1!1 eo.,solata poter, nemmeno per rappresentanza, assistere alle feste che anch'essi tanto hanno concorso a preparare, dedicando tutta la fiorente loro vita ad estendere col regno di Gesù Cristo la divozione a Maria SS. sotto il più dolce dei titoli. Ma, come ben disse ancora il Cardinale Arcivescovo in altro suo discorso agli ultimi partiti per l'Africa, noi che meno di loro l'abbiamo meritato, godendo di queste gioie purissime non dimenticheremo certo i missionari della Consolata, ma congiunti ad essi colla mente e col cuore attraverso tanto spazio di terra e di mare, ci proporremo, quale uno dei frutti del centenario, di partecipare più attivamente al merito del loro apostolato, aiutandoli colle preghiere e col materiale soccorso. L'illuminazione del 19 giugno La festa della Consolata è da antichissima data compresa fra due dimostrazioni popolari, sublimi per il loro carattere di spontaneità: la luminaria e la processione. La prima, limitata finallora quasi esclusivamente al santuario ed alle vicinanze di esso, prese ad un tratto una straordinaria estensione nel 1900, quale continuazione e conseguenza degli stupendi omaggi plebiscitari resi alla Consolata per le circostanze dell'anno santo e dell'inizio del secolo. Spigoliamo brevemente dal resoconto, fatto da mano maestra sul nostro periodico nel luglio di quell'anno: - Non vi fu in tutta Torino, fin nei siti più remoti ed appm·tati, una st1·ada, un vicolo che non rifulgesse di luce ad onm·e di Ma1·ia. E descritta l'imponenza straordinaria che l'illuminazione assumeva al santuario, attorno alla colonna votiva e nelle principali piazze e vie della città; il risalto che dava alle linee architettoniche delle facciate delle chiese, di istituti e di molti palazzi privati, il resoconto fa un quadro smagliante, dipingendo colla viva parola le trincee luminose fra cui stringevano Torino le lampade segnanti nell'oscurità il tracciato dei corsi, e la fantasmagoria dell& ville fosforescenti sulla collina, tra le profondità di nereggianti masse di verdura. L'assorgere a dimostrazione generale della illuminazione della Consolata impressionò anche la parte meno religiosa della cittadinanza, tanto che la stampa liberale torinese, nei giornali nostri e nelle corrispondenze, rilevò il fatto rispettosamente. A quella del 1900 rubarono poi l'appellattivo di eccezionale le luminarie degli anni seguenti. Nel 1901 il periodico nota che la colonna votiva, al potente riverbero di riflettori di 4000 candele, irradiava come sole al centro dell'incendio d'amore fra cui ardeva Torino. N el 1902 uno dei nostri più diffusi giornali liberali diceva: -La l wnina?"ia pe1· la Consolata ha assunto in quest'anno le p1·op01·zioni di un vero avvenimento generale. - N el 1903 la dimostrazione fu più commovente, per lo spiccare in esso della proverbiale santa testa1· de1 ·ia piemontese. La vigilia della Consolata piovve tutto il di a dirotto; ma come per questo nessuno tralasciò di recarsi, da vicino o da lontano, al santuario, cosi nessuno tralasciò gli apparecchi per la luminaria. Quella sera però, malgrado la ferrea volontà, non si potè che a metà aver ragione sul tempo perverso. :Ma l'indomani, senza preavvisi ufficiali, senza sollecitazioni nè fervorini, Torino apparve fra le tenebre fiammeggiante di luce, terminando la festa di Maria Consolatrice in un inno trionfale dii nnumerevoli faci... Dopo tali precedenti come dubitare che la luminaria i del 1904 -l'anno del centenario - non risponda alla circostanza? La processione della Consolata Anche questa dimostrazione, oggetto già di specialissimo impegno e di santo orgoglio ai loro antenati, i torinesi sono venuti rendendo sempre più caratteristica ed imponente in questo quinquennio. Spogliata oramai di ogni apparato ufficiale; costretta a svolgersi in un dedalo di strette vie e nel democratico quartiere dei mercati, la processione della Consolata va tuttavia grandeggiando nella pompa più eloquente e preziosa: quella spontanea del cuore. Di serici drappi e di povere candide coperte si pavesano finestre e balconi; una profusione di fresche frondi e di fiori sfogliati profuma la via sul passaggio della Madonna, atteso da una immensa mol- . titudine ansiosa di riceverne la benedizione. N umerosissime vi accorrono le Figlie di Maria nelle loro divise caratteristiche coi preziosi emblemi e stendardi; vi accorrono le m'{ane, le ve1·dine, le 1·osine, i figliuoli di D. Bosco e del venerabile Gottolengo, e chi sa mai quanti e quanti degl'istituti che vanta la città modello di beneficenza. E poi scuole, asili, laboratori, oratori festivi; e poi le Compagnie della Consolata che hanno il loro posto privilegiato; e poi le associazioni della Consolata fra le operaie in tabacchi e di altre manifatture; e poi ancora schiere e schiere interminabili di pie illustri dame e di umili borghesi e popolane, tutte grandi presso Maria SS. a misura di loro devozione; e poi la gloria delle bandiere dei sodalizi maschili,
RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=