Oleaio, 6 - Matteo Rubbiolo, 6-Plancel'etto. D. Giovanni Ravetti, l! - Biella. Sesta Cerruti, IlSoalenl'h9. Barale Michele, 4 - Marene, Alloa Lorenzo, o - Moasca. Boffa Luigia, p. g, r., 0,60 - Oru Qllaaco. Surra. M uia, per ottenuh guarigione, i - Mol'etta. C. R., p. g. r., 6 - Coassolo. Barutello Catterina, p. ~- "·• 2 - M )noallel'l. E. C., p. g....;10 - Cambiano. Borgarello Giuseppa, 10 - Milano. P, I., 10 - Buttii'II&Jra, Vallero Serafino, p. g, r.,lBalbo Lucia, l- ftondlstene. Pagetto Giuoeppe, l, i& - 81"1one. Baldizzme Anna, l - Co~rle. Enrici An· tonio, 6- Refrancore. Vergmo Giulio, l - LIIVI'Iano. Anselmino Catterina, 2- •uano. Suor Bor· romea Cesato, 2- Veroelll. Suor TeodalaLozzolo,ll - Vlgog~a. Zncchinetti Enrichetta, 0,60-Castel· auovo, Tnreo Vittorio, 5- Albiolo. Bricola Rosa, Il - Bol'gof~anco. P. C., inv. gr., 0,60 - Venel'la. Bollone Adelaide, un paio oracchini- Chieri. Gillie Stef~no, 8 - Biella, Avv. Deme'rio Conti, 2-SOl'• d eolo. Teresa Fogliano,ll- Mattie. Polliotto D. Leo· poldo, piev., 5-Oeaova. N. Beano,~ - Ohluee. Gilardi Enrico, inv. gr., l. I daglio d'oro - Mathi, Mattea Giulia, 1,75- Oru· -- d •• d ..... .. , ... n un •• n •• un

~~nsoiata PERIODICO RELIGIOSO MENSILE ~~~ """'-----"'~ DIREZIONE ~((_, SO:M:MA.RIO ~ Ai nostri cortesi lettori - II Te Deum alla Consolata •l J fine dell'anno 190!l - Il Te Deum.de)la Ma.d~nna: Cantico di PRESSO LA SACR[STIA DELLA CONSOLATA Casa. di t'avoia alla Consolata - La straordinaria guarigione ~ S. Bonaventura alla B. Vergine -L'odierna. divOzione della di S. A R. la ducheFsa Elena. d'Aosta. - Dalle JJOstre MisTORINO sioni d'Africa: Un ricordo del giubileo dell'Immacolata - J Storia del santuario della Consolata in Torino - Relazioni compendiate di grazie recenti - Oggetti offerti in dicembre - Indulgenze a chi visita il santuario nel mese di gennaio ((> Orario delle Sacre Funzioni pel mese di gennaio. \., O/l'erte per l'ampliamento del Santuario. AI ~OSTRI CORTESI LETTORI Se il rinnovarsi dell'anno sempre ci ha portati a presentare ai nostri lettori i più caldi auguri di bene colla crescente fiducia di non fare vana opera di cortesia mondana, ciò tanto più si avvera in sul limitare del1905. L'anno che muore ci lascia in eredità., non solo i più profondi e soavi ricordi, ma altresì imperituri monumenti della divozione a Maria SS. Consolatrice: i grandiosi lavori del santuario; una splendida pagina indelebilmente scritta nella storia colla celebrazione del centenario; lo stabilimento e la diffusione della N uova Compagnia della Consolata; lo straordinario incremento del culto alla nostra incoronata Regina, non solo al santuario, ma in centri vicini e lontani, colla fondazione di cappelle ed altari, col collocamento di quadri e di statue, che diverranno perenni focolai di celesti grazie. E di tutto ciò, a chi il merito precipuo? - Ai cortesi abbonati e lettori i quali, secondando le nostre iniziative, ci permisero di raggiungere quasi completamente gli scopi che ci eravamo ~ ii!O>' D l prefissi colla nostra modesta pubblicazione. Come potrebbe dunque la Consolata lasciare . senza premio di specialissime benedizioni nel nuovo anno il loro zeloi la santa loro i operosità.? E ad affermarci nelle dolci, sicure previsioni sta la parola del Vangelo che promette la corona ai perseveranti; sta il fatto che l i fedeli amici del periodico punto .non rassomigliano al simbolico agricoltore il quale, dopo aver posto mano all'aratro, si volge indietro ed abbandona il solco incompiuto. Essi collo zelare il sempre progressivo moltiplicarsi degli abbonati, col continuare nelle consuete offerte, ci danno sicuro affidamento che si potranno portare a felice compimento anche le opere rimaste a farsi nel santuario, cioè il prezioso pavimento ed i due altari; · nel tempo stesso che col benevolo, crescente i interessamento per le nostre Missioni d'Africa, già. mostrano di volerei seguire sul nuovo campo che la Provvidenza ci ha schiuso dinnanzi e su cui ci conduce, mistica stella, la. l Consolata. Come alba d'amore, la pietà. dolcissima della Madre di consolazione si proietta sulle lontane, selvagge piaghe, dove, a centinaia.

