Missioni Consolata - Luglio/Agosto 1904

J1l eo.rtsolata 127 QQ��- ���� �as ZTID�MK am������-o Il Clero; Preceduti da un nurii erosissimo stuolo di giovani chierici delle varie parrocchie urbane e dei tre Seminari diocesani, sfilano in lunga fila, fra l'ossequio degli astanti, i sacerdoti della città e diocesi e con essi le rappresentanze assai numerose degli Ordini religiosi, fra cui assai notati i Frati Minori, i Cap-­ puccini ed i Domenicani. Seguono i parroci venuti da ogni parte dell'Archidiocesi, i parroci della città, i canonici delle varie Collegiate diocesane e di Torino; poi fra il brusio della folla che si spinge innanzi in movimento di curiosità vivissima, impulsiva, i Vescovi in piviale argenteo, col Pastorale e la Mitra fulgente di gemme..... 'Poi i Sf1i Cardinali maestosi, imponenti nel sacro splendor della Porpora: ultimo l'Eminentissimo Vincenzo Vannutelli, con alla.to il gentiluomo conte Olivieri di Vernier nello splendido costume della Corte Pontificia. Al passaggio dei Vescovi e dei Cardinali il popolo ��,pplaude con battimani, evviva ed ovazioni entusiastiche che si ripetono incessantemente l]Ingo tutto il percorso. � Il Quaaro miracoloso. Ai fragorosi battimani succede d'un tratta un impressionante silenzio... . . È apparso su aureo trono il quadro miracoloso incoronato del mirifico diadema di stelle. Le stelle di brillanti ai raggi del sole cadente sfavillano, e la folla, attonita, cessato il primo istante· del suo stupore, prorompe in acclamazioni, in pianti, in alate preghiere. Un fremito di fede e di sovrumana speranza passa sulle anime. Fiamme improv.vise di pia estasi s'acce�dono negli occhi e danno a can· dide fa.nciulle parvenza d'angioli; trasfigurano visi consunti dal dolore e volti scultorii di forti. Chi vuole a viva fòrza prostrarsi nella polvere della via, dimentico dell'ora, del luogo, del pericolo e della convenienza, più non vedendo che l'immagine di Maria SS. e la possibilità di strappare una grazia, un prodigio; ,chi pretende quasi d'arrestare il sacro corteo per saziarsi della vistà della santa effigie e imprimersene indelebilmente i tratti nel cuore. Le madri imploranti protendono verso la Consolatrice i bimbi,· come già le donne di Galilea verso il divino Maestro; i padri gridano ai figliuoletti : Guarda , guarda la Madonna, ' pregala presto: mai'più, mai più, la vedrai così da vicino ! Ma l'interminabile corteo che precede e segue la sacra effigie incalza: il tempo stringe. Le guardie, i carabinieri debbono aprirgli il varco, allontanare con ogni urbanità gli ostacoli umani..... E la processione av.anza fra il ripetersi di scene commoventi; sfila destando nuove grida, nuovi pianti, nuovi entusiastici evviva. Si spezzano nella commozione i cuori più duri: dagli occhi scendono lagrime, dai balconi piovo�o fiori..... e tra lo squil1are' festoso dei sacri bronzi Torino saluta la Consolata, e ginocchioni le rinnova l'omaggio di sua fede! sudditanza! Così passa trionfandol'imaginetaumaturga e la segue una mobile selva di bandiere, che �piegano all'aria la vivida fiamma dei loro colori fra balde schiere di cattolici operai, dal volto abbronzato e dalle mani incallite, fieri di essere gl'i�vidiati Càvalieri della Consolata. Il sole è ttamontato. È la sera, e la processione, da cui si dovettero escludere pa· recchie corporazioni per difetto di tempo, termina alle 21, dopo quasi 5 ore di percorso. Nel santuario possono a mala pena entrare il clero, per il numero eccezionale dei membri di esso, dai Cardinali ai semplici chierici1 ed i soci d'ambo i sessi della Primaria Compagnia della Consolata, per antico privilegio. Le altre Pie Associazioni si acqalcano sulle due piazze del santuario e Giulio, unendosi collo spirito alla funzione di chiusura della processione. Straordinaria è la commozione, quando l'effigie taumaturga rientra nel san· . tuario. Ogni petto si sente alleviato da una grande ansietà, sollevato in un indicibile onda di gioia, fatta di cento motivi tutti belli e santi; e malgrado, o meglio forse appunto pe� la sua ·gravità, il clero prorompe unanime in un irresistibile applauso, che è un compendioso Te Deum.·

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