Missioni Consolata - Giugno 1904

Anno VJ -N. 6 ... PERIODICO o RELIGIOSO o MENSILE ibJ ESCE AL PRINCIPIO DEL MESE ((� DIREZIONE PRESSO LA SAGRESTIA IN TORINO Giugno 1904

UNA GlRAT-A- SORPRESA è quella che facciamo oggi ai nostri abbonati e lettori annunziando loro la FOTOGRAFIA COLORATA del quadro miracoloso della Consolata. Tutte le riproduzioni in colo1·e eseguite finora erano fatte a mano libera, di modo che per quanto accurate ed artistiche presentavano semprè qualche variante dalla fotografia del quadro. Con un processo nuo\issimo, detto fotocromia, introdotto per la prima volta in Italia dalla ditta Ricordi di Milano, si è ora riusciti a riportare meccanicamente i colori sulle stesse fotografie tratte dal quadro, cosicchè il contorno e tutti i minuti dettagli delle figure riescono perfettamente identici a quelli delle fotografie in nero, col grande vantaggio che i colori danno all'imagine quella naturalezza di espressione e quell'insieme d'effetti che la fotografia nera non potrà mai ottenere. Questa prima fotocromia della Consolata è in formato di cm. 26 X 19 cioè adatto per quadri da metter a capo del letto e da studio: se essa incontrerà il gradimento del pubblico, come ne siam persuasi, si ripeterà in altri formati adatÙ a qualsiasi richiesta. Un'altra novità si è che questa fotocromia porta già impresse le due corone di 12 stelle in brillanti, le quali saranno messe al quadro miracoloso nella prossima incoronazione. - Sarà il più bel ricordo dei festeggiamenti di questo ottavo Centenario. Prezzo di detta fotocromia L. 0,75 franca di porto nel regno: aggiungere 10 centesimi se si vuole la spedizione raccomandata. Altre qovibà · di oiroosfianza

;àf"'ù���'>._�_ ���y� DIREZIONE ��J Alla vigilia del c:�:o��r:i�':..ne Sacre Funzioni PREsso LA J per l'VIII Centenario- Uno sguardo al rinnovato santuario l -Le offerte di brillanti per le nuove corone - Gara d'onore SACRESTIA DELLA CONSOLATA \ degli ablatori di brillanti -Storia del santuario della Consolata in Torino -La vita del santuario della Consolata nel­ l'ultimo quinquennio 1899-1904-Un ricordo della prima inJ coronazione della Co nsolata -I cloni alla Uonsolata nel suo TORINO glorioso onomastico - Indulgenze a chi visita il santuario - Orario delle Sacre Funzioni pel mese di giugno. ( O/l'erte per l'ampliamento dél Santuario. Al:a-:-gilia -;�::�qario. T:}anticn s==sacr: .... d = a = ta .., n Q� � prodigi, santificato da tante preghiere, Nell'imminenza della grande, centenaria solennità, gli affetti che prorompono veementi dal nostro cuore commosso, esultante, si riassumono e si traducono in un solo grido: Alleluia l Aspettato in lunga, solerte preparazione quotidiana di mesi e di anni dalle anime pie; affrettato dai desideri, salutato dai palpiti di tutto un popolo, il fausto giorno albeggia finalmente sull'orizzonte del tempo, e Torino giubilante intuona il cantico della gioia e del trionfo ; Osanna l Osanna a Colei che viene nel nome del Signore! Tra le ultime rose della primavera che tramonta, in una gloria di sole, la consolatrice Regina dal dolce sorriso, disvela, fra le grazie della sua inesauribile misericordia, i mistici fulgori della sua celestiale bellezza alle turbe divoteche l'acciamano Sovrana e la invocano Madre. i monumento preclaro della pietà e della riconoscenza del popolo subalpino alla Madonna della qonsolata, si è ampliato, si è rinnovato, si è sontuosamente rivestito a festa per la gratitudine e la � � divozione dei piemontesi, fìdi alle magnanime tradizioni degli avi. i Oh benvenuto l'auspicato giotnot Benvenute con esso le festività religiose che muteranno ben presto la nostra Torino in un lembo avventurato di para- l diso t E anzitutto un doveroso, riverente saluto, ch'è insieme omaggio di affetto e ossequio di riconoscenza, al venerato Pontefìce Pio X, il quale con particolare ;i � J compiacimento si risovviene della Con il solata di Torino e dei torinesi, largheggiando inverso l'avito santuario con doni ' , 1 e privilegi, segni non dubbi di speciale , predilezione. � Benvenuto nello splendor della porpora l'Eminentissimo CardinaleVincenzo

82 111 eof}SO{ata Vannutelli, che lo stesso Sommo Gerarca, per atto singolarissimo di alta benevolenza, ha delegato a rappresentare l'AuChiesa, che volonteroilamente già promisero il loro ambito intervento. Benvenuti gli incliti Presuli, che dalle Em.mo C:mlinale VINCENZO VANNUTELLI Rappresentante di S. S. Pio X diocesi vicine e lontane qui verranno quasi ad un convegno apostolico presso l'altare di Maria. Benvenute le genti oranti e salmodianti che da ogni alpe e da ogni valle della allobroga terra, qui sfileranno in divoto pellegrinaggio, a ringraziare la Vergine taumaturga per gli ottenuti favori ed a intercedere per favori novelli l Già squillano i sacri bronzi, già echeggian i canti fra i musicali concenti, già rutilanti disfavillan le stelle del novello serto a Maria; e noi, nella serena letizia di u n a vi vissi ma gioia, collo slancio delle più care speranze, inneggiamo al giorno gusta sua Persona nelle imminenti so- � benedetto esclamando: - Haec dies lennità centenarie, e benvenuti con Lui quam fecit LJomznus, e:cultemus et gli altri eccelsi Principi della Romana laetemur z'n ea!