2 .f11 ~ 8of1solata di migliaia, i poveri neri africani ancora .siedono nelle tenebre e nell'ombra di morte. Fra essi Ella vuole reclutare nuove falangi di sudditi, vergini schiere di figli suoi. E da noi li aspetta. È Maria SS. stèssa che colle sue mani allarga e moltiplica i tabernacoli dal suo san~uario di Torino fino agli ultimi termini della terra, e segna nuove sublimi mete all'opera nostra, già preparando ad essa condegna rimunerazione. E quanto non doyrà questa essere grande e munifica per coloro di cui, nell'estendersi meraviglioso della mistic~ famiglia della Con· solata, vi~ppiù si confermano i diritti di primogenitura? Oh, ai nostri abbonati e lettori 'iioi facciamo per l'anno nuovo un solo au- .gur~o, ma fondato e ferventissimo: possano tutti in ogni giorno, in ogni ora di esso, e segnatamente nell'ora della tribolazione, tro· vare sui loro passi centuplicato il bene compiuto, nonchè quello che man mano verranno ~ffettuando per amo:.-e e sotto lo sguardo amabilissimo di Maria SS. Consolatrice. Il TE DEUM alla Gonsolatà alla fine dell'anno 1904Il Te Deum alla Consolata in quest'anno memorando assume dalle circostanze· uno straordina~io significato, una specialissima solennità. L'anno giubilare che- come tutte le cose belle quaggiù - tocca al suo ter- . mine, fu felicemente dissimile da tutti gli altri per le rievocazioni storiche, per gli indimenticabili festeggiamenti del centenario, per la copia di celesti benedizioni, i cui ef. fetti già Con;J.inciano a manifestarsi con con· solante evidenza. Dal primo indescrivibilmente commosso,. ringraziamento sgorgato dal cuore dei torinesi allo scoprirs·i della taumaturga imagine nel 1104, quanti Te Deum non risuonarono nella casa di Maria Consolatrice! Discordie cittadine composte; pestilenze fugate; vittorie sul malcostume, sull'eresia degli Ugonotti, e vittorie su barbari invasori; mille flagelli allontanati, quanto_spesso non tras· sero i remoti nos.tri antenati a giulive ma· nifestazioni di gratitudine ai piedi di Colei, che riconoscevano onnipotente impetratrice presao il Datore d'ogni bene. .M;utarono i secoli e gli uomini e le cose, ma. sempre, sempre rinnovarono nello storico santuario le solenni trionfali azioni di grazie il re ed il popolo, fino alla stupenda vittoria del 1706 che coprì di gloria imperitura- Torin·o èd· i suoi principi; fino all'improvviso' arrestarsi della peste nel 1835, ed allo scampato tremendo pericolo per lo scoppiar della polveriera nel 1852. Come mai, dunque, non darebbero ora un nuovo slancio al nostro Te Deum le memorie che hanno fatto rivivere a Torino le ore epiche del suo passato; le ore luminose di gioia, sempre succedute alla preghiera innalzata nell'ansia e nel dolore a Maria? Colle grandiosissime plebiscitarie dimostrazioni, colla nuova preziosissima corona di cui cinse lo tauinaturga effigie, l'intero popolo subalpino ha un'altra volta riconosciuto che le sue glorie patrie sono altrettanti trofei di Maria Con~olatrice; a Lei ha riconfermato il suo omaggio di sudditanza· otto volte secolare. E Torino santamente orgogliosa nella sua accrescijlta estensione e ricchezza_, ha offerto al mondo cattolico uno spettacolo sublime, superando nella celebra· zione del centenario tutti i passati fasti di quel culto per cui già risorse dallè sue rovine, per cui andò fin dalle remote età famosa. Nei colossali, artistici lavori che ha~no trasform:l:ta la reggia della sua dolce e potente Patrona,_Torino mostrò rinsaldati i vincoli misteriosi che le .sorti sue sempre congiunsero alle sorti del santuario che della città è il cuore ed il palladio. Oh, l'onda immensa di fede, di tenera ardente pietà passata quale lavacro di Cielo su tutto il Piemonte, fu una grazia grande, straordinaria in questi tempi di scetticismo e d'incredulità; una grazia che forse a mani-

1.2 eo.,solata 3 ~ mw~ -~ -~-t=;;;;;;;...,..==OZ!!IID festarsi in tutta la sua pienezza non aspetta - ~ Come nei gim::;ndimenticabili di giugno, che il nostro Te De·um: la nuova espressione stipiamone ogni angolo, ogni benedetto repubblica di quella g~titudinè che apre le ~ cesso: in immenso coro leviamo.alta la nostra fonti delle divine misericordie,, che è come voce commossa da grato, meni.ore affetto alle una nuova domanda, la quale viene tosto !l-re splendenti della nostra Madre, dell_a·due esaudita. volte coronata nostra_Regina. L'ultima fun- . Primizie celesti, meravigliose, quali fiori zione dell'anno centenario ne sia degno comfragranti da seme di paradiso, già. sbocciano pimento. dalle benedizioni che !!all'effigie sua tauma- Il Te Deum alla Consolata suggelli il1904 turga Maria SS. Consolatrice sparse per le come eco dolcissima, e ·dia i più lieti auspiqi vie di Torino nel giorno del suo trionfo_. In al 1905. Maria Consolatrice brilli sull'inizio alto dunque i cuori! Ed abbia nuove fiamme di questo, iride di pace fra le minaccianti la nostra riconoscenza a Dio Ottimo Masslmo tempeste; ai singoli suoi divoti, alle famiglie, ed a Colei che, quale fu ai nostri padri, è alla società sia arra di salvezza nei pericoli, e. sempre sarà. a noi dispensiera di temp:>rali di conforto in ogni prova, in ogni dolorosa e spirituali consolazioni. Il venerando san-~ distretta. Stella fulgidissima d'amore, Ella tuario di cui ogni pietra rimossa od aggiunta guidi, in questo e nei venturi anni, quanti pa:rla di grazie ottenute, tutti ci accolga nel- in Lei si affisano e sperano verso il secolo l'ultima sera di quest'anno tre volte felice. eterno del perenne ringraziamento in Cielo. =-======~·=====-~ . ~~ IL TE DEU:Nl DELLA MADONNA ~~- Il serafico S. B'lnaventura, profondo teologo e divoto ferventissimo di Maria Vergine, abbandonandosi all'ispirazione del suo cuore, che parlando di Lei si convertiva in favo di miele celeste, scrisse il Te Deum della Madonna. Pubblicando quest'inno tr~ppo poco conosciuto, noi crediamo di fare cosa grata e profittevole alle anime pie, le quali . comprendono ed esperimentano ogni giorno q~esta· verità. ~oavissima: che ogni bene ci viene da Dio per le mani di Maria. Lo meditino esse: ne gustino la do~cezza, e la Vergine benedetta dia loro ·sempre nuova cagione di ripeterlo con riconoscenza. . Cantico di S. Bonaventura alla Beata Vergine Te Matrem Dei laudamus, te Mariam Vir-~ ginem profitemur. Te aeterni Patris Filiam omnis terra veneratur. Tibi.omnes An~eli et Archangeli : tibi Tbroni ·et Principatus fideliter deserviunt. _ Tibi omnes Potestates, et omnes Virtutes i coelorum, et universae Dominationes obediunt. Tibi omnes Chori; tibi Cherubim etSeraphim exultantes assìstunt. Tibi omnis angelica creatura incessabili voce proclamat: -~ Sancta, sancta, sancta Maria Dei genitrix, et Mater et Virgo. . Pleni sunt coeli et terra majestatis gloriae fructus ventris tui. . · Te lodiamo Madre di Dio, te professiamo Vergine Maria. Te venera il mondo intiero qual Figlia dell'eterno Padre. ' A te servono fedelmente tutti gli Angeli e gli Arcangeli; i Troni ed i Principati. A te ubbidiscono tutte le Potestà, tutte le Virtù celesti e le Dominazioni tutte. A Te assistono esultanti i Cori tutti, i Cherubini ed i Serafì.ni. Te ogni angelica creatura incessantementeproclama: _ Santa, santa, santa Maria Madre di Dio, e Madre e Vergine. · Il cielo e ·la terra sono ripieni della maestà della gloria del 'frutto del tuo seno. . ..

