Missioni Consolata - Settembre 1904

w eo.,solata 147 quello rotto soltanto dagli urli di qualèbe iena ·vagabonda; queste dal chiarore dei tizzoni che gli indigeni lanciano contro la belva a fine di allontanarla. S'intende che anche. fra le tende l'illuminazione non è eccessiva, e fra. noi ci riconor sciamo più col chiamarci per nome che col ' vederci in volto; tuttavia, avendo ciascuno qualche cosa da fare, siamo tutti in moto; noi. vecchi come in casa nostra: i novizi invece, uri po' disorientati in quel caos, scambiando la propria tenda, intoppando in tutti i picchetti e corde che incontrano, nulla trovando di ciò che cercano. I portatori chè da buoni Akikùyu, o meglio al pari di tutti i neri d'Africa, avevan da un giorno o due finite le loro prov�iste cibarie e. perciò da un giorno o due ingannavano il ·tempo e la fame cantando e riscaldandosi,. emisero grida e spiccarono salti di gioia quando videro �he d�l tren�, ip.si�me con noi, erano pilr disc�si sacchi di mat'àma (farina indi-_ gena). Q.uello era stato ìl · ca�ico preferito, che tutti si disputayano per portare all'ac� campamento; ed i più impazienti vi avevan fatto capanelÌo attorno, accontentan4q�i, n�ll'attesa della di , stribuzione, di pafpa, re i sacchi ,_ e di far cocca col vestito quasi che essa si do�esse .riempire da sè.' Quando le cose si furono un po' sistemate ed i varii servizi di campo e di guardia ·�ssegnati, si incominciò la distribuzione del cibo. Uno dei capi versava una misura di farina nei re�ipienti. che gli erano m!ln mano presentati: lembi di vestito, berretti, �acchetti di pelle et similia; mentre un altro capo controllava che nessuno si presentasse due volte. Per lo più ogni gruppo inviava il suo rappresentante, il quale riportava tante misure di farjna ·quant'erano i rappresentati; in ultimo tutti attesero che fosse finita la nostrjl. cena. ,Allora le nostre. marmitte, le padelle, i paiuoli e perfino i loro coperchi andarono sparpagliati sui varii fuochi, e dentro di essi 'presero a cuocere tanti polentoni all'acqua pura, eccetto quello dei capi che vi aggiunsero un po' di sale, da noi regalato loro per mantenere alto il principio di autorità. Una grande tenda ci servì da refettorio, e quantunque ci trovassimo in tredici a tavola a nessuno man'cò l'appetito, aumentato anzi dall'aria frizzante che c'inviavano le montagne circondanti il lago. Era inteso che · il seguente mattino si partirebbe per tempo, perciò ognuno si ritirò presto nella propria tenda, mentre lo scoppiettare dei fuochi che che continuava intorno a noi e le' interminabili cantilene degli Akikùyu, come una nenia, venivano a conciliarci il sonno. Tre mesfie nel campo - Malattie improvvisate- Conosciamo i 'J?OStri polli!- La pazienZa. fa miracoli - Disposizione della carovana - Addio al lago e alla civiltà - Alla conquista di anime - Mercato nel deserto- Un bel caso - Cose non mai viste - Si ansima, si sbuffa, ma.si arriva! - Pranzo benguadagnato. Grandioso servizio ... d'appetito - Sciope1·o generale - 'Rimedio radicale - Evviva i nuovi capi! Giovedt 18 febbraio. Il Benedicamus Domino risuonò fra le tende alle 3 , del matti�o. I fuochi ardev�no tuttora, ma all'infuori di qualc4e figura che a mo' di ombra vi si aggirava intorno ed attendeva ad attizzarli ed alimeri.tar�i di nuovi ramoscepi, i portatori dormivano tutti, distesi sulla nuda terra sotto la stellat'a volta del cielo. Noi celebriamo le tre messe ai piccoli altari portabili montati nelle tende più grandi ; i fratelli e le suore fanno la.loro comunione. Finite le nostre divozioni, mentre i cuochi ci preparano la colazione, ciascuno attende .. a far arrotolare ed insaccare il proprio letto colle relative coperte, ed a dar assetto alle cose individuali. Incomincia intanto la distribuzione dei carichi. Le tende si smontano e coi sacchi dei letti si consegnano .ai portatori dall'aspetto più robusto, capaci di tenersi sempre in testa !!.Ila carov,ana, così da non farci subire ritardi nella formazione delcampo guando nel pomeriggio si arrivi al luogo fis- . sato. E fin qui non ci sono difficoltà: le tende 'ed i letti non presentando spigoli duri ed essendo, per modo di dire, carichi di fiducia, poichè ad ogni portatore facciamo conoscere il proprietario del carico al cui servizio egli

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