144 J1l eo.,so1ata Q il quale va imponendosi colle armi e colle tasse. Spigolando da lettere e diarii, daremo prossimamente ai buoni lettori un'idea della vita di missione in quei 'luoghi. Ora ci pare op· portuna la narrazione del viaggio compiuto,· per raggiungere i relativi punti di destinazione, dai missionari e dalle suore della 4a spedizione, partiti da Torino il 25 dicembre 1903, giunti felicemente a Mombasa sulle coste dellÒ Zanguèbar il 15 gennaio 1904, e di là recatisi tosto alla stazione di Limùru (missione di S. Giuseppe) sulla ferrovia deli'Uganda, in attesa di avanzarsi nel paese. ------�� ------ Relazione sulla carovana da N�ivasha a Niere e Kekondi Dal diario del Teol. Filippo Perlo Giuste impazienze - Tutto è pronto - Ca· rovana. straordinaria - Per strade in bianco suUa carta geografica - Preoccupazioni e pericoli- Alla guardia della Consolata - Concentramento della carovana al lago di Naiv'qsha. Limùru, febbraio 1904. I missionari e le suore destinati per l'interno - così noi chiamiamo tutto il campo delle nostre missioni all'infuori di �imùru - erano impazienti di raggiungere la loro destinazione. Le lettere che giungevano piene d'inviti e di promesse dalle varie stazioni, non facevano che aggiungere esca al fuoco, tantocbè in questa« forse più grande comunità religiosa dell'Africa equatoriale», -eravamo 19 tra missionari e suore - non mi era più possibile incontrare persona senza sentirmi ripetere, sotto l'una o l'altra forma, il ritornello: quando partiremo? Ma oramai i preparativi erano finiti, non i preparativi di lusso e confortable, che .caratterizzano le moderne spedizioni scientifiche e politiche succedentesi in quest'Africa tenebrosa, ID:a quel tanto che le difficoltà ed i pericoli della via esigono, nonostante la povertà evangelica, la cui osservanza per il o .. . missionario è ben soventi obbligatoria indipendentemente dal voto che ne ha fatto. Si era dovuto pensare a molte cose, perchèa quanto mi consta - mai carovana così importante per numero di europei, e sopratutto di donne, si era avventurata attraverso contrade segnate in bianco sulle carte geografiche, seguendo i sentieri che gli elefanti èd i rinoceronti tortuosamente hanno segnato fra schiantati alberelli e calpesti cespugli, internandosi fra tribù selvagge che l'audace guerriero massai non è mai riuscito a vincere; fra cui l'arabo mercante di· schiaviil terribile negriero - nulla mai ha potut� trarre della sua mercanzia Ulll ana. Ma nell'impazienza di partire, nel sentirRi vicinì a realizzare il sogno dell� vita, al pensiero di quella massa d'anime da redi.mere che ci attendeva, chi si ·curava qi pericoli? Io ero tuttavia preso da una certa qual preoccupazione: non per me, che ormai mi sento africanizzato, ma per gli altri e sopratutto per le suore, poichè so di quante sorprese sia ricca l'Africa e come l'impre· veduto, malgrado tutte le precauzioni, sl\lti fuori ad ogni pie' sospinto. Ma le suore missionarie non sono anch'esse le fi'glie della Consolata? Ella dunque le deve guardare. L'attivo ed energico fratello Celeste Lusso, appena vide ultimate le case ,in pietra per le suore nelle due stazioni dei Sa: Angeli e della Madonna della Provvidenza, · inco�nciò ad organizzare la carovana di portatori. Questi furono scelti à Kekondi (Madonna della Provvidenza) per la maggior faç:ilità di trovarli, essendo noi in ottima relazione con quel capo, W ambogo, ed anche perchè gli abitanti del paese incominciassero a conoscere quelli che, per loro, vi venivano. E la carovana di 150 portatori, guidata da Celeste, si av':'iò alla stazione ferroviaria sul lago di Naivasha, scelta come luogo di concentramento. La ferrovia d'Uganda, che parte da Mombasa sul mare e finisce al lago Vittorja, n.el suo percorso non fa che toccare, a circa 400 miglia dalla costa, le cosidette montagne del Kikùyu, ma il vero paese - l'interno - ne dista parecchie giornate di cammino,
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