•. 1.!1 eoflsolata Q Te gloriosus Apostolorum chorus sui Creatoris Matrem collaudat. .Te beatorum Martyrum coetus candidatus Christi genitricem glorificat. Te gloriosus confessorum exercitus Trinitatis templum appelJat. Te ·sanctarum Virginum chorea amabilis virginitatis, et humilitatis exemplum praed~~ .· Te tota coelestis Curia reginam honorat. 'l'e per universum orbem Ecclesia invocando concelebrat . · Matrem divinae majestatis. Venerandam te veram Regis coelestis puerperam. Sanctam quoque dulcem et piam. Tu Angelorum Domina, tu paradisi janua. Tu scala regni coelestis et gloriae. · Tu thalamus, tu arca pietatis et gratiae. Tu vena misericordiae, tu sponsa et mater Regis aeterni. Tu templum et sacrarium Spiritus Sancti, totius beatissimae · Trinitatis nobile triclinium. . ' Tu mediatrix Dei et hominum; amatrix mor- . talium, coelestis illuminatrix. Tu agonizatrix pugnantium, advocata pauperum, miseratrix et refugium peccatorum. Tu erogatrix munerum; superatrix ac terror daemonum et superborum. Tu mundi Domina, coeli regina, post Deum sola spes nostra. Tu salus te invocantium, portus naufragantium, miserorum solatium, pereuntium refugium. Tu mater omnium Beatorum, gaudium plenum post Deum, omnium supernorum civium · solatium. Tu promotrixj1,1storum, congregatrix errantium, promissio Patriarcharum. Tu veriti!-S Prophetarum, praeconium et/ doctrix Apostolorum, magistra Èvangelista-. rum. Tu fortitudo Martyrum, exemplar Confessorum, honor et festivitas Virginum. Tu ad liberandum exulem hominem, Filium Dei -suscepisti in uterum. Per te expugnato hoste antiquo, sunt aperta fidelibus regna coelorum. Tu cum Filio tuo sedes ad dexteram Patris. Tu ipsum pro nobis roga, Virgo Maria, quem nos ad judicandum credimus esse venturum. . Te ergo poscimus, nobis tuis famulis subveni, qui pretioso sanguina Filii tui redempti sumus. Aeterna fac, pia Vii-go, cum sanctis tuis nos gloria numerari. · Salvum fac populum tuum, Domina, ut simus participes haereditatis Fi!ii tui. Et rege nos, et custodi nos in aeternum. Per singulos dies, o pia, te salutamus. Et laudare te cupimus usque in aeternum mente et voce. o Te loda qual Madr-e del suo Creatore il coro glorioso degli Apostoli. Te glorifica genitrice di Cristo il candido ceto dei beati Martiri. Te appella tempio della Trinità il glorioso esercito dei Confessori; Te predica esempio di verginità e d'umiltà. l'amabile corteo delle sante Vergini. Te on.ora regina tutta la Corte celestè. Te festeggia la Chiesa invocandoti in tutto l'universo. Madre della divina maestà. Veneranda e vera sposa del Re del cielo. E santa, dolce e pia. · Tu Signora degli Angeli, tu porta del Paradiso. Tu scala del regno celeste e della gloria. Tu talamo, tu arca di pietà e di grazia. Tu vena di misericordia, tu sposa e madredell'eterno Re. Tn tempio e sacrario dello Spirito Santo, nobile ·triclinio di tutta la beatissima Trinità. Tu mediatrice tra Dio e gli uomini, amante dei mortali, illuminatrice celeste. Tu protettrice dei combattenti, avvocata dei poveri, compassionatrice .e rifugio dei .peccatori. · Tu la.rgitrice di doni, vincitrice e terroredei demoni e dei superbi. Tu Signora del mondo, regina·del cielo, unica. nostra sperapza dopo Dio. . Tu la salvezza di quelli che t'invocano, il porto· dei naufraghi, il sollievo dei miseri, H rifugio dei pericolanti. Tu la madre di tutti i Beati, il pieno gaudio dopo Dio, la consolazione di tutti gli abitanti del cielo. Tu favoreggiatrice dei giusti, raccoglitrice degli erranti, promessa dei Patriarchi. Tu verità dei Profeti, banditrice e dottoressa. degli Apostoli, maestra. degli Evangelisti. Tu fortezza. dei Martiri, esemplare dei Confessori, onore e letizia delle Vergini. . Tu per liberare .l'uomo esiliato, ricevesti nel tuo seno il Figlio di Dio. Per te vinto l'antico nemico, si aprì ai fedeli il regno dei cieli. Tu siedi col tuo Figlio alla. destra del Padre. Tu, o Vergine Maria, prega per noi quello stesso, che noi crediamo che -verrà a giudicarci, . T'invochiamo adunque, vieni in aiuto di noi tuoi servi, che fummo redenti col sangue prezioso del tuo Figlio. Fa, o pia Vergine, chè noi siamo annoverati coi tuoi Santi nella gloria eterna. Salva. il tuo popolo, o Signora, a:ffinchè pos· siamo essere partecipi dell!eredità del tuo Figlio·. Tu ci reggi e custodisci in eterno. Noi, o pia, ti salutiamo tutti i giorni. E bramiamo di lodarti in eterno col cuore l e colle parole. Degnati, o dolce Maria, di serbarci ora e sempre senza. peccato.

