Missioni Consolata - Settembre 1904

.f!1 8.o11solata :ammo p:;:::;: massai: :��ifb mostri della :=�li Akikùyu no: arrestammo · �er un'ora e mezzo, a riprender navano a bassa voce, quasi temendo di evoforze per il tratto più difficile della marcia carli, ed i cui nomi indigeni fortu�atamente che s'avvicinava (vedi incisiqne qui sotto). le suore non capivano. Naturalmente si avanIl terreno dinnanzi a noi aècennava ad l zava con tutte le precauzioni ed esplorando un'eievazione ben più notevole dell'attuale; il terreno; come ·in paese nemico. l'alta erba della steppa \ si era convertita in Più tardi i cespugli <lettera luogo ad una cespugli; le orme degli elefanti e dei . rino foresta di pini in parte abbruciati, ed i cui Un breve alt della carovana a 2600 metri sul mare (Da, una fotografia del Teol. Filippo Pe1·lo) ceranti erano comparsè. Siccome si doveva � attraversare una zona pericolosa, ' scelsi ap· � . positamente l'ora del meriggio, in cui quegli � animali riposano, e mutammo anche legger- � mente l'ordine della carovana. Noi cinque, ciascuno col proprioportatore di fucile, e questo · carico a balistite, racchiudemmo in mezzo le suore. Due capi, pure con fucile, dovevano pensare alla difesa della carovana, ed io con . qualche indigeno passai in testa, precedendo alquanto. Ad ogni tratto alberetti schiantati o divelti attestavano i frequenti passaggi di numerosi elefanti e rinoceronti, di questi tronchi caduti ci conveniva scavalcare, an· nerendoci i vestiti e· spesso anche le mani, con cui talvolta eravamo costretti ad appoggiarci ed aggrapparci a quegli enormi · tiz· zoni, a fine di evitare cadute più sgradevoli. Si saliva sempre, però senza troppo rapido dislivello. A mezzogiorno la pineta era finita ed entravamo decisamente nei bambù. E qui la montagna si rizzò ad un tratto davanti a noi. Se fossimo stati tutti antichi camminatori, era questo un posto ben indicato per il pranzo, che ci avrebbe rinnovate le forze ·per l'ardua salit�. Ma quelli' fra i no�tri com-

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