7\l 1l1, Coqsolata precede la solennità di Maria Consolatrice. Appena appena un due ore, dalle 23 del 19 al tocco mattutino del 20, rimane chiuso il Santuario; e due ore sono troppe perchè possa nelle medesime rimanere sospeso il culto della nostra cara Madonna. È un intonare il Rosario all'aperto proprio in sulla mezzanotte; è un ripetere gli inni e le lodi di Maria, è un far ressa innanzi alle sacre porte, sospirando l'istante di riavvicinare l'Altare, di contemplare nuovamente la prodigiosa Effigie. Vuole una antica consuetudine che nella festa della Consolata la prima Messa venga ,celebrata prima ,dello stesso spuntare dell'alba; ed alla prima tien: dietro tosto la_ seconda, e poi contemporaneamente ai molti altari è un succedersi di Sacerdoti, è un affannarsi di Chierici e laici per servire al Divin Sacrifizio, e sovratutto è un accorrere così numeroso alla Sacra Mensa, che più non torna possibile al Vescovo od ai Sacerdoti, éhe lo coadiuvano, soddisfare al desiderio di tutti. Fino a diecimila ascendono le Comunioni del 20 Giugno nel solo Santuario; e molti sono costretti ricorrere alle chiese vicine se pur non vogliono rimanere privi del pane eucaristico. La folla, che durante l'intiero giorno riempie il Santuario, e per la varietà molteplice degli elementi che la compongono, e per la festività del contegno, e per la spontaneità delle offerte, e più per il fervore della devozione porge tale -spettacolo, che strappa lagrime di c,•nsolazione ai credenti, incute ai profani un senso di ammirazione e rispetto misto -a uh sacro terrore, e chiama sopra di sè, com'io penso, lo sguardo lieto e com ,piacente degli Angioli stessi dèl Cielo. Ma a soddisfare la pietà dei Torinesi verso Maria Consolatrice non è sufficiente lo splendore delle solennità che si compiono entro le mura del Santuario. Sono le vie stesse della Città che si vestono a festa; ed è sotto le volte del cielo che vuole esplicarsi colla magnificenza del sacro corteo, colla soavità l dei suoni e dei canti, colle ripetute acclamazioni a Maria la pienezza del giubilo. t ·Non appena comincia il giorno a declinare, è nei cittadini e negli abitanti stessi del contado un nuovo avvivarsi dei più dolci affetti, è in tutti ed in l ciascuno un preoccuparsi della solenne processione, che forma la gloria e la delizia di Torino. Per molti e molti [J così del Clero come, del laicato, tanto � della giovinezza quanto de1l'età matura, � l'accompagnare pubblicamente Maria è � la più cara delle soddisfazioni, è l'apI pagamento più soave dei bisogni del cuore; altri che non può aver parte diretta nella processione, va stu�iando il rJ � luogo più adatto, il modo' più opportuno per assistere al sospirato spettacolo; e pur fr::t c'oloro, che infelicemente non gustano le bellezze della N. S. Religione, non è facile l'attutire un ,senso di curiosità; gli stessi avversari del Cristianesimo non sanno in-quell'ora volgere altrovè il passo. Non è a dire che la Processione della Consolata quanto a l, pompa esteriore abbia quelle attrattive straordinarie, che vantano tanta forza suUe moltitudini; bensì ti sorprende il numero stragrande dei devoti, tanto che al pieno svolgimento ornai non è più sufficiente la 'lunghezza di un intiero chilometro, e, più ti colpisce l'accorò o unanime dei santi affetti, che di mille menti e di mille cuori fa come un'anima sola, che è tutta' intenta ad onorare Maria e che riel linguaggio dell'ordine, dell'esultaiione, della fiducia,' dell'a-
RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=