J11 (2o11solata 5 Q E~ Szii; ~ d> . Digna~e, dulcis Maria, nunc et semper nos ~ - . Ab~i misericordia, o pia, .abbi misericordia sme dehcto conservare. _ · d1 no1. Misererè, pia, nobis, miserere nobis. Grande sia la tua misericordia verso di noi, Fi.at misericordia tua magna nobiscum, qui.a ~ poichè confidiamo in te, o Vergine Maria. in te, Virgo Maria, confidimus. In te speriamo, o dolce Maria; tu difendici In te, dulcis Maria, speramus; nos defendas in eterno. in aeternum. A te s'addice la lode,· a te il comando, a te Te decet laus, te decet imperium, tibi virtus la virtù e la gloria per tutti i secoli dei seet gloria in saecula saeculorum. Amen. coli. Cosi sia. · L'odierqa divozione della Gasa di Savoia alla Consolata Le mutate condizioni dei tempi e delle usanze, potrebbero ad un osservatore superficiale far credere che la divozione della Casa i<t ammirare ai forestieri, loro narrando quali e quanti augusti imitatori abbiano tuttora le due regineoranti. (Vedi incisione a pag. 6)· Sull'esempio del compianto Umberto I, il quale con generosa elargizione aveva concorso ai restauri del1885, S. M. il Re Vittorio Emanuele III donav~~:, in unione all'augusta sua consorte, la cospicua somma di L. 10.000 per i colossali lavori che si stanno terminando nel santuario. Ed a cominciare dalla Regina Madre, veramente munifica nelle ripet~te sue oblazioni, portarono il ·loro contributo alle di Savoia verso lo Consolata non sia più ai nostri giorni la divozione affettuosa, solenne, storica del passato. Ma tale non è l'opinione dei piemontesi e dei buoni torinesi in ispecie, i quali mentre con .patrio, vigile amore seguono l'ascendere continuo della gloria del loro santuario, sommamente si interessano alle sorti della dinastia che fra noi ebbe, se non le prime origini gentilizie, certo quelle della sua potenza al di qua delle Alpi. l opere grandiose tutti i membri _della Casa Reale, compresa la lontana, ma non mai obliata Maria Pia di Portogallo. Però queste ed altre · cospicue offerte, di cui più avanti diremo, non t spiccarono in tutta la luce del loro valore morale e della nobilissima morale loro signi- ' ficazìone, se non perchè furono accompagnate da alte, pie, ripetute dimostrazioni, con cui i nostri principi edificarono il popolo subalpino, vieppiù confermandolo in quel fedele Ed invero, senza rifarci più in là di un lustro; senza ripetere fatti che, sebbene non antichi, già sono registrati nella storia del santuario cosi bellamente intrecciata alla storia della famiglia regnante, nella gioia di una jattura scongiurata appunto per intercessione della Consolata, ci sia lecito richiamare e ricapitolare cose e fatti che nell'attuale rinnovato tempio stanno a provarè come, anche in questi giorni di tanta incredulità, la divozione della Casa Sabauda sempre ~ sussista verace e profonda, degna ancora ~ delle avite-gloriose tradizioni. Simbolo vivo e parlante di essa, pur nella perenne indi- ~ viduazione di loro pietà, stanno presso l'altare della Madre di consolazione le due statue marmoree di Maria Teresa e di Maria Adelaide: uno dei monumenti più cari al buon ~ popolo di Torino, che mai non manca di farlo ~ affetto di sudditanza di cui tanto sono piu sicure le basi, quanto più poggiano sulla salda fede religiosa. Ricordiamo brevemente. Luigi di Savoia duca degli Abruzzi, tornato salvo e glorioso dal suo viaggio polare, dopo avere corsi i più tremendi pericoli tra le tenebre td i ghiacci delle sterminate regioni iperboree, il 23 ottobre 1900 voleva con una pubblica, solenne funzione dimostrare la sua riconoscenza alla Consolata, venendosi a prostrare a quello stesso altare d'onde era stata implorata su di lui la protezione della Vergine taumaturga, all'atto di sua partenza. A compiere il devoto atto erano con lui l'augusto suo fratello duca

6 . fa - (2of1SO{ala •a::iti di Aos'ta colla consorte; la principessa Laetitia dl Savoia-Napoleone, e vi presiedeva la regina Margherita, la quale con materno affetto reso più vivo da una recente, immane sventura, aveva fatto un suo voto speciale per la salvezza del nipote amatissimo. Dono da lei fatto al santuario nel 1898 era la ricca ed artistica pianeta di lana di argento con ricami in finissimo corallo, che per la messa di quel mattino indossava il compianto Monsignor Lanza cap· pellano maggiore del re. l o rosa, il (iat di una sublime, cristiana rassegnazione. La presenza del Card. Richelmy, che dopo la messa pontificò alla benedizionè assis-tito dal clero del santuario; l'intervento del rappresentante del duca degli Abruzzi già ripartito per la Nor...,egia, delle principesse L~e-titia ed Elena d'Aosta.., nonchè della Corte di S. M., richiamavano la presentazione· del voto della Città 'di Torino nel 1835, ed ai torinesi, per mezzo dei loro principi, facevano sentir che non è punto scemato il prestigio nè la ce-. leste potenza della loro secolare Custode e Patrona. Ma proseguiamo la rapida nostra rassegna. In sul finire del feb - braio 1902 am~ malavasi pericolosamente la duchessaElisabetta di Genova. Al triduo che tosto Il 24 del successivo novembre poi, nel santuariO stipato di ogni ordine di cittadini, la Regina Madre, per mano del Cardinale Areivescovo di Torino, solennemente presentava alla Consolata il suo ex voto, consistente in uno splendido facMonumento delle regine Moria TereBa e Maria Adelaide eBiBtente nel Sa~tfuat·io (Opera dello scultore VELA). fu ordinato alla llimile in argento della Stella Polare, raffigurata fra i massi di ghiaccio che vorrebbero imprigionarla e stritolarla, mentrele sue vele spiegate si gonfiano al vento liberatore che la spinge verso la patria. Commoventissima riuscì la grandiosa funzione che, come esprime la dedica incisa su targa argentea pendente dalla nave,. associava una gioia grande ad un gravissimo lutto, e col ringraziamento innalzava alla celeste Consolatrice l'impetrazione doloConsolata dal Il personale d'onore delle duè Case ducali di l Genova e di Aosta, assistettero ·piamente il duca Tommaso di Genova colla consorte; la · principessa Laetitia e la duchessa d'Aosta Elena d'Orleans. La regina Margherita ac- l corsa al capezzale della madre sua, faceva _ ripetute visite al santuario, ed essendosi poi ottenuta la guarigione implorata, presentava U a Maria SS. Consolatrice una cospicua offertà U in ringraziamento.

