Missioni Consolata - Settembre 1904

148CG����--������������������������Gm�����-�sen è destinato, tutti accorrono volentieri alla l - chia'mata. · Ma quando compaion� le casse, gli strumenti d'agricoltÙra: tutti colli di egual·peso, ma incomodi ad essere portati, allora, come per incanto, la carovana si converte in un ambulatorio. Chi accusa male ad un piede o dolore al ginocchio; chi, proprio in quel momento, ha avuto una distorsione e difatti fa vedere che camminando zoppica; altri presentano antiche cicatrici alla schiena e mi fan .notare che gli spigoli delle casee riapri- {) rebbero le ferite ed infine quasi tutti, se non hanno più una qualche spina infissa nella pianta del piede, si è perchè . l'hanno estratta a.ppena qualche minuto prima. · Non mancano quelli che mi prendono per il braccio e vogliono ch'io tocchi con mano che la gamba è proprio dolorante. Naturalmente tutte queste asserzioni producono poco effetto su di noi, che oramai conosciamo i nostri polli; ci resta tuttavia un gran da fare a persuaderli che nelle casse abbiamo medicine per tutti e che al prossimo accampamento li cureremo tutti. È solo questione di molta pazienza e di moltissime parole: difatti poco a poco, una cassa dopo l'altra, u� involto dopo l'altro, tutti i carichi se ne vanno, ed il maggior lavoro che ci resta a fare è l'impedire che . � ciascuno se lo scelga da Eè. Tuttavia qual- � cuno che vuoi essere di parola più degli altri• � ricevuto il carico che non è di suo gusto, parte zoppicando e barcollando, ma poi - proprio come i fanciulli che ·cessan dal piangere se nessuno li guarda - vedendo che noi non ci bad-iamo smette i versi ' : le sue gambe si consolidano e fila diritto per la via. E cosi, bene o male, il gran mucehio diminuisce·e sul finire sparisce anche per incanto: coloro che attendevano nella speranza.di avere un carico più piccolo, presi ora dal timore di restarne senza, si gettano tut' ti sul poco che rimane.· Sul luogo a cui poco prima davan l'aspetto d'una gran fiera le tende, i.l mucchio eno�me delle casse, il muoversi delle persone ed il vocio senza fin�, non resta ornai ,che qualche tizzone fumicante. E àttraverso alla steppa testè deserta si disegna ora una catena immane, serpeggiante, lunga 1 lunga, rotta in _ alcuni punti più densa in altri; ed in testa, lonta�o, abbagliante .al sole d'Africa, si vede come uno sprazzo bianco...... sono le suore. D. Barlassina ed il fratello Anselmo con indigeni portatori dei Mauser e W etterly le accompagna�o, avendo· il capo·car.ovana. a guida. D. Gays, Celeste ed io ci siamo fer· mati in coda pèr avvjare la carovana, affare La carovana in marcia attraverso la steppa nel un po' l�ngo nel primo giorno, causa la distribuzione dei carichi ed il tempo impiegato dai rispettivi portatori nel legarli ed aggiustarseli : nei giorni seguenti tutto andrà da sè. Alle 8 già tutta la carovana era; in viaggio; abbandonammo il lago terso •come uno specchio e riflettente un cielo ancor più bello (vedi incisione a,pag. 146), mentre migliaia di rondinelle posate sui fili telegrafici ci davano l'addio col loro cinguettare vivace ed insistente, e grandi uccellacci acquatici ci -passavano davanti con -volo pesante, emettendo stridule grida. Col lago s'allontanava pure l'ultimo segnq di civiltà: la grande ferrovia ad un treno per settimana! Ma chi pensava alla· civiltà da cui ci allontanavamo? Il nostro sguardo

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