Jll 8of}so1ata H3 GGM-���� ���������������� ��"�s���=�·�·���cc ORARIO DELLE SACRE FUNZIONI per l'Vili Centenario dallo scoprimento miracoloso della Sacra Effigie della CONSOLATA in Torino �= RY == Sabato, 11 giugno - Mattino - Consecrazione del santua1·io fatta da S. E. il Cw·­ dinale RICHELMY. Durante la (anziane, cioè dalle .'5 alle 9, il santuario rimane chiuso, secondo le prescrizioni liturgiche. NO VENA Ca11toru1n. di S. natnzazzo. Triduo di Festeggiamenti Sabato, 18 giugno :Mattino - 0 1·e 7, Messa letta da tm Eminentissimo Cardinale · Ore 10, BENEDIZIONE ED IMPOSIZIONE DELLE NUOVE CORONE di stelle in brillanti all' imagine miracolosa e Messa Pontificale. Sera · Ore 18,30, Vespri Pontificali-Discm·so temtto da nn Eminentissimo Ca1·dinale - Benedizione Pontificale col SS. Sacramento. ILLUMINAZIONE GENERALE · Concerto musicale davanti al santuario i i l i Domenica, 19 giugno � Mattino - Ore 5,30, SACRE ORDINAZIONI pei 1�eo-sacerd C oti de R ll' archidioces 0 i tennte dal- . l Em.mo ard. ICHELMY - 1·e 10, Messa � Pontificale con Omelia detta da nn Emi· nentissimo Ca1·dinale. Sera - Ore 16,30, Vespri Pontificali. Processione generale coll' inte1·vento degli Eminentissimi Cw·dinali Vincenzo Van· uutelli, Svampa, Ferrari, Richelmy, � Boschi, Callegari e di molti Eccellentissimi A1·civescovi e Vescovi. Benedizione Pontificale col SS. Sacmmento. Lunedì, 20 giugno � :Mattino - Ore 7, Messa letta da nn Emi0 nentissimo Cw·dinale - 1·e 10, llfessa Pontificale celebrata dall' Emin."'° Cw·dinale VINCENZO V ANNUTELL!, Vescovo di Palestrina, Arciprete della Basilica Liberiana di S. Maria Maggim·e, rappresentante di Sua Santità il Papa Pio X - Omelia d'nn Eminentissimo Cardinale - Benedizione Papale. Sera - Ore 18,30, Vespri Pontificali - Allocuzione dell' Emin."'° Ca1·d. RICHELMY - Te Deum - Benedizione Ponti(icale col SS. Sacramento impw·tita dall' Eminentissimo Cardinale V ANNUTELL!. Indulgenza. plenaria. speciale a chi confessato e comunicato visiterà il santuario in qualunque g-iorno della novena, festa ed ottava, cioè dall' 11 al 27 giugno. Indulgenza. di 7 a.nni e 7 qua.ra.ntene una volta al giorno assistendo ad una funzione nel santuario dall' 11 al 27 giugno. PROGRAMMA MUSICALE 18 G.iugno llfattino - La Schola Cantoru>n Salesiana eseguirà du rante l'imposizione delle nuove corone il mottetto S(qntt111 1ua,qnuuz, ecc. , del Mo Mons. LonEN:t.o PErwsr (c>mposto espressamente dall'illustre Autore per questa solenne circostanza) - Alla .Messa Pon· tificale: M.:ssa in ltonorem S. Joseplt del mae• stro Cav. OltES'rE RAVANEr..Lo- Le parti variabili in canto Gregoris.no. SerCL • Ai Vespri: D omine ad adiowandum del M• Cav. G. r:ooLrAxr - Salmi in falso bordone ed Inno di classici autori - Magnificai del maestro D. Pm·mo MAaRr - Litanie del 1\Io D. G. PAGELT�A - Tantum ergo corale a sole voci del maestro Cav. G. DoGLIANI, 19 Giugno Mattino • La Schola CC< · ntorum del Seminario di Giaveno eseguirà: M issa iJt llonore1n S. ThrnJZae de Aqut"no ad 7 voces inaequales del M0 G. GnuBER - Parti variabili io canto liregoriano. Sera · Primi Vespri: Salmt'in ft<lao bordone ed Inno di classici autori-Tantum ergo del M• T. L. DA VITTORIA, 20 Giugno Mattino • La Schola Cantorum dell' Oratol'io Salesiano eseguirà -Alla Measa Prntificale: Missa in ltonoren• S . .Francr : sci JYaverll del ]\[o Wt'L"l' - Parti variabili in canto Gregoriano. Sera • Ai Vespri: Domine ad adittvandum del M• D. G. PAGELLA - Salmi iu falso bordone ed buw di classici autori - M agnijicat del M• Cavaliere LuiGI Bo·r·rAzzo - St"gnun1. M agll.utn, eco. - Te Deum - Tantum ergo a 4 voci del maestro Cav. G. DoaLIAxr. Gti ascritti alla Nuova Compagnia della Consolata, sia torinesi clte forestieri, clte vorranno intert•eJtire alla Processione .qenerale del ./9 , qt ' ugno, cot distintivo della Contpa,qnla, sono pregati di tro-:_,arsi radztnatt' alle ore 16 ùt via GtulZ:o dt"etro al Santuart'o ed in 1n'ozza Giulio . Ivi saranno invitati a loro turno per la Processione, te donne prima, gli uomini dopo t'efjlgte detta Consolata.

84 J1l 8of1solata Superate le più gravi difficoltà, rimossi vittoriosamente i più ardui ostacoli, la grande opera di ampliamento e valente conte Carlo Ceppi, fondendosi in perfetta unità d'insieme, su cui l'esimio conte Vandone ha profuso, con geniale fantasia, i tesori e le grazie di una sontuosa decorazione ingentilita dal sorriso dell'arte cristiana. « Com'è bello l » esclamano gradevolmente sorpresi i visitatori appena varcato il limitare del tempio. Com'è bello! e com'è insieme imponente e maestoso ! La chiesa di Sant'Andrea, tutta rivestita di marmi preziosi, cui danno risalto maggiore le dorature; colla volta meravigliosa di stucchi d'oro, che ravvivano le vetuste pitture, colle tre ampie gradinate che salgono al santuario, appare come il magnifico vestibolo d'una reggia. Ed è infatti alla reggia prediletta della celeste Sovrana ch'essa dona adito, avviando i supplici divoti alla benedetta soglia dell'ara sua, fonte sospirata di clementi favori. Fulcro di storiche memorie e d'immortali speranze, auspicato segnacolo di misericordia e di grazia, il santuario, quasi perla in aureo castone, è circondato all'intorno dall'augusta cerchia del41<. le quattro nuove cappelle sorrette da una selva di marmoree co- Em.mo Cal'd. Agostino Richelm�·, At·ciyescovo <li Torino lonne, ricche d'aria e di luce, fuldi generale restauro del santuario è oramai terminata. Possiamo anzi dire con legittima soddisfazione, ch'essa è felicemente compiuta superando ogni più lusinghiera aspettativa. In sapiente armonia di euritmiche linee architettoniche, l'antico disegno si è allacciato al disegno nuovissimo del gidissime di oro, ridenti di prima- t verile freschezza nei graziosi medaglioni della cupoletta, dipinti dal Morgari. I nuovi altari di marmi a tinte vaf riate con bellissimo efetto d'insieme, � fanno corona all'altar della Vergine su ! cui, con provvida innovazione, da un aperto cupolino i raggi del cielo scendono alla miracolosa effigie della Con-

l§ Co11solata solata, riflettendosi negli splendori della sua brillante aureola di stelle. E dalle vetrate leggiadramente dipinte, una luce calda, soffusa d'oro �i riverbera dovunque nella mistica penombra del santuario, e ne rischiara la tonalità severa con dolcissimo incanto. Dal sintetico sguardo di ammirazione che abbraccia tutto il tempio rinnovellato, passando ad esaminarne i particolari, quante nuove bellezze architettoniche e decorative non si discoprono in ogni strofa di quel grandioso poema che canta le glorie di Maria ! Basta accennare alla venerata cappella sotterranea delle Grazie, a cui i divoti s'affacciano ora dalla svelta balaustra di marmo d'un elegante tempietto a padiglione, retto da colonne; all'edicola che accoglie le statue delle piissime regine Maria Teresa e Maria Adelaide, tanto amate c compiante dal popolo subalpino; al vestibolo d' ingresso eolla magnifica pila per l'acqua santa, colla fronte marmorea in forma d'altm e contornante il bel crocifisso ; ai coretti che mirabilmente arricchiscono e completano la parte ornamentale. :: * : * barocco le grazie squisite senz'averne i difetti, e dona all'opera monumentale il carattere distintivo d'una maestà imponente. Domus attrea! Poichè l'oro divino e benedetto della carità qui dovunque Em.mo Canl. llomenico Svampa, Arciv. di Uolog·na' Abbiamo chiamato altra volta il santuario la domus au1·ea di Maria SS. ,,,1, Il restauro faustamente compito sancisce il bel titolo. Domus aurea! Poichè l'oro purissimo qui dovunque risplende, riscintilla, e � manda sprazzi e bagliori da ogni cor- . � nice, da ogni fregio, da ogni arabesco, � da ogni voluta d'uno stile, che ha del rifulge e sfavilla in ogni pietra, in ogni colonna, in ogni pittura, in ogni ornamento, frutto delle ablazioni d'anime divo te; in ogni nome inciso dalla pietà a perenne testimonianza di gratitudine e di fiducia alla Madonna prodigiom della Consolata. Dom1ts aurea di magnificenza, di arte

