Missioni Consolata - Settembre 1904

149 Qp C'N P�1 ,� � r() spaziava senzà confini sulla pianura immensa; Ma quelle bestie, neppure a tirarle, non un'aria satura di profumi e di libertà ci veniva c'era modo d� farle avanzare. Dovemmo ridiretti; e tutti CI sentiVamo come affascmati . quasi di peso finché perdemmo di vista Il dallo splendore mattutino della natura -che, resto del gregge, ed anche allora, lasciate elevando la nostra mente a Dio, ·ce ne faceva · in libertà, non ebbimo poco a faticare per .nello stesso tempo intravvedere.la grandezza · avviarle sul buon cammino; tantochè noi e. la magnificenza. � stessi dovemmo darvi mano, discendendo dal-. . Ad,una mezz'ora di cammino ci imbattemmo l'ufficio di pastori d'anime a quello più umile in un gran capannone abitato da Somali, mer- di pastori di montoni. canti di bestiame o;ino. Con essi ci eravamo Per un po', di tempo si andò abbastanza già intesi la sera prima per l'acquisto dei iJ bene; ma ad un tratto ad un montone saltò Massailand (Da una fotografia del Te?l. Filippo Perlo) 1 il ticchio di lanciarsi a tutta corsa attraverso alla steppa. I nostri Akikùyu, come il buon pastore, abbandonano i restanti animali e partono all'inseguimento del perduto, .dopo aver, deposto il carico che portavano. Siccome erano quasi tutti allievi catechisti, avevamo ad essi affidate le cose di fiducia, come la cassetta col danaro e valigiette perso· �li. Così non ci trovammo soli, con tutta questa rob.a ai nostri . piedi, a far la guardia ai montoni che· volevano anche essi fuggirsene, mentre la carovana éontinuava ad allontanarsi. Ci volle del bello e del buono a riprendere· il fuggitivo: finalmente, essendo tornati i nostri uomini, .potemmo raggiungere la carovana che si era arrestata per un breve riposo. Quivi la· montoni, che: eventual;nente pqtessero occor- � sciammo i montoni in custodia al capo che rerci pel vitto durante il viaggio. Ora i pro- � cammina in-coda alla carovana coll'incarico prietarii si trovavano tutti là, attorno ad ·Un � di raccogliere e spingere i ritardatari,· e cosi grand'albero : figure- sec�he, lunghe, slanciate, finirono le nostre preoccupazioni al riguardo. �::� : b ��:�:!t: c � r �� r ;1::e!:: e :!�:U�����:�, �:ei;� s =r�:�! o d� u in:::�a� ll � c :��;:�: i !e:�: parlano le principali lingue in uso sulla costa con due di noi e tre fucili carichi con baio· orientale d'Africa, o meglio, ne ripetono le l netta innastata; i portatori delle tende, dei frasi principali. Uno di essi pretendeva per- letti e della cucina; un altro di noi, indi la fino di discorrere in i�aliano; anzi conoscendo massa dei ca�ichi ed un capo in coda con altri la nostra nazionalità, a fine di ben predisporci � fucili. Quelli · di noi che già hanno più lunga -al contr-atto,. tutti- si. protestavano-apparte- pratica tenevano saltuariamente tutti i punti nenti alla nostra Somalia ed assicuravano che della colonna (vedi incisione qui sdpra). Al gli italiani s.ono i migliori padroni frà tutti. suono della trombetta da caccia si ripigliò . Come conclusione acqui�tiamo 5 montoni, i più � il cammino. grossi del gregge, e ci avviaino per raggiun- La grande distesa di steppa che avevamo gere la carovana già distante.. attraversata e che un tempo era ricoperta

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