Missioni Consolata - Novembre 1904

12 eo.,solata 177 di lui, cosi santamente delicato e signorile in ogni minimo tratto, cavava lagrime df sublime commozione pur forzando al sorriso. Nelle carceri, a quei tempi non ordinate nè regolamentate come oggidi, i detenuti pativano spesso il freddo e la fame ; tormenti che � ne!e, quando e fin . dove era possibile, miti· gazione di pena o la grazia sovrana ; egli dispensatore di inesauribili soccorsi in moneta, in pane, in vestiti; senza distinguere tra gli infelici i più o meno cattivi, i cattolici dagli appartenenti a false religioni, i riconoscenti dagli ingrati. Unico premio alla sua liberalità, agli eroici sacrifici personali, agli insulti sanguinosi sopportati da . parte dei delinquenti più abbrutiti e malvagi, D. Cafasso chiedeva di poter salvare le anime di quei suoi amici. Meravigliose sono le vittorie da lui ottenute in questo campo, coll'aiuto di Dio e l ' intercessione di Maria Santissima. La composta, inalterabile pazienza e dolcezza unita a ferma dignità; il tatto sapiente e squisitò; la fine ed appropriata arguzia, facevano di D. Caf�sso uno .spécialista inarrivabile ·nella conversione dei delinquenti ed in particolare dei condannati a morte. Ritratto del Servo di Dio D. Giuseppe Cafasso · All'assistenza di questi, sebbene fosse di animo sensibilissimo·, erasi egli legato dai primordi del suo sacro ministero con eroica promessa fatta a Gesù sa· cramentato, chiedendogli in compenso• la grazia.che . · nessuno degli infelici che egli avrebbe accompagnato al patibolo morisse di mala morte. IL sacrificio fu cosi accetto, cosi· pienamente esaudita la ·preghiera, che .Si aggiungevano alle .catene, alla malsanità ed alla tristezza degli ambienti sotterranei, a rendere più acuta la rabbia e tutte le più basse e violenti passioni, che la privazione della libertà può ingenerare in esseri sotto tutti i rapporti disgrJ.ziati. Ci sarebbe da scrivere un interessantissimo volume sulla carità, anzi sulla �ristiana amicizia di D. Cafasso per essi. Egli patrono e avvocato eloquentissimo per ottel fra i giustiziandi da D. Cafasso assistiti [in · 20 anni, uno solo mori senza co il fessarsi, perchè caduto in istato di ' coma e smarrita la conoscenza all'udire la sua sentenza, non si .riebbe più e subì in tale stato la pena capitale. Non t si può con precisione stabilire quante volte l'uomo di Dio fosse chiamato a compiere il doppiamente faticòso ufficio ; i registri della ·confraternita della Misericordia notano nel ven·

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