1.2 <Zot'}solata 67 � vero dire, tornadifficile lo rin1!/i_) tracciare le primi origini fra noi .della devozione alla Consolat11. Ammaestrati i Tòrinesi dal Grande S Mas� . simo ad onorare con tenerezza figliale la: Beatissima Vergine, ben presto in Lei riconobbero la sorgente di ogni conforto, e presero a salutarl a quale Consolatrice degli afflitti. Ma le molte guerre e le calamità dell'età di mezzo come hanno in parte impedito il fiorire della vita religiosa nel Piemonte, così vah;ero ad occultare i segni della venerazione e dell'amòre a· Maria. In sul princifJiO dell'undecimo secolo il Re Arduino gemendo sotto il peso dì forti dolori giaceva gravemente infermo nc;llla città d'I vrea; e la pietosissima Re: gina del Cielo si degnava rnanifestarsi a lui con un tratto di singolarissima misericordia. Mentre lo assicurava della prossima guarigione, lo eccitava ad edificare in suo onore tre cappelle, una a Valperga, un'altra a Crea nel Monferrato e la terza a Torino presso la chiesa già esistente ·di S. Andrea. Obbed't Arduino, e come narra l'antica: cronaca, nel giorno 23 novembre dell'anno 1014,. per ordine di lui furono gittate le fonda menta della vetusta ·· ca ppella delle. . Grazie nel nostro Santuario. Fu grande · per certo la letizia dei nostri ·padri : ed è a credere non siano mancati frutti preziosi della rinnovata divozione a Maria · Consolatrice.· Ma i tempi correvano ancora tristi assai; e ben presto per l'ir ruzione di popoli barbari Torino fu ridotta a troppo infelice condizione, e l'opera di Ardùino insieme coila chiesa . stessa dì S. Andrea ·soggiàcque alla sorte comune. Pur� non era possibile che il luogo scelto da Maria dovesse rimanere privo di gloria e sterile di benefici per gii abitatori del Piemonte. Correva l'anno 1104, e in Brianzone, piccola città del Delfinato,· viveva nell'amore santo della Nm:tra Augusta Religione un pio signore, ricco di beni di fortuna ma povero quanto a doti di mitura, perchè privo del lume degli occhi: il nonie suo Giovanni Ravacchi: Di lui si volle servire la Vergine come di strumento avventurato · a risvegliare nei . nostri maggiori i sensi della fedé e della devozione. Avvertito dalla stessa Regina_ del Cielo che in Torino fra i ruderi di un antico te m pio trovavasi una sua i m- . magine, e che era prossimo· ristante in cui la medesima d·weva pubblicamente essere restituita al culto, egli si incamminò con grande coraggio alla volta del . Piemonte, e superate felicemente le· peripezie della lunga e difficile peregrina zione giunse fra noi nel cuore della state dell'anno anzidetto 1104. Come vuole la tradizione, era i l 20 giugno quando alla presenza del Vescovo e di una devdta moltitudine venne scoperta la prodigiosa . immagine dietro le indicazioni del Ra- · vacchi, il quale prostratosi con trasporto 1nnanzi alla stessa ebbe ad acquistare . subitamente la vista. Non è facile dire <t parole la piena della sua a llegrezza, ma non è difficile lo intendere come dalle sue labbra spontaneo siasi sprigionato bentosto l'inno della gioia e della . gratitudine. · E quanti furono spettatori del prodigio ebbero a · sclamare con lui :. O beata Maria, o Celeste Consolatrice degli afflitti, pregate per noi, i otercedete pel vostro popolo diletto. Ora pro nobis, intercede pro populo tuo, Virgo Consolatrix. La prece devota sali !,en accetta al trono di Maria, e la de vo zione a una tanta Madre in Torino non venne più meno giammai. Il nostro San-
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