llt eo.,solata 169 sparve dai nostri occhi, noi eravamo sulla cima del colle e stringevamo le unté mani del giovane capo, ancor minorenne e semplice pretendente al trono lasciato vacante dalla immatura morte di suo padre. Gn nuovo stringimento di cuore ci prese quando, giunti su un altro colle, vedemmo stendersi ai nostri piedi il paese che Jra poche ore sarebbe stato invaso dagli ascari venuti da Nairobi, da' Fort Hall e da Fort Niere, coll'aiuto dei Massai, gli implacabili nemici degli Akikùyu. Chissà se quelle popolazioni indomite, ri,calcitranti finora alla forza armata, non avrebbero ascoltato la parola dolce e disinteressata del missionario, con risparmio di tante vite e di tanti danni? Può darsi che ora siano divenuti necessari gli incendi e le mitragliatrici a domare questi fieri selvaggi, che dell'europeo non hanno avuto altra conoscenza che per mezzo del fucile che l'accompagna; ma prima; a popolazioni vergini da ogni contatto coi c!vilizzati, chissà ?. .... Arriviamo al Gura, il grande affluente del Sagana, verso mezzogiorno, e qui riposiamo alquanto seduti sulla, rampa . d'accesso al famoso ponte, di cui si parlò per tutto il Kikùyu ed alla cui costruzione migliaia d'individui hanno 'lavorato. È vero che in Africa altro è fare le cose ed altro il vederle fatte, tuttavia ci aspettavamo di più che un pilone in muratura e quattro rotaie fer-, roviarie, con su assi di fattura kikùyu e parapetti al naturale l Fortunatàmente per noi, non ebbimo a leggere la dichiarazione che accompagna ogni pbnte già finito della via carrozzabile Nairobi-Fort. Hall, dichiarazione in cui il viaggiatore è, avvertito che il passare su quei ponti è a rischio e pericolo individuale, perchè l'amministrazione dei lavori pubblici non risponde della stabilità di essi. Il vento ha spazzato via le nuvole; il sole del mériggio rende faticose le ultime scalate alle colline che ancora ci separano da Ke� kondi. Ma oramai siamo nel suo territorio; i campi coltivati si succedono ed i villaggi paiono toccarsi fra loro. La densità della poP?lazione qui ha raggiunto un grado tale che non è possibile riscontrare altrovè, al.: l'infuori degli agglomeramenti delle città (1). Come tanta gente possa sostentarsi è ancora un mistero, poichè quantunque in questa eterna primavera le coltivazioni ed i raccolti si succedano ininterrottamente durante il corso dell'intero anno, non è facile immaginare come i campicelli possano produrre nutri· mento per tutti, tanto sono numerosi i villaggi e le capanne, da cui escono o fan capolino fitte fitte le figure nere: vecchi, adulti, sciami di fanciulli. Quale messe per il missionario; quante animé da redimere, da salvare! Non tardiamo ad incontrare C"onoscenze. Sono i primi portatori della nostra carovana che, ritornati alle loro case dopo finito il , lavoro, accorrono ora a salutarci, a presentare ai loro compatrioti coloro che essi sono andati' a prendere a Naivasha! I pochi portatori che abbiamo con noi sono immediatamente sollevati dai loro carichi, e tuttavia l'avanzare va facendosi più lento per la quantità dei saluti a cui bisogna rispondere e delle mani che occorre stringere. Noi siamo ora un, po' dimenticati od almeno non più i primi nel ricevere i complimenti: ·le regine delle feste che ci si fanno sono le muari (le vergini), esse l'oggetto dei comuni discorsi. Da tutti i sentieri che danno sulla nostra via sbuca gente; frammezzo alle verdi foglie di tutte le bananiere appaiono nere faccia:· vecchi, guerrieri, donn·e, fanciulli si adden- (1) Dal resoconto ufficiale· delle tasse esatte dal governo inglese nel 1903 si rileva che nella regione di Kekondi, entrq nn ruggio di nn' ora e· mezza di cammino intorno all& missiolle della Provvidenza, furono più di 20.000 le famiglie ind-igene che pagarono la tassa annuale di una rupia (L. 1,76) per· capanna. Supposta. ogni famiglia di 6 persone (in generale ve ne sono assai più) sarebbero almeno 100.000 abitanti sopra nn'esten· aione di s:ore di cammino: una deDsità di popolazione, come ai vede, di cui non c'è esempio nèlle campagne in Europa. . Da ciò ai capisce nn' altra statistica - che manderemo a Propaganda - quella cioè delle cure dei malati nel 2• trimestre 1904. Esse furono, nella sola missione di Kekondi, in aprile !llU., in maggio �997, in giugno (mese delle pioggia) 1386: totale 6697, di cui 1210 cure a domicilio, le altre nel dispensario della missione. Davvero che è il caso d'esclamare: quanta messe di anime., e· quanto bisogno di operai !
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