86 la co.,solata - _,..,.,..,=�'*- ;;;a>&<�:�L"''="""'==·� SS'"' =·• e di fede l Dom'us aurea di benedizioni e di grazie, in cui i venturi ammireranno, quale esempi,o preclaro, la generosa virtù dei magnanimi avi . signore torinesi, le quali in santa gara di generosa emulazione deposero sull'altare di Maria Uonsolatrice gioielli cospiscui per l'intrinseco valore, inestimabili per il valore delle memorie chenefacevano tesoro di affetti. Sono smaniglie, ciondoli, monili, orecchini, anelli, spille, catene che uniscono e confon· LE OFFERTE DI BRILLANTI l dono i loro aurei bagliori, e su tutto lo splendore dell'oro i brillanti, che riverberano dalle loro faccette l'iride variopinta dei raggi so· lari, con fulgori, e sprazzi, e scintille rapite alla luce del cielo..... PER LE NUOVE CORONE �= �Fil �= Se in ogni novella magnificenza del rinnovato tempio di Maria Consolatrice si mostra il forte e tenerissimo affetto dei suoi divoti, questo risplende sublime e tutte le altre prove in sè riassume e simboleggia, nelle due corone in brillanti, apprestate alla Vergine taumaturga ed al divino Infante. La gara d'onore aperta all'uopo su questo periodico, ebbe frutti insperati nella munificenza delle anime santamente sollecite di onorare in tal modo singolarissimo la gran Madre di Dio. Dal Sommo Pontefice Pio X che inviò splendidi brillanti, a S. M. la Regina Margherita che di propria mano offerse una magnifica orchidea in brillanti e rubini; da S. A. I. e R. la Principessa Clotilde di SavoiaNapoleone all'augusta Vedova Duchessa di Aosta, S. A. I. e R. la Principessa Laetitia, che insieme colla veneranda Genitrice offerse un' intiera stella per la preziosa corona ; da S. E. il Cardinale Richelmy Arcivescovo di Torino, che diede un suo ricco anello con ametista e brillanti, a S. A. R. la Duchessa Elena di Aosta, che largì una spilla artistica in forma di principesco diadema; da S. E. Mons. Pulciano, Arcivescovo di Genova, che f regalò anch'egli un bellissimo anello pastorale, a S. A. R. la Duchessa di Genova Madre, che mandò varie sue gioie di squisita fattura e di grande valore, i nomi degli in- � signi personaggi s'intrecciano graziosamente in lunga lista ai nomi gentili delle esimie Retaggio avito di generazioni che furono; invidiato ornamento di eleganza muliebre nelle feste mondane; simboli d'un amore che passò, emblemi d'un amore che dura; vincoli di unioni che si strinsero in un' ora di gioia e si sciolsero in un' ora di sventura ; pegni di nodi indissolubili che la fedeltà ed il dolore fecero eterni; arra di promesse che sfumaron nell'oblìo o si realizzarono nella costanza, sono essi l'omaggio più sintomatico dei ricchi, dei grandi, dei potenti della terra alla povera sposa del Fabbro di Galilea, alla umile, ignorata Vergine di Nazareth, perchè includono un atto di sacrificio nella volontaria privazione d'un legittimo bene o nella meritoria rinunzia d'una vanità, per mero spirito di pietà e di fede. Tale atto pertanto noi additiamo a edificazione del mondo devoto, certi che saranno registrati in Cielo, nel gran Libro di vita, i nomi dei munifici ablatori che noi, ammiranti e reverenti, qui elenchiamo, interpreti dell'augusto gradimento di Maria Santissima. ��� �� ==-=- GARA D'ONORE degli ablatori di brillanti per le nuove Corone della Consolata S. li. la Regina ìUatgherita <li Saroia. S. A. I. e R. Maria Clotilde di Savoia PrincillCSsa Napoleone. S. A. I. e R. Maria Laetitia Napoleone Prin• cipessa di Savoia Aosta, Duchessa di Aostu. S. A. R. la PrincitJessa Elena di Borbone d'Orléans Princi1Jessa Reale di Savoia Aosta, Duchessa di Aosta.