w e o f1 s o 1-a t a 7 szclirò Chi pox xgnora le abituali o frequenti visite alla Consolata di S. A. R. I. Clotilde di Savoia-Napoleone e delle principesse reali residenti .in Torino, le quali si recano ad onore di precedere il popolo recandosi a visitare la taumaturga effigie nei sabati, nella festa del 20 giugno ed in altre solenni occasioni? . Dove però meglio spiccò rinnovata sugli' antichi esempi la divozione della Càs~ di Savoia verso la Consolata, fu nella faustissima occasione del centenario, alla cui celebrazione preser? parte tutti i membri della Famiglia Reale presenti in Torino. Alla funzione più importante di esso, quella della nuova, solennissima incoronazione, intervennero in appositi banchi parati prèsso il presbiterio il ·duca d'Aosta in uniforme di generale, col suo aiutante di campo e l'ufficiale di ordinanza; la duchessa d'Aosta colla sorella principessa Luisa d'Orleans; la principessà Clotilde, che volle per la circostanza·straordinaria uscire dal suo riserbo abituale nel·mostrarsi in pubblico, e la di lei figliuola principessa Laetitia. Questa, con pio e gentile pensiero, aveva fatto ornare di sceltissimi fiori'freschi le statue delle due regine di Sardegna, quasi facendole rivivere alla festa; ella poi portava al .collo la medaglia della Compagnia della Consolata appartenuta già a Maria Teresa. Così alle altre funzioni dei giorni memorandi as-. sistettero sempre or queste or altre delle auguste signoré dai coretti a loro riservati; la Regina Madre, non potendo trovarsi presente in persona, spedì al nostro Rettore un ·nobile telegramma, partecipando col cuore all'omaggio pubblico solennissimo reso a Maria · Consolatrice dalla Casa Sabauda, ed al giubilo del fedele popolo .subalpino. Splendida fu la luminaria del18 giugno ai palazzi ducali di Aosta e di Genova. Come fu a suo tempo già annunziato, fra le 12 stelle formanti la nuova preziosissima corona imposta alla taumaturga effigie della Consolata dal rappresentante di Sua Santità Pio X, la più bel!a fu intieramente composta con brillanti tolti ad un' artistica spilla, che Margherita di Savoia donò di proo pria mano; la veneranda di lei genitrice, du- . chessa Elisabetta di Genova, offerse per le corone della Madonna e del ·.Bambino una quantità d'oggetti in oro di grande valore; un'altra' stella presentarono unite le principesse Clotilde e Laetitia, e gioielli prezio~ sissimi donarono pure Elerra d'Aosta, I sa~ bella di Genova e Maria Pia di Portogallo. Quale stupendo, concorde omaggio di soave regaÌità alla Regina del cielo! Come bene . rivissero nell'atto gentile e pio le illustri e le sante che davanti a Colei che consola, piegarono nel corso di nove secoli le fronti spesso corrugate e pensose, sotto i diademi gemmati! Ma la Regina del cielo non si lascia v.incere in generosità dai sovrani della terra. La Casa di Savoia riaffermò in questi ultimi anni la sua devozione alla Consolata, e nel decorso di essi apparvero in più casi evidenti i segni di nuove benedizioni, a cui pose la corona la faustissima nascita del Principe di Piemonte. E ancora al chiudersi di·questo anno benedetto del centenario, a provare che Ella è la Vergine taumaturga ieri ed oggi, la Oonsolata dalla neo-coronata sua effigie, come a divina carezza, posò. la sua mano soavissima sul capo di una Principessa che a Lei aveva date le più belle prove di figliale, tenera, illimitata fiducia, cambiando la dolorosa trepidazione della Reale famiglia e di tutto un popolo nell'inno del giulivo ringraziamento. la straordiqaria guarigioqe di S. A. R. la duchessa Elena d'Aosta . In sul finire dello scÒrso novembre, cominciarono a circolare per Torino notizie inquietanti sulla salute della duchessa d'Aosta, Elena d'Orleans, suscitando profonda commozione fra la cittadinanza, nel cui cuore l'au· gusta donna è da lungo tempo entrata come l'angelo di carità e l'amica munifica dei nostri poverelli. Autorizzavano i timori diversi fatti, fra cui quello che il duca d'Aosta aveva ri-

8 Jll. <Zo11solata nunziato a recarsi a Roma per l'apertura del Parlamento. Per dare una soddisfazione all'ansia genérale, il mattino del 29 novembre si pubblicò un primo bollettino del medico curante, professore Pescarolo, così concepito: « s :A. R. la duchessa Elena d' Orleans è ·da qualche giorno ammalata di bronchite acuta diffLisa, con qualchè punto di bron~o-polmonite al polmone destro »- Sapendosi da tutti che tali bollettini sono sempre redatti con tutto l'ottimismo comportato dalla veridicità sostanziale, per l'intiera giornata fu un accorrere al palazzo ducale di Autorità, di dame dell'~~oristocrazia e della borghesia torinese; il registro esposto nel vestibolo d'onore fu in breve coperto di firme di cittadini d'ogni ceto sociale. Nei giorni che corsero fino al 2 dicembre era nata nel pubblico qualche buona speranza di unà pronta risoluzione della malattia, ma il mattino del 3 si seppe che erasi fatta terribilmente minacciosa una complicazione laconicamente annunziata nel bollettino del giorno precedente con questa frase: - «Sintomi di pleurite destra ». - E se ne sparse in un lampo la notizia; circolò come un fremito. doloroso la voce che la duchessa d'Aosta andava rapidamente peggiorando. Fu un affollarsi straordinario a leggere il bollettino delle ore 8. « Versamento pleurico a destra. Nuovi punti di bronco-polmonite lungo il bordo del polmone sinistro. Febbre relativamente non elevata; respiro piuttosto affannoso. Funzioni del cuore e dei reni finora ben sostenute. Il morale di S. A. R. è assai elevato ». Nonostante le solite attenuazioni di dicitura, le constatazioni scientifiche apparivano di una eccezionale gravità. La malattia aveva con violenza ripreso il suo corso ascendente di rapida, acuta diffusione; e mentre erasi purtroppo completato il quadro della doppia bronco-polmonite, già di per sè così spesso di prognosi infausta, insorgeva ora la pléurite ed evidentemente si temevano le complicazioni renali. Il verificarsi di tali fatti nella crisi decisiva della settima, giustificava ogni più forte preoccupazione per la preziosa vita della Duchessa. Difatti, le condizioni di lei si vennero così aggravando nella giornata che verso le 16, dopo un'altra visita del prof. curante accorso d'urgenza, un gentiluomo di corte fu mandato a cercare del