176 '111 eo.,solpta dopo Dio, riconoscenza alla' Madre di Consoll!.zione, alla quale dalla sua tomba pare che il suo divoto fedele, come soleva in vita, continui ad applicare per sè e per tutti il testo biblico : In novissimis invmies requiem in ea (Eccle. siaste). ------��� ------ BREVI CENNI sul Servo di Dio D. Giuseppe Cafasso O. Cofasso str•dente, sacerdote, superiore del Convitto ' ecclesiastioo - Divie11e l'apostolo di Torino - :0. Cofasso · ed i oarcerati - D. Cotasso ed i oondanttati a mortP, - Suo zelo per le indulgenze - Come ottenne una Sf>eoiale indulgenza plenaria In. artlculo l mortla -Sattta fnOrt" di O. Cofasso - La sua tom!Ja nel IJatttuario della Consolato.' Giuseppe Cafasso :p.acque a Castelnuovo d'Asti il 15 gennaio Unl. Fanciullo di pochi an;�i già veniva in. paese chiamato il santetto per la sua carità verso i poverelli, per la premura ed il garbo tutto speciale con cui cercava di trarre i suoi piccoli compagni ad essere buoni, a partecipare alla sua pietà verso Dio ed alla sua divozione verso Maria SS. Alle scuole e poi nel seminario di Chieri, dove compì brillantemente .i suoi studi, era desi· gnato quale novello S. Luigi Gonzaga, appellati-lo che tutto dice i11 poche parole. Giunto nel 1833 alla meta delle sue sante aspirazioni, al sacerdozio, egli pensò tosto ad aumentare iu sè la scienza e lo spirito del santo mini� stero: chiese perciò di essere ammesso nel Convitto ecclesiastico, fondato nel 1817 dal teol. coll. Luigi Guala, appunto ·allo scopo di preparare degnamente i giovani ecclesiastici al sacro ministero del confessionale e del pulpito, mediante alcuni anni di studi appropriati e di raccoglimento in Dio. .Per dovere di brevità diremo soltanto che tre anni di Convitto, non solo prepararono D. Cafasso ad uno splendido esame di confessione, ma, malgrado la sua modestia, lo posero nella più alta stima presso i superiori ed i' compag:ni, e lo designarono ad esser eletto come coadiu· tore nell'insegnamento· · al teologo Guala·, al quale successe poi, dapprima quale supplente nella lunga infermità. di lui, ed alla sua morte come superiore del Convitto · e rettore della chiesa di S. F.r:ancesco d'Assisi, a cui il Convitto era allora annesso. o In tale qualità D. Cafasso divenne il vero apostolo di Torhl.O: apostolo umile quanto zelante; modesto quanto sapiente ed eroico in ogni virtù, la cui opera abbraccia non solo i sacerdoti, ma tutte le classi sociali e si fa di più in più popolare, pure. continuando ad essere ricercata come direzione ed influenza preziosissima da prelati, da nobili, da gente di toga 'e di spada. Colla parola, e ben più coll'esempio. di ogni ora, di ogni minuto Don Cafassç> va formando dei suòi cari convittori' una falange di sacerdoti. esemplari; colle sue conferenze di teologia morale, a cui accorrono anche di fuori dioceE;Ii curati canuti e pe.rsiil.o vescovi, egli distrugge le tendenze giansenistiche ed assicura il trionfo delle dottrine 'di S. Alfonso de'.Liguori. Intanto trova pure il' tempo di recarsi di tanto in tanto a dare missioni fuori di .To.r:ino ;· di dettare quasi ogni annò gli esercizi spirituali nel santuario di S. Ignazio; di predicare spesso nelle chiése della-città e specialmente in quella di S. Fran· ces<;o, dove attende quotidianamente. per molte ore al · confessionale, con immenso profitto di penitenti d'ogni _graqo e condizione.' Trova il tempo di visitare ·infermi, miseri abòandonati nE)lle loro soffitte ; di ricevère in· privato quanti domandano di ·consigliarsi co� lui. Sono tra q�esti, a tacer� di cento altri, Mons. Fransoni di santa memoria, D. Bosco, la marchesa di Barolo, il ·conte Solaro della Margherita primo ministro di Carlo .Alberto. I biografi di D. Cafasso sono concordi nel dire che i consigli di lui, oltre il dono di cogliere sempre nel giusto segno, avevano pur quello di ispirare i1J. chi li riceveva tanto sicura e tranquilla fiducia, che troncava tosto in loro ogni affanno, ogni penosa esitazi�ne. Eppure i pareri venivano per lo più dati con pochissime parole, dette con estrema semplicità, ma con tono di naturale s;curezza, in inodo da non lasciar adito a repliche o discussioni. Per D. Cafasso il tempo era veramente moneta, che egli voleva trafficare per l'eternità : Ci riposeremo poi in paradiso ; un palmo di paradiso paga tutto - soleva egli ripetere a chi.lo pregava di risparmiarsi alquanto, di conçedersi qualche tregua nel lavoro. Di questo tèmpo, così scarso alla molteplice opera sua, D. Cafasso non era avaro coi poveri carcerati nè coi condannati all'estremo supplizio, gloriandosi egli scherzosamente del titolo di prete da forca espressione che in boc.ca
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