J1l eof1sotata R7 QO... ' �! . !o! =--�'"*�== ... �....., re= ;;;;;o;;;,.. ... �CII.,._=-=c=-C S. A. R. la Principessa Maria Elisabetta di Sas- � sonia, Principessa Reale di Savoia GenoYa, Duchessa vedom di Genova. ToRINO. Lodovico e Mm·y di Saluzzo-Crissolo - ilfa1·chese Marco di Saluzzo- Crivello Maria ved. Girotta in snffragio del marito Giuseppe - S. G. - D. V. A. - Fer1·i Barbara- Ferrara Gastaldi Paolinal1·ene e Rosa Richermo - Giulia e Piet1·o De-Luca - B. G. - Conte Alberto Gazzelli di Rossana - Ma1·ia Vochieri. CUNEO. N. N. lNTRA. Erminia Imperatori. COGGIOLA. N. N. CoSTIGLIOLE. Savio avv. Augusto e famiglia. VILLABELLA. Croce Elvira. -N. N.-B. M. - So1·elle Giacinta e Oatterina Canova - N. Casanova Palazzolo Olimpia - E. D. O. G. Contesse Felicita e Delfina Appiani di Castelletto. VILLAFRANCA P. Giuseppina Barberis vedova Mane1·o. AGLIÈ. G. M. T. R. ToRINO. M. C. P. T. - Maria LanzaN. N. - Adele Nicola e famiglia- Luigia Caranti-Suant Avena - Ettgenia G. V. - C. A., implorando guarigione- B. A., invocando grazia - Geuna Olimpia. CANELLI. N. N. POIRINO. Sorelle Bambara. TORINO. Contessa Mazza Bricherasio, in suf ft·agio de' suoi defunti - N. N. - C. F. M. -Giuseppina Richelmy-Pesce - Se1·aToRINO. Annetta &hiavo-Piovano - Contessa Clotilde Cavaglià-Cossato di S. Gio· vanni n. Pavesi - Barberis LuigiaUna figlia di Maria- Contessa Angelica Cla1·etta n. Gazelli - Cecilia Dogliotti ved. Colongo - Quaranta Elena - Una pia persona - 111a rianna Giacomelli vedova Muscas - Sola Marta - Teresa Denina Gonella- Una figlia di Maria - O. S. -A. L. - Bonetti Ma1·ia. t fina Fenolio -N. N. - Delprete Giuseppina ved. Fe?Te?·o ·- G . V. B., per mano del Rev.mo D. Rua - Q,tdrico Mw·ia - N. N. - Contessina Lia P1·iuli - Rosa l Villa ved. Nig1·a - So1·elle Amerio. MONDOVÌ. Ltwia Carà. , RoMA. N. N. RoccAFORTE. Avv. Edoardo Audisio. FRASCAROLO LOMELLINA. T. R. F. s. MAURIZIO CANAVESE. N. N. ToRINO. B. S. B.- D. B. e fratello-N. N. - Contessa Lidia Nicolis di Robilant nata Pollone -- Ferrua Domenico- N. N.­ Chiarina Besostri Siccm·di- Una vedova ' in suffragio dell'anima di suo ma1ito - - Luigia Torrero n. Zappata- N. N.- B. C., memorie di persone cm·e --N. N. L - De-Alexandris Alberto - Albergante Luigia - N. N. - Paolina Ghigo - Bm·gnana Picco ved. Bosco - Vittoria Calosso n. Poffa - Costanza Milanoli - Giacinta Fassin-Borsotti - A. Blangini - Om·isio Palagoni Demet1·io e Giovanni - Famiglia C. - Sorelle Flan· dinet - N. N. - COLAZZA. M. R. a. - Contessa Ma1·ia Balbo-Billiani - Chiara Soldati ved. Cattaneo - Joséphine Vivalda di Castellino - Anna LecchioGariglio riconoscente implora p1'0tezione TORINO. Fratelli Ripa di Meana, 1·icm·do della mamma - V. E. - Oatterina Marangoni - Emma ed Edoardo Caviglione, implorando protezione - Elisa DU?·ando Rusconi - Elisa A1·duino Ponzio Vaglia - Paolo De-Rege di Donato-E. R. Nicola e Adele Bacchella -- P. G. Storia del saqtuario della Consolata IN TORINO ���� ��· ==-=--=== Riprendiamo in questo numero La storia del santuario deUa Consolata in T01·ino. Se noi abbiamo proceduto un po' a rilento in questa rubrica, fu per una ragione che ci bastera ora esporre ai nostri cortesi lettori, perchè anche essi la trovino buona ed opportuna. Noi volevamo riservare al numero presente il tratto di storia del santuario che risponde alla fau-

il8 1ll eoflSO{afa stissima ricorrenza di questi santi giorni, ricordando il vero motivo delle presenti solennità centenarie, che è appunto la ristorazione del culto di Maria Consolatrice in seguito al fatto prodigioso clel 20 giugno 1104, narrato nel seguente CAPO VII. Scoprimento della cappella e dell'imagine tli N. S. delle Consolazioni. La notizia dello straordinario forestiero fu subito portata in Testona al vescovo di Torino, che era allora un certo .M:ajnardo o .M:aginardo, uomo di grande prudenza e pietà, stato eletto nel 1099 a questa sede episcopale, che egli poi santamente tenne fino al 10 dicembre del 1116, data della sua morte. Il buon prelato volle vedere e conoscere il messaggero di .M:aria SS., scrutarne i sentimenti ed il cuore. Fattolo, dunque, venire a sè, lo interrogò minutamente: si fece ripetere tutti i particolari della visione, del viaggio, della missione di cui dicevasi incaricato, ed ebbe a convincersi che non era in lui nè menzogna, nè allucinazione. Tuttavia prima di accondiscendere alle ardenti brame del pio cieco e d'iniziare le ricerche della sepolta cappella, il santo prelato volle invocare i lumi e l'aiuto di Dio, propiziandolo colla penitenza. Indisse perciò a tutto il suo popolo tre giorni di preghiera e di digiuno; la sera del terzo giorno, così sentendosi ispirato, decise di far incominciare fin dall'indomani gli scavi. Infatti il seguente mattino, quello cioè, del 20 giugno 1104, accompagnato dal clero scovo ordinò che si desse principio all'opera. Si dovette prima sgombrare il terreno dagli ammassi di pietre e di rottami che lo coprivano, ma il lavoro, molto e faticoso, procedette con tanta volenterosa alacrità che fu in breve compiuto. Si intraprese in seguito lo sterro con gran vigore di pie- l coni e di vanghe. Ecco apparire finalmente le vestigia di una devastata costruzione, la quale col progredire degli scavi si mostra i nell'antica sua forma. È una cappella, non l . grande, le cui mura portano stemmi ed iscrizioni e resti di pregevoli ornamenti, moltiplicati nel luogo dell'unico altare ancora i chiaramente riconoscibile. Una lapide infissa in un frammento di colonna accenna a guarigioni da morbi mortali; altre lapidi man mano raccolte fra i rottami, fanno fede che quel luogo già era sacro al culto di .M:aria SS. quattro secoli innanzi. e da ragguardevoli personaggi, il vescovo .M:ajnardo si portò sul luogo che dalla luce celeste apparsa al cieco era stato designato. � Colà già lo aspettavano non solo i pochi l torinesi rimasti nella città, ma moltissimi Infine vien scoperto un lembo di antico dipinto: fra la generale ansietà si attende con ogni precauzione a toglierlo di mezzo alle macerie. Gli sforzi dei devoti lavoratori sono coronati da felice esito: il dipinto dissepolto viene portato in alto fuor degli scavi. Un fremito di profonda, religiosa commozione si propaga fra la turba: erompe dai cuori un grido di gioia: La santa effigie! la santa effigie! - S'avanza il vescovo, la prende riverente fra le sue mani e la leva a vista di tutto il popolo: il cieco che primo le si prostra davanti, ottiene istantaneamente il lume degli occhi (Vedi incisione a pag. 89). Chi potrebbe al vero descrivere la sovrumana esultanza di lui, la letizia di tutto il popolo, unito in un solo pensiero di fede, di gratitudine e d'amore verso la .M:adre di Dio? Il vescovo .M:ajnardo intanto, commosso fino alle lagrime, invita il suo popolo alla preghiera e pronuncia solennemente questa formala : Om pTO nobis, intercede p1·o populo tuo, Virgo Consolat1'ix. altri rientrativi nei tre giorni precedenti da Testona e da altre terre, per unirsi a Giovanni Ravacchi, il quale non s'era più allontanato àa Torino e tutti infervorava colla parola e coll'esempio alla preghiera. Implorata solennemente la benedizione di Dio e l'intercessione di .M:aria SS., il veL'ispirata invocazione viene ripetuta a gran voce e con devotissimo slancio da quanti sono congregati intorno alla ricuperata sacra effigie, consecrando coll'unanime consenti-