P. Zampieri confessore dell'augusta inferma, e trovandosi egli a Napoli per predicare la novena·dell'Iminacolata,: un altro egregio .P. Gesuita si recò sollecitamente al palazzo della Cisterna, dove amministrò alla piis_sima duchessa, p-ienamente conscia del suo stato, i conforti religiosi. Eransi tosto telegraficamente avvertite la m~dre e le sorelle di S. A. R., che soltanto i rassicuranti telegrammi dei giorni precedenti avevano trattenuto dall'accorrere prima al capezzale della loro diletta; della triste · piega della malattia furono pure resi edotti i Sovrani, la Regina Madre e tutti gli augusti parenti, che si trovavano riuniti a Roma ~er il battesimo del principe di Piemonte. Intanto il duca d'Aosta, che mai non abbandonava la camera della consorte, nell'ora supremamente amara ebbe dal suo nobile cuore e dalle secolari tradizioni della sua famiglia un'alta ispirazione. Il giornale. torinese Il Momento l'indomani scriveva: «Il duca d'Aosta si recò personalmente dal can.0 Allamano, rettore del santuario, ad ordinare un triduo solenne alla Vergine della Consolata, r~ccomandando che tutte le messe che si diranno nei tre giorni al-santuario vengano applicate per la guarigione della di lui Consorte. «Il triduo ebbe principio ieri alle 17,i5 e vi intervennero il Duca coi figli principini Amedeo ed Aimone. Il Duca, dopo_àvere lungamente· pregato all'altare della Vergine taumaturga, volle ancora scendere nella cappella sotterranea, ove s'intrattenne alquan'to in profonda preghiera. Appariv·a estremamente commosso ed agitato». E chi lo vide in quei momenti di 'angoscia suprema confortata dalla fiducia in Maria SS., non dimenticherà più la scena pietosa ed altamente· edificante che offerse il prìncipe, il quale tenendosi stretti i figliuoletti, inconsci nella loro innocenza, loro veniva tra i singhiozzi suggerendo le parole dell'Ave Maria per la loro mamma..... E ciò nel luogo istesso - dove l;augusta inferma soleva ogni saba_to immancabilmente ascoltare la S. Messa celebrata a sua intenzione, comunicandosi in essa divotamente; dove due cuori votivi appesi al tabernacolo dell'altare (vedi incisione a pag. 9) gli dicevano tutto un poema di fede e di riconoscenza da lei composto davanti alla Madonna delle Grazie. La sera stessa il bollettino medico delle 19,30 diceva:« La malattia continuando in una ''

W eof1SO{ata 9 n- ~~~,~~~~=-~ CAPPELLA SOTTERRANEA DETTA DELLA MADONNA DELLE GRAZIE dove S. A. R. la duchessa Elena si reca ogni sabato· a pregare

lO llt eo.,sotata -~~~--~~~~~~~--~~~0 fase ·di inquietante attività, si diffuse a buona · . parte del lobo inferiore· del polmone sinistro ed alla .pleura corrispondente. Temperature relativamente basse. Aumenta · l'affanno del respiro. Qualche crisi di astepia ~on sudori profusi. Sensorio libero». A quanti compren-· dono il linguaggio medico, il caso apparve disperato, a~che prendendo alla lettera le parole del bollettino. In città si temette gene-· ralmente che l'amatissima signora non avesse a passare la notte, e circolò perfino la notizia della sua morte. Un illustre dottore da una ·cospicua .città non lontana da Torino, l'indomani scriveva ad un sace-rdote suo amico: « Se dopo ciò che reca il bollettino di ieri sera S. A. R. la duchessa d'Aosta guarisce, potrete dire che è accaduto un miracolo». · ~iracolo o grazia grande per cui ebbero felice esito le cure dell'arte salutare, certo si è che il bollettinoredatto alle ore 7del 4 dicembre diceva: « Notte migliore di quanto si potesse · supporre» - e quello della sera - «Condizioni generali un po' più so.'levate di stamane ». Naturalmente non era ancora scongiurato il pericolo; tant'è che il prof. Pescarolo, come .fu pubbHcato sui giornali, nella notte del 4 non si mosse dal capezzale della Duchessa. La più acuta sorveglianza non era troppa, data la gravità massima della malattia, la quale, sempre secondo il linguaggio dei bollettini - «mostrava il quadro di una pleuro-polmonite doppia» - ed aveva ridotto S. A. -« in uno stato di estrema debolezza».··· Tuttavia il profssore Pescarolo dopo la visita delle 22, ai gentiluomini ed alle dame che ansiosi lo interrogavano disse: «essere buon sintomo il fatto che le condizioni generali delhi. principessa rimanessero stazionarie, senza peggioramenti, e che, perdurando le medesime in tale stato, egli era propenso a sperare nella guarigione». Era dunque rinata la speranza, dopo essere stata completamente perduta. . Intanto il tri.duo ordinato dal Duca alla.Consolata per i giorni 3, 4 e 5 proseguiva imponente per lo spontaneo, enorme, devoto concorso di ogni classe di torinesi, secondo le espressioni di giornali anche non pii. In ciascuna sera la piazza ed. ogni spazio davanti al santuario era letteralmente occupato dagli equipaggi padronali, e nel tempio notavasi quanto di più eletto contano il patriziato e l'alta società to- . rinese.EranopresentileCasecivilie militaridei duchi d'Aosta e di Genova e le Corti delle duchesse. Notato con particolare simpatia l'inter: vento dei principini Ferdinando, Bona ed .A.dal- . berto, figli dei duchi di Gen,ova, quasi In rappresentanza dei loro parenti trattenu.ti·a Roma. Il duca d'Aosta, per le sue condizioni d'animo desideroso di sfuggire ogni parata, nei due altri giorni del triduo e nei sei successivi si recò 'al santuario prima della funzione e, sempre coi principinisuoifigli, si trattenne, come la prima sera, a pregare prima dava~ti all'altare maggiore e quindi nella cappella sotterranea. · La Voce dell'Operaio, con senno pari· alla verace poesia, scriveva: «Costituito in altis· sima posizione civile e militare, il principe Emanuele Filiberto duca di Aosta non esitò a recarsi coi suoi due figliuolini a pregare dinnanzi all'altare della Vergine della Consolata. Quando egli piegava il ginocchio all'immagine della Ml\-donna, padre e sposo piangente nell'ansia trepida, a lui si univano quanti erano e padri e madri e consorti nel tempio santo, parendo lor giusto che si facesse dolce violenza al cuore di Maria, perchè gli fosse serbato l'angelo che gli dette le gioie della famiglia. A lui si univano tutti i buoni tori· nesi, e la stessa Ave Maria si levava da un labbro uso al comando e dai mille labbri avvezzi a semplice e talora rozzo linguaggio. Pregate, o Principe! E da voi imparerà ogni cittadino più