J1l 8o11solcda 89 �Q����a��we���·�aw�s��& �,���==����-�� mento la formola che divenne da quel punto la n�spi,r eghiera caratteristica e propria dei torie iniziò solennemente la restaurazione del l � L'invenzione prodigiosa della cappella e dell'imagine di N. S. delle Consolazioni nel modo portentoso da noi narrato, oltrechè da Il Vescol'O ;Uajnardo presenta al popolo la riti'Ol•ata imagine della Consolata davanti alla quale il cieco di Brianzone, prostratosi, acquista istantaneamente la l'ista culto di Maria Consolatrice, culto che da quel fausto giorno non subì piu alcuna interruzione. l una costante tradizione, ci è narrata da scrittori che vissero in secoli non molto di· stanti dal fausto avvenimento ed i quali

90 probabilmente videro documenti perdutisi in seguito. Negli archivi di corte si conserva sul soggetto una pergamena, che i critici giudicano del secolo XVI, e che il duca di Savoia Carlo Emanuele I il grande fece copiare sopra una lapide marmorea e collocare nel santuario. Tale lapide trovasi attualmente nel vestibolo che dai claustri dà accesso alla chiesa, ed è posta a destra di chi entra. Noi speriamo di potere d'ora innanzi seguitare su queste colonne la storia del santuario con minori in terruzioni. Tuttavia, specialmente per i molti Jettori i quali ci hanno espressa la loro santa impazienza. - segno di pietà che altamente li onora ed insieme di interessamento per noi incoraggiante - avvertiamo che la storia medesima è testè uscita compiuta e raccolta in un bel yolumetto (V. annunzio in copertina), 1.§1 Vita det ,SafltUario detta eoflSOlata nel t' utimo quinquen11io 1899-1904 === ��� === L'onomastico secolare della Madre, la � nuova gloriosissima incoronazione della � nostra Patrona e Regina ci imponevano � dolcemente un tributo tutto speciale, e noi siamo venuti a lungo pensando qùale dono accettevole e meno indegno di Lei avremmo potuto presentarle, a nome dei l torinesi e di quanti sono i suoi divoti sparsi pel mondo. Tutto considerato, ci parve che nessun omaggio potesse � meglio convenire alla grandezza di Maria SS. Consolatrice, alla riconoscenza del suo popolo ed alla circostanza faustissima, che il riunire in olezzanti ghir- "l lande ed in mistiche cornucopie i fiori ed i frutti che la Vergine tau::naturga si degnò coltivare colle benedette sue mani: le opere, vogliamo dire, che Ella � stessa ha ispirate, sorrette, fecondate, guidate a felice esito quale preparazione prossima a questo centenario. Noi verremo adunque raccogliendo in sommari l e rapidi accenni la vita del santuario nell'ultimo quinquennio: vita di materiale trasformazione e di spirituale in- � cremento, in cui, di fronte all'opera grandiosa della provvidenza, meglio appare quali deboli ed inadeguati stru- � menti siano state la mente e la mano � dell'uomo, per quanto vigili e volenterose. Colei sola che guida a Dio i cuori colla misericordia delle sue consolazioni, seppe accendere nuove fiamme di divozione in questo suo santuario, dove palpita il cuore di Torino; seppe consolidare tra noi il suo regno d'amore e di gloria, ed estendere in sempre più ampia cerchia le sue benedizioni. * * * La preparazione prossima all'ottavo centenario della Consolata prese le mosse dall'indimenticabile Congresso Mariano del4-8 settembre 1898. Stavano allora per intraprenderai i lavori d'ampliamento del santuario: l'opera che apparsa forse allora tutta materiale agli occhi profani ed alle menti superficiali, portava invece in seno un tesoro di intenti spirituali. L'essersi questi felicemente poi conseguiti, è chiaro indizio che Maria Consolatrice, a cui furono affidati, si degnò benedirli dal trono del suo trionfo in quella processione solennissima, la quale, insieme col fedele popolo subalpino, trasse a renderle omaggio i rappresentanti di tutte le parti della terra. S. E. il Cardinale Richelmy, nostro amatissimo arcivescovo, nell'omelia detta in sul chiudersi del Congresso, usciva in queste parole : Torino in questi giorni, al cospetto degli angeli e degli uomini, dimostrò veramente di essere la città della Consolata. Ed il nostro periodico, iniziando le sue pubblicazioni pochi mesi dopo, alludeva ai giorni memorabili dicendo: Noi dobbiamo

]11 8ortso1ata !H 1·innovm·e fra cinque anni qttegli esempi di fede c1·istiana, in un plebiscito solenne in o1w1·e della Consolata. Il momento è arrivato, ed al plebiscito che si delinea quanto mai grandioso ed imponente gioverà certo a dare nuovo slancio la propostaci rassegna del breve ma fecondo periodo, il quale si può caratterizzare esattamente ripetendo, con una piccola variante, le auree parole di Sua Eminenza: In questi ultimi anni Torino, al cospetto degli angeli e degli nomini, dimostrò ve1·amente di esse1·e la città della Consolata. Il periodico " La Consolata , Come lucente stella su scuro firmamento b1·illa una data nella storia di Tor·ino: il 1104, l'anno dello scopri· mento miracoloso della imagine di Ma1·ia Consolatrice, d'onde riebbe la città più fiorida vita. Ecco le prime parole stampate in capo alla prima pagina del bollettino del santuario, del periodico mensile La Consolata. Esso, come già il cieco di Brianzone, sorgeva araldo della Vergine taumaturga a patrocinare la riedificazione del santuario di Lei; a rinverdire i ricordi del luogo santo da Maria SS. eletto in perpetuo; a portare nuova luce sulle grazie storiche in otto secoli concesse a Torino dalla sua eletta Patrona; a salvare dall'oblio le private grazie registrate dalla cronaca giornaliera. Il periodico usciva alla vita della pubblicità timido e modesto, senz'altro capitale che la benedizione del suc· cessore di S. Massimo e poi del Supremo Gerarca della chiesa di Gesù Cristo. Ma i torinesi l'accolsero a festa, appunto perchè era l'araldo della loro Madonna; perchè alla data del 1104 poneva a riscontro quella del 1904, alla quale conveniva prepararsi. Di casa in casa esso conquistò presto la città, non col lenocinio della forma esterna o dell'opera umana, ma per la sostanza delle cose antiche che andava rievocando e delle nuove che, dì per dì, rac· coglieva per via. Poi l'entusiasmo santo dei torinesi si comunicò a borghi e città vicine: il giornale della Consolata si sparse in Italia, varcò i monti ed i mari e passò in Francia, in Isvizzera, in Inghilterra, dapertutto dove in Europa sono colonie di piemontesi; approdò alle Americhe e all'Australia, a conforto e sussidio .l spirituale dei nostri buoni emigrati. Per 5 anni il periodico andò cosi proseguendo il suo còmpito con alacrità crescente. Ora, in (} ghirlandato a festa, saluta l'aurora del giorno l desideratissimo. E sotto gli occhi di Maria Consolatrice, coronata di nuova gloria, schiera i suoi 19.500 abbonati: la sacra milizia che fu il nerbo per cui mezzo potè operare veri Em.mo Canl. Andrea Ferrari, A.rciv. di �lilano prodigi la parola d'ordine uscita dal santuario, ed è il nucleo della potenza spirituale pronta a far fruttificare nell'avvenire i nuovi divini allori raccolti nell'ora solenne della gioia presente. Le imagini della Consolata Fino a questi ultimi anni, malgrado ripetuti e diligenti tentativi, non era stato possibile avere l'esatta riproduzione dell'effigie

92 Jl1 8ollso1ata taumaturga, a cui parevano opporre insuperabili difficoltà tecniche l'antichità del dipinto, il grande affievolimento e la natura stessa delle sue tinte. La gloria di darci la vera fotografia della Consolata toccò all'avvocato Carlo Pia, il fotografo della SS. Sindone, il quale ebbe abbondante l'unico compenso che incominciate tosto da vicino e da lontano, andarono sempre aumentando: si volle il ritratto della Consolata ad ornamento di ca· mere e sale; lo si volle tra i fogli del libro di pietà; nel portafogli e nelle valigie a difesa dai ladri e dalle disgrazie; lo si pose nelle vetture e sulle biciclette; nel formato francobollo si applicò a custodia delle corrispondenze. Le cartoline coll'effi1/:Ìe della Consolata, spedite a decine di migliaia, avvalorarono gli auguri di Natale e di capodanno; portarono lieti auspici negli onomastici, nelle nozze e nelle lauree; confortarono coll'annunzio di una preghiera fatta al santuario i malati e gli afflitti. Le grandi oleografie, nelle stesse dimensioni dell'effigie taumaturga e perfette per somiglianza, ebbero pure larga diffusione. Accolte a festa dalle popolazioni, si collocarono in bel numero sugli altari in parrocchie e cappellanie, dove divennero altrettanti nuovi centri di culto a Maria SS. Consolatrice. Molte società cattoliche di mutuo soccorso; moHi magazzini cooperativi e circoli, posero il quadro della Consolata nella loro sede a pegno di prospero andamento; pii ritiri, scuole, asili ne ornarono sale, classi e dormitori; i laboratorii vollero dare alle giovanette popolane la più valida pro tezione, servendosi dell'imagine benedetta per istradarle alla vera divo­ >�ione verso Maria SS. Così le giovani lavoranti, divenute a loro volta padrone, eserciteranno un apostolato modesto ma fecondo di grandi beni nella convivenza sociale, �iacchè il culto di Maria SS. è uno de' mezzi più potenti per restaurare ogni cosa in Cristo, secondo lo stupendo programma di S. S. Pio X. Em,mo Card. Giulio Uoschi, .A.t·civ. di Ferrara Visite quotidiane al santuario Il periodico e le nuove imagini fuegli voleva dell'arduo e lungo suo lavoro: la riconoscenza e le preghiere dei divoti di Maria Consolatrice. La riproduzione, che superò tutte le aspettative degli intelligenti, fu compiuta nel dicembre 1899 e ci diede tosto modo di offrire ai fedeli, oltre le fotografie d'ogni dimensione, grandi oleografie per quadri, riuscitissime imagini in cromolitografia, cartoline postali con diciture appropriate alle varie occasioni. E le richieste, rono nelle mani taumaturghe di Ma- t ria SS. piccole scintille che gran fiamma seconda; furono i primi strumenti materiali di cui Ella si servì per dilatare e perfezio­ , nare il suo culto. Sintomo caratteristico di risveglio bene augurato, venne rapidamente t aumentando il quotidiano concorso al santuario. Esso non ha mai chiuse le sue porte benedette lungo il giorno, ed anche in passato la Madonna non era mai sola. Ma se in certe ore, ad esempio nelle prime del pome-

� eo.,so(ata .nQ.,..,�=;o;>�J> �c:!!i!S=� �==�.,..-,..==·;;x·s=="""'�o riggio, scarsi erano i visitatori, così rara� � mente succede oggidi. I naturalisti hanno composto l'omlogio dei ji01·i rilevando quelli che ora per ora, nelle disperazione, elevato alla nobiltà della cristiana rassegnazione, ed ecco aperta in mezzo all'umano consorzio una sorgente inesausta di quelle umili ma profonde e sante energie morali, che sono la base più solida dell'ordine sociale. con facilità comporre l'orologio della ConLe sante comunioni nel santuario 24 del giorno, aprono all'aria ed alla luce � le corolle profumate. Al santuario si potrebbe t so lata , notando il succedersi ai piedi del benedetto suo altare delle diverse classi so- Un altro segno vivo ed eloquentissimo ciali, senza differenza di sesso e di età. Dal- ' dell'ascendere del santo entusiasmo nella dil'alba che segna lo schiudersi soavissimo delle preghiere dei rudi lavoratori, delle umili fantesche e delle venditrici di Porta Palazzo, fino a tarda sera nel santuario si veggono sempre persone che pregano. Fiori d'amore e fiori di lagrime vi sono continuamente Dfferti a Maria Consolatrice. Le più svariate circostanze della vita porgono a tutti il desiderio, il bisogno di una visita alla Consolata. I giovinetti nel giorno della cresima e della prima loro comunione; gli sposi novelli in quello del matrimonio; i vecchi coniugi nella fausta ricorrenza delle nozze d'oro, vengono a chiedere alla Consolata la sua benedizione. V nole impetrarla chi parte per un lungo viaggio; chi sta per assumere un' impresa difficile o una missione importante. Eminenti prelati ed illustri laici, dame e princi� pesse di passaggio per Torino vo� ,çdiono ossequiarne la mistica Signora. Caratteristico di più in più si va facendo al santuario l'annuale periodo degli esami. Dai bimbi delle elementari, dai fanciulli del ginnasio che vi vengono coll'aperta franchezza deli'età, ai laureandi, alle maestrine, agli alunni dell'Accademia Militare, agli ufficialetti, ai concorrenti ad impieghi, che sovente per rispetto umano c ercano la penombra: quanti e quante vengono ad invocare la Sede della Sa� pienza! Che dire poi dell'accorrere dei Em,n:o Car<l. GiuSC})l>e Callegari, Vesc. di Padova tribolati intorno all'altare della Madre delle � Consolazioni ? Il moltiplicarsi delle grazie a . Lei strappate con dolce violenza dalla ere� scente divozione, con circolo che mai non cessa il suo giro, diventa causa del moltipli- � carsi dei supplicanti visitatori. Vi è tra essi chi patisce nel corpo e chi soffre nell'anima; chi dolora per la propria e chi per la sciagura dei suoi diletti. In tutti discende la miseri- � cordia della Divina Consolatrice : chi è pienamente esaudito; chi è salvato almeno dalla vozione a Maria Consol atrice, sono le cifre delle comunioni annuali fatte al santuario. Le comunioni che furono 97.820 nel 1881, crescendo progressivamente di numero, arrivarono nel 1901 a 224.7GO per salire ancora nello scorso anno 1903 a 247.050. Queste che già di per sè, data la sublimità dell'azione che mppresentano, non possono in alcun modo chiamarsi cifre di fredda stati stica, quanta maggiore eloquenza non acquisterebbero, se potessero essere illustrate con