ignorato, ogni più modesto operaio quello che vi sia di bello e di divino nella famiglia; e quando il dolore busserà alla sua porta, ricordando il vostro esempio, saprà che l'unica strada che possa condur-lo ad un po' di ccmforto è quella che lo guida . ai piedi dell'altare di Maria ». Ed invero l'esempio del Duca, come l'alta, affettuosa stima di cui gode l'augusta di lui sposa, provocarono un plebiscito dì preghiere tale da strappare veramente colla sua forz• al Cielo la grazia implorata. Dopo il prinl.o, un secondo triduo ebbe luogo alla Consolata per iniziativa di un'accolta di dame del più . illustre patriziato, singolarmente affezion~te alla Duchessa; quindi un terzo promoss• dalle Suore ' Ausiliatrici del Purgatorio 'in .unione ad altre pie persone. Fin dalla sera critica dell'urgente pericolo, il Cardinale Richelmy aveva fatto dirama,re il seguente comunicato: «Il Cardinale Arcivescovo raccomanda a tutti i Signori Parroci e Rettori di chiese di Torino di aggiungere per tre giorni nella benedizione del SS. Sa-

Jll eortsolata 11 cramento, l'orazione ;pro infirma, a fine di ottenere dal buon Dio la salute di S. A. R. la duchessa Elena d'Aosta, benefattrice insigne dei nostri poveri e delle opere pie della città»· Per ordine di M.r Beccaria cappellano maggiore di S. M. il re, nella ·cappella della SS. Sindone ebbe pur luogo un triduo allo stesso scopo nei giorni 5-6-7 dicembre; contempora· neamente un altro se ne fece in duomo, _l'uno e l'altro con concorso grandissimo di popolo. In tutta Italia: a Roma coll'intervento della Regina Madre e della duchessa Elisabetta di Genova; a Livorno, a Napoli, in cento città e borghi si fecero pubbliche preghiere per la consèrvazione della preziosa vita; anche nella Francia innumerevoli pie anime levarono a questo fine le loro suppliche a Dio ed alla Vergine SS. Le auguste sorelle della duchessa: S. M. la regina Amelia di Portogallo, la duchessa di Guise e la principessa Luis~~o d'Orlfans, come la loro madre Contessa di Parigi, appena arrivate a Torino, prima ancora di poter abbracciare l'inferma dilettissima a cui dove· vasi ancora evitare ogni forte emozione, si recarono premuro<amente alla Consolata ad implorarne la guarigione; ripetendo poi le loro visite in tutti i giorni di loro permanenza a Torino, accompagnate anche talora dalla principessa Laetitia e dai duchi di Guise e d'Aosta. A Torino poi non si pregava soltanto in tutte le chiese aperte al pubblico, ma in ogni privata chiesa e cappella di pio istituto si im· plorava la Consolata: a cominciare dal Gottolengo e dalla Casa delle Piccole Suore dei poveri cosi prediletta ad Elena d'Orleans; fino all'ultimo più piccolo ritiro di miseri raccolti sotto le ali della carità cristiana, igpoti forse al mondo profano, ma non a colei che fra essi è più che mai - come la èhiamò in questi giorni il Patriote di Bruxelles - la reginà di Tor.ino. La Madonna sola sa quali invocazioni fra le lagrime a Lei si levarono per questa regina della carità dalle più squallide soffitte, dove si spesso ella entrava silenziosa e benefica qual raggio di sole, rinnovando gli esempi di Elisabetta ~'Ungheria e d'altre sante regali, ·di cui non mancano i modelli antichi e viventi nella Casa Sabauda: A questo proposito dirà meglio che cento parole ùn _piccolo, grazioso aneddoto, che togliamo dai giornali torinesi del 4 dicembre. «.L'altro giorno tra la folla che continua a o recarsi a leggere il bollettino al palazzo della Cisterna, era una vecchia popolana, la q,uale chiedeva insistentemente di vedere la Duchessa. Il personale di .servizio, naturalmente non fece in sulle prime caso dell'assurda domanda, ed il portiere ad un certo punto credette di aver a fare con un'alienata. Ma la brava vecchia lo disingannò: viste inutili le preghiere, accampò una ragione che, secondo lei, doveva darle vinta la causa.« La Duchessa -disse ella- quando io ero ammalata, venne più d'una volta presso il mio letto, e perch~ non potrò ora renderle almeno una visita? E questo il mio dovere!». Quanta eloquenza in questa ingenua gratitudine, inconscia delle convenienze sociali, ma vero fiore del cuore! I limiti di questo articolo ci vietano di pro· seguire un racconto lungo e minuto, seguendo giorno per giorno la serie der bollettini. Certo è però che dalla notte stessa. del 3 dicembre, in cui ebbe principio il triduo ordinato dal duca d'Aosta, punto terribile della crisi di settima, contro le umane aspettazioni, la malat· tia della signora amatissima volse in bene. Ma-lgrado un'altra complicazione sorta•a compiere il quadro morboso - l'alterazione gravissima della funzione renale-l'augusta inferma andò sempre migliorando con progressione lenta ma costante. Fu vinta poco a poco anche l'estrema debolezza che un momento ancora lasciò intravedere la possibilità di una ricaduta; ogni sintomo infausto, ogni feno· meno patologico si eliminò nel miglior modo che alla scienza fosse dato congetturare, tra il reverente c·ompiacimento, non solo dei torinesi e dei piemontesi, ma. di tutti gli italiani Il sabato 17 dicembre annunziavasi che si · sarebbe cessata la redazione dei bollettini medici, e intanto si pubblicava quest'ultimo confortantissimo: «Le giornate si succedono abbastanza. buone. Della malattia che l'ha colpita S. A. R. porta ancora nell'apparecchio respiratorio qualche traccia, che si potrà rimuovere del tutto in una lunga e rigorosa con· valescenza »- Seconda.ndo i desideri espressegli dalla cittadinanza e da vari enti morali, il nostro Rettore indisse per la sera stessa del 17 una solenne funzione di ringraziamento nel santuario, per lo scampato pericolodi S. A. R. La sacra cerimonia mostrò ancora una volta in tutta la sua bellezza la pietà gentile e forte di Torino, facendone palpitare il cuore in un impeto ge-