94 J1l 8of1so(ata '"""'=�·051"'-==>iSl• •�·=-�=='""'·' �""''**�=sxo==;.,.p,OO un po' di storia dei fatti di cui molte comunioni al santuario sono la causa felice, oppure l'epilogo ! (*). Persone che da moltissimi anni lontane dai sacramenti, ai piedi della Madre di Consolazione trovarono alfine la gioia più grande che un'anima possa sentire sulla terra : la riconciliazione con Dio; persone che nella santa comunione ai piedi della Vergine taumaturga cercarono e trovarono il miracolo della guarigione da morbi insanabili, come accadde, nella notte precedente la festa del 20 giugno 1900, alla signora Matilde Casanova-Cignolo, portata morente al santuario dietro sua insistente domanda, e risanata istantaneamente alla presenza di centinaia di testimoni. Gli angeli soli che assistono tremebondi all'altare, potrebbero narrare la somma di grazie e di benedizioni che Gesù in sacramento, ricevuto dalle mani di Maria SS. Consolatrice, ha portato a migliaia e migliaia d'individui � di famiglie! I Nove Sabati Ad alcune anime pie parevano pochi nove giorni per ben prepararsi alla festa della Consolata, e immaginarono una più grande novena: una novena di sabati. Esse dissero: noi faremo la comunione al santuario nei nove sabati precedenti il 20 giugno, compiendo pure in quel giorno qualche altra operabuona in onore di Maria ; santificheremo poi la settimana intercorrente tra un sabato e l'altro, col meditare su qualche speciale virtù della Vergine e procurando di imitarla. Ed ecco sbocciata, vero fiore d'amore, la pia pratica dei Nove Sabati. Disciplinata e divulgata senza pretese dal periodico nel 1899, essa incontrò subito presso i devoti torinesi un favore che, lun�;i dallo smentirsi col cessare della novità della cosa, andò invece aumentando di anno in anno, a misura che se ne videro i consolantissimi frutti di grazia e di benedizioni. Del primo libretto compilato per facilitare a tutti la pratica dei Nove (*) Il numero delle s. comunioni, quale risulta dalle note per la epeaa delle ostie, fu nel 1881 97.820 nel 189S 165.5�0 , 1882 108.850 • 189' 176.880 • 1888 1t9.980 , 1895 16!.210 , 1884 110.2�0 • 1896 190 BiO , 1885 llU 90 • 1897 186 920 1888 101.420 • 1898 216.080 (anno 1887 114..680 dell'astensione della SS. Sindone) • 1888 122.680 nel 1899 200.050 • 1889 127.870 > 1900 220.090 • 1890 1517.980 , 1901 224.760 > 1891 14.4.660 , 1902 285.180 189,;! 148. 4.50 • 1908 242.060 l f l I Sabati Quaresimali In preparazione al centenario della Consolata, ai Nove Sabati si aggiunsero nello scorso 1903 i Sabati Q,ua1·esimali. Da tempo antichissimo vige in Torino l'usanza che nei venerdì di quaresima gli oratori quaresimali delle primarie parrocchie della città si rechino per turno alla metropolitana, a tenervi un discorso sulla Santa Sindone : l'insigne tesoro di cui la Chiesa torinese ha la custodia. Un zelante sacerdote ebbe una felice ispirazione: Perchè - disse egli - non si invitano del pari gli oratori quaresimali a tenere per turno al santuario un discorso in onore di Maria SS. Consolatrice? - Bastò manifestare l'idea: il devoto popolo torinese accolse con gioia l'annunzio che un nuovo mezzo si offriva ad essi per onorare la loro Madonna. I Sabati Q,ua­ ?'esimali furono affollati nel 1903, affollatissimi in quest'anno del centenario: parve che gli intoppi involontari posti dal fervere dei lavori alla divozione, fossero cambiati da Maria SS. in dolci incentivi a praticarla con maggior merito. Ogni cosa vince l'amore; tutti gli ostacoli supera il desiderio di manifestarlo a chi ne è l'oggetto. La pioggia, il fango, il freddo non trattennero alcuno; la maggiore o minore fama. del predicatore f non influì sul concorso. Si venne ai Sabati Quaresimali, pe1·chè si volie venirvi. Uno degli oratori, un dotto e popolarissimo canonico della nostra metropolitana, sceso appena dal pergamo ed entrato in sagrestia escla- 1 ma va : « Provvidenza! Provvidenza! Dite pure che fu la Provvidenza ad ispirare l'idea di questi sabati! ». E l'esclamazione gli era

1..§1 8of1solafa 95 dettata dalla folla divota ch'egli aveva vista, pigiata intorno al pulpito, ascoltare dal principio alla fine con attenzione e diletto le lodi di Maria Consolatrice. Consecrazione della gioventù torinese alla Consolata nell'inizio del nuovo secolo Fu questo uno dei più stupendi spettacoli nel crescente risveglio di divozione a Maria Consolatrice. L'idea apparve così bella ed opportuna che, lanciata appena dal periodico, fu raccolta dalle famiglie, dalle direzioni di collegi, scuole, asili d'infanzia, ora. torii festivi, istituti e pii ritiri d'ogni genere. Il movimento, disegnatosi imponente fin da principio, superò poi ogni più lieta aspettazione. Per quasi tutto il mese di gennaio 1901 e fino alla meta di febbraio, drappelli di baldi giovanetti e di vispi ragazzi, stuoli di bimbi innocenti, schiere di pie fanciulle patrizie e di gentili figliuole del popolo, di povere orfane, di sventurate cieche e sordo·mute, muovendo da ogni parte della città, vennero al santuario a dare il loro cuore alla Madre di Consolazione, ad affidarle le tenere loro vite, le giulive speranze o le trepide apprensioni del loro avvenire. Sul loro passaggio suscitavasi una commozione fatta di tenero rispetto, di meraviglia e di santa invidia, e bene spesso il corteo allungavasi d'adulti, che venivano ad occupare ogni piccolo spazio lasciato vuoto dai fanciulli nel santuario. L'atto di consacrazione ripetuto da migliaia di labbra infantili; gli immensi cori di voci bianche levantisi nel canto delle laudi tradizionali della Consolata, diedero alle funzioni di quei giorni una caratteristica stupenda, un fascino che trasse a Maria SS. più d'un vecchio cuore indurito. Commovente oltre ogni dire riuscì la funzione per le sordo· mute, a cui il predicatore rivolse un fervorino nel linguaggio dei segni; la funzione per le Figlie dei militari parve risvegliare i ricordi patrii di cui vibrano tuttora le pareti del santuario; grandiosissime riuscirono quelle per i figli di D. Bosco e del venerabile Gottolengo e quella dell'Istituto Sociale. Imponente poi su tutte fu la consecrazione del giovane clero: 250 alunni dei Seminarii Metropolitano e del Regio Parco e 90 giovani sacerdoti moralisti, presieduti da S. E. il Cardinale Richelmy e dal venerando Mr Bertagna. S. A. R. la duchessa Elena d'Orleans condusse i suoi due bimbi nella prediletta sua cappella delle Grazie, e dal principino .,.o Amedeo, allora in età di poco più di due anni, fece ripetere p;.rola per parola l'atto di consacrazione anche a nome del fratellino minore. Vennero pure con atto divotissimo i figli di S. A. R. il duca di Genova. Ad oltre 80.000salirono i giovanetti strettisi così intorno alla Madre di Consolazione, unendosi, in fratellanza degna degli angeli, tutti gli ordini sociali nelle loro fiorenti speranze dalla reggia ai più poveri orfanelli della plebe. L'esempio di Torino fu largamente imitato, non solo in altre città e borghi della diocesi nostra e delle limitrofe, ma in varie parti d'Italia e segnatamente a Milano ed a Roma. Consecrazione delle case alla Consolata Terminato appena lo stupendo plebiscito della consacrazione della gioventù alla Consolata, per iniziativa del piissimo padre Baima dei Servi di Maria curato di S. Carlo, prese corpo ed incontrò grande favore l'idea di perpetuarne la memoria ed i vantaggi, consacrando a Maria Consolatrice anche le case. Avanzi di tempi antichi, in parecchi cortili di case torinesi, e d'ordinario sul muro prospicienteil portone d'entrata, stavano imagini o statue della Consolata; altre più pregevoli rappresentazioni della Vergine taumaturga, e specialmente alto-rilievi in ceramica, nell'ultima decade del secolo s'eran fatte collocare qua e là da pii proprietari sui loro stabili. Ma le pitture a fresco, le ceramiche, le statue che esigono la nicchia, erano mezzi troppo costosi e non sempre attuabili di consacrazione: conveniva trovarne uno più pratico. E fu trovato. Si fecero eseguire appo· siti quadretti su lamiera di ferro verniciata a gran fuoco e resistente perciò alle intemperie, con su l'effigie della Consolata egregiamente riprodotta dalla taumaturga. In poco tempo oltre 8000 di tali quadretti furono fatti benedire alla sagrestia del santuario, e andarono a segnare col suggello della Patrona di Torino altrettante case cittadine e coloniche. E l'uso si generalizzò, si spezzò, s'irradiò, se così è lecito esprimersi, passando dallo stabile alle singole parti di esso. N è tardarono a giungere relazioni di grazie importantissime, con cui la Vergine SS.aveva mostrato di gradire il nuovo omaggio: incendi evitati, salvezza di persone in pericolosissime cadute, grazie spirituali preziosissime. Dopo la prima, altre ed altre edizioni si fecero di questi quadretti in lamiera, con dimensioni e prezzi ridotti, ma coll'effigie sempre