12 J11 eoilsolata Q rieroso di gioia e di riconoscenza verso Colei ehe è onnipotente impetratrice presso il Padrone della vita e della morte. Nel santuario si accalcavaunafolla immensa, in cui tutte le classi sociali erano larghissimamente rappresentate. Le dame residenti in· Torino della regina Elena e della regina Margherita; tutti i componenti le Corti ducali di .Aosta e di Genova ; il fiore del patriziato e dell'alta borghesia; i rappresentanti dei più alti uffici politici ed amministrativi, si confon. devano alla turba che rappresenta lo schietto sentimento del popolo. Con pensiero gentile, un drappello di allievi dell'Istituto sociale rappresentava ufficialmente la gioventù studiosa. Verso le 17,'>0in vetture-di Corte dalle rosse livree, giunsero al santuario S. A. il duca di Aosta in piccola tenuta di generale ed i prineipini Amedeo ed Aimone, accompagnati dal colonnello Recli, dal capitano Lanzoni e dal eonte e contessa di Castelvecchio; la contessa di Parigi colla figliuola ·principessa Luisa; la principessa Laetitia, la duchessa di Gen()va . madre, il-duca Tommaso di Genova colla consorte duchessa Isabella ed il figlio principe di Udine: tutti gli augusti"'personaggi coi loro seguiti di dame e cavalieri. Celebrava il nostro Rettore canonico Allamano circondato da tutto il clero del santuario: il paramentale ricchissimo di tela d'oro ado: perato per la funzione, era quello già donato al santuario dalla munifica pietà di S. A. R. Maria Vittoria, madre del duca di Aosta. In presbiterio assisteva S. E. il Cardinale Arcivescovo. Quando davanti all' imagine taumaturga splend~nte fra i ceri dell'altare, fu intonato il Te Dettm, quanti gremivano lo storico tempio dovettero sentire in tutta la sua maestosa e confortante dolcezza la profonda veracità del culto cattolico. Quelle migliaia di .voci che facevano vibrare le sacre volte, uscivano veramente dalle viscere delle anime; quell'acc~lta enorme di persone così dispari nella posizione sociale, formava un solo cuore, commosso dagli stessi sentimenti, che nei versetti stupendi del canto sacro riàffermava la sua fede, e rimembrava benefizi antichi espri · . mendo la gratitudine per un nuovo favore ottenuto dalla Madre di consolazione. Certo fra le molte, altissime e cordiali congratulazioni ufficiali in questi giorni pervenute all'augusto sposo di S. A. .R. la duchessa D Elena, deve a lui essere riuscita particolar· mente cara questa sacra dimostrazione della cittadinanza torinese, quale faustissimo aÙ:· spiCio, non solo del pie{\o ristabilimento della sua Consorte, ma di nuove benedizioni che Maria SS. consolatri~e · spanderà sulla sua famiglia e sopra tutta la Casa di Savoia. Dalle qostre Missioni d'Africa · Un ricordo del giubileo dell'Immacolat3:. La Commissione Cardinalizia incaricata di ordinare e promuovere la degna celebrazione dell'anno giubilare dell'Immacolata, fra le altre raccomandazioni, ha fatto quella importantissima di ricordare la fausta data colla fondazione di opere permanenti a gloria di Maria SS. A questo desiderio del Papa, espresso per bocca della Commissione, con lieto animo si sono pure conformati i nostri missionari,·dedicando all'Immacolata una istituzione su cui riposano molte liete speranze per la nascente cristianità affidata alle loro cure nell'Africa Orientale: il CoUegio dei catechisti. Esso, come abbiamo accennato nel numero di dicembre, fu fondato presso la fattoria di Niere, a fine di raccogliervi giovani indigeni di singolare intelligenza e bontà· d'animo, i quali poi, istruiti con specialissima cura e divenuti ferventi cristiani, saranno un potente aiuto al missionario nell'opera di evangeliz· zazione, quali perfetti conoscitori della lingua e delle usanze della loro patria e persone note e gradite ai loro compaesani. Tutti i seminarii della diocesi di Torino sono posti sotto la protezione dell'I~macolata: non era giusto quindi che seguisse il loro esempio il piccolo seminario africano, che di Torino è diretta figliazione? La cappelletta di esso, ora provvisoriamente in rami e fango, sarà presto sostituita da un'altra _tutta in nitido legno, i cui pezzi sono sollecitamente preparati nella segheria di Tusu. Sull'altare campeggierà la Donna d'ineffabile pu· rezza c~J.lpestante la testa del serpente infer-- nale: quale viva, stupenda eloquenza non assumerà il simbolo su quel lembo lontano di terra, dove i messi di Maria·SS. Consolatrice ed Immacolata attendono appunto direttamente a distruggere il regno di Satana! I giovani catechisti sono ora in numero l di 48, e, come ci dicono le ultime lettere dei nostri, estrinsecano ottime disposizioni allo studio della religione ed alla pietà sotto la cura dei missionari D. Gays e· D. Barlassina,

J1l Cortsolata 13 q i quaF attendono con zelo alla loro formazione. E siccome il lavoro assiduo è il guardiano della virtù, i giovani catechisti nelle ore libere dalla scuola e dagli esercizi di pietà, coltivano le terre della fattoria e ne custodiscono il bestiame. In questa occupazione, la più ambita dai giovani akikuju, ne mostra alcuni l'in· cisione, fatta su fotografia, che presentiamo ai lettori. l t o si ordinò definitivamente a comune eleg· gendo ·i suoi consoli. I più antichi documenti a noi pervenuti con nomi di consoli torinesi sono .del 1172, ma gli avvenimenti che dimostrano come fin dai primi lustri del secolo Torino andasse esplicando la sua auto-. nomia, fanno supporre che essa assai prima già eleggesse. i suoi rappresentanti. SottratAllievi catechisti del Collegio dell'Immacolata presso la fattoria di Nlère Storia del santuario della Ooqsolata IN TORINO -~-w~--- Segue il CAPO-VIII. SOMMARio. - Cenni sulla vita civile di Torino nei secoli XII e XIJI - Fra le sue vzcende più non è interrotto il culto ·di Maria 88. Consolatrice - Torino è da lei liberata da urgente .pericolo di generale incendio nel1240 - I fl.agellan ti-- Le confraternite in Torino e la Consolata. 9i condurrebbe troppo lontano dal nostro sacro argomento il tener dietro, anche in modo sommario, allo svolgersi della vita civile di Torino. Diremo soltanto che essa, come moltissime città italiane, nefsecolo XII l. !~!::::::~:~;;~~~.:!~::~:f~·:;:: interessi della loro casa tenuti nei dominii i che essa possedeva oltr'Alpi, Torino rimase indipendente fin dopo la metà del secolo XIII, con brevi interruzioni, .in cui la signoria esercitata sopra la città dagli imperatori germanici, dai conti sabaudi o da altri si- l gnori, di po_co cangiava le condizioni della . potestà comunale. N el 1280, tolta, da Tommaso III a Guglielmo marchese di Monferf rato il quale da poco erasene insignorito, · Torino tornò all'obbedienza della casa di Sa,- voia, e sotto l'uno o l'altro ramo di essa andò P?i .da qu~l punto svolgendo i· suoi destini

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