111 eo.,solata Q����· ·��·�·ws�����-�������ç più bella e duratura. Oramai ogni buuna famiglia torinese appende alla parte interna, e tal una anche all' esterna, dell' uscio del suo alloggio il quadretto caratteristico. Dlo solo, ed in parte i sacerdoti, sanno i beni derivati dall'aver posto Maria SS. Consolatrice a guardiana della soglia domestica; dall'aver dolcemente costretti a guardarla, a pregarla in· consciamente col leggere l'invocazione scritta a piè dell'effigie benedetta, certe figliuole date alla vanità, certi giovani avviati alla colpa ed alla rovina, certi mariti tutt'altro che esemplari. E quante volte da quell'imagine soavissima Maria non disse ai pericoli, ai morbi, agli affanni ed alle sventure: Passate olt1·e.· q1wsta casa ed i suoi abitanti sono cosa mia ! Continue funzioni speciali Di carattere meno esteso e generale delle poc'anzi accennate, ma non meno commoventi furono nel quinquennio 1899-1904 le altre funzioni sp!lciali, cresciute a numero straordinario. E talora l'intero personale d'una fabbrica che viene a ringraziare la Con· solata della salvezza ottenuta in un disastro ; sono i tramvieri che da Lei riconoscono l'immunità da malattie a cui il loro impiego li espone. Sono società cattoliche, pii sodalizi riuniti da un'idea o dall'affinità del lavoro, che portano al santuario la imponente e gaia fioritura delle loro bandiere, rinnovando or questa or quella commemorazione religiosa o patria. Sono interi collegi di nobili giovanetti, che vengono a fare la comunione generale promessa a Maria Consolatrice, per ottenere a di Lei intercessione la guarigione di un superiore venerato, di un compagno diletto. Sono neo-sacerdoti che vogliono celebrare la prima loro messa all'altare della Vergine taumaturga, implorandone benedizioni sulla veneranda canizie dei genitori assistenti in lagrime dolcissime; sono sacerdoti di Dio invecchiati nell'esemplare esercizio del sacro ministero, che qui vogliono dire la loro messa giubilare. Sono neo-parroci che vogliono partire dall'altare della Consolata nell'avviarsi a prender possesso delle loro parrocchie ; sono i vescovi preconizzati che dai piedi della Consolata movono a Roma a ricevervi la episcopale consacrazione ; sono sacerdoti dalla figura d'anacoreti ed appartenenti a tutti i riti cattolici, che dalla divina Consolatrice implorano un balsamo spirituale di soavità, che li sostenga nel ritorno alle Missioni perdute nelle più lontane e selvaggia piaghe della terra. Sono pellegrinaggi che dallo storico santuario pigliano le mosse per avviarsi a Roma od a Lourdes; sono le Conferenze di S. Vincenzo o le Ddme della Misericordia che vi rinnovano le tradizioni gloriose dell'antica beneficenza torinese. - Qui Luigi di Savoia, implorò la Stella del mare prima di perigliarsi nel suo viaggio polare; qui l'augusta sua zia, la regina Margherita, o:ffe rse una nave votiva l d'argento per il felice di lui ritorno. - Chi potrebbe numerare le messe votive di ringraziamento, i tridui e le novene di benedizioni col SS. Sacramento impetratorie di speciali i grazie? - Tra le sacre melodie dell'organo, tra il profumo soave degli incensi ogni dì si t ringrazia Maria Consolatrice; ogni dì da Lei si impetrano, con speciali funzioni, nuove misericordie. l f Gli emigrati e la Consolata I nostri buoni emigrati, generalmente parlando, non dimenticano Iddio e la loro religione, se non perchè spesso dai loro materiali interessi sono costretti a vivere lontani da chiese di culto cattolico, privi del ministero del sacerdote, misti a gente eretica o scesa al livello delle bestie, per quanto riguarda le cose dell'anima. Perciò il nostro bollettino, fin dal suo sorgere, pose come un punto del suo programma quello di rendersi utile agli italiani stabiliti all'estero, e specialmente a quelli sparsi in sì gran numero nelle colonie d'America, portando loro ogni mese nella lingua patria una buona parola da parte della Madonna, che molti erano usati a visitare un tempo qui nel santuario e di cui portarono ser.o l'effigie emigrando. La Consolata ha benedetto i granellini di senapa da ·noi sparsi, e già diversi ne ha fatti germinare in alberelli che danno liete speranze. Piccoli centri di divozione a Maria Consolatrice si sono formati in diverse colonie dell'Argentina , dell' Uraguay , del Brasile , della Colombia, e così nel Texas, nel Messico ed in altre località dell'America. Una ininterrotta corrispondenza si è stabilita tra il santuario e quelle sue filiali lontane. Le lettere che anche negli anni passati ci giungevano di tanto in tanto dall'America si sono affittite; così i messaggi portati da reduci amici e da parenti. Le une e gli altri ci dicono che sui lembi di terra straniera divenuti italiani, o addirittura piemontesi, per l'addensarsi su essi dei nostri connazionali, Maria Consolatrice spesso acqueta col dolce sorriso la nostalgia della patria; riconduce anime a Dio: porge colle sue grazie un verace e prezioso conforto alla miseria mate-

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