.Anno Vl -N. 4 AprHe 1904: PERIODICO o RELIGIOSO o MENSILE ESCE AL PRINCIPIO DEL MESE DIREZIONE PRESSO LA SAGRESTIA IN TORINO
Offer�e per l'ampliamen�o del San�nario ---------+ · �·�·�-� ... �-�··-��._ ________ Torino. Morello Cecil:a, B - Barra pro f. Filippo, S -c ... Briançon di S. Tomaso, 10-R. A., 2-S. A., Il - Cristin' Tagliafdrri, 2 - Carlo Casavecchia (of. f. rta mens), 1,60 - Famiglia Bertotti, 2 -ScaramJzzi Catterina, p. g. r., 5 - Monti Engenia, B - Orengo cav. prof. Giuseppe, 2 - Clara Silvi raccomanda suo marito alla Consolata, 8 -Anna Bellini, 5 -A1tegiano D0menio,, l -c ... Iacisa Beccaria di S. Stef .. no, 5-Tarditi Giovanni, ex voto. 5 -Suino cav. Domenico, p. g. r., 10 • Secondina Bussi, p, g, r., 10 -Ferrante Carolina, 5 -Piana Giacinta e Catte· rina, l! - Francesco e Clara Derege di Donato, 8 - Teresa St11ra, 2 ·A. P., 5-Eugenia P11oci Bandana, 2 - A. M., p. g. r., 5 - Ajmini Maria, 2-Alssia Ma· rianna, 2 -U. S. B., inv. gr.,2-Vernetti E11rosia, p. g. r., 0,50 - Vi valda Paolina, 2 -Le suore della Visitazione di S. Maria, Il-Maria Brero, 8 -M. M., p. g. r., 10 - LanfrancJ Teresa, 2 - Coni11gi Taragna, 2 - Ball .. rino Francesco, 5 - Reale Giusep· pina, B -Rinaldi Giorgio, l - Peiretti Olimpia, 2 -D"lm�zzo Lucia, 2 - Cargnino Vmcenzo, 2 - Becchio Margherita., 2 - Patrizio Patri•i, 8 - An· giolina De·Rossi, 2 - Moglia Margherita, 5-G. M., 5 - Mariotti Teresa, 2. Carlqnano. Airola Giuseppe, 2-B eaullen. Contessa Lu'u De For.sta, 2,50 - Piscina. B. G., 2 - Bra. Bonardi Giovanni, 2 -Boma. N. N., 10 - Acqui. Zamb Jtti Maddalena, 2 -Montechiaro. Ca· milla Odglta, 2 -M.lano. Maria Fiocchi, invocando guarigione, 5 - Gi111ia Fiocchi,2-Gassino. N. N., 2 -OhiOPI. P. T. (off. mans.), l - Roma. Contessa Antonia Miglioretti, 10 - Genova. Contessa Polissena Del-Borgo, S -Cumiana. Cais Tereu, p. g. r., 2,60-Pianezza. P. M., 2 - Vlllafl'aaoa. Giolitto G iuseppina, 2 - Oaaalo. Peiretti Maria, 2 - Nol· vara Sib'.Ui Luigi, p. g. r., 2 - Plno�olo. Maria Ghiglietti, 2 - Jlovara. Marcella Belletti, 2-Ca· vour. Porta Giuseppe, p. g. r., 2 -Dazana Boetti Lorenzina, 2 - Palmi. Nicolino Rossi, p. g. r., 5 - Petrolh. Marianna Gribaldi, B - Siena. Teresa De·Giaconi, 5 -ChlomDnte. R. G., 2 -Cortemiglia. Abrigo Car!Jtta, 2 -Rema. c ... Brianzone Primoli, 5 -Mll•no. Corio rag. Giovanni, 2 - Sezè. S. M. C., p, g. r., 9,90 -Monza. Matilde Uboldi di Ca p •y, 2 - VUh franoa. Rosslia Adele Berra, 2 -Lussello. Garoglio Teodoro, 2 -Biella. Terua Benna, 6 - Solbrlt,, Angiolina Maroaco, 2,60 - Oasalpuaterlengo. Catterina Ferrari, 2 - Lecce. Giuseppina Cavallotti, S - Plveroao. Pavignano D. CJstantino, Il -Casale. Rolfo Annun. ziata, 2 - Verona. Teresa Zoppi, 9 50 -Saluzzo. Arese Cristina, 2 -Udine. Lucia Brisighelli, 6 - Lendinara. Cu• Maria Malmignati1 6 - Cuneo. Silvestro mons. can. Giolan Maria, per strenna, 25 -S;ellino Giacomo, 2-Jloll. Antoniotti Marid, p. l· r., B. Torino. Marianna Dorma, Il -Turò Emma, p. g. r., lChiapello Carlo, p. g. r., 5- Pera Maria, 10 Baravalle Carolina, 5 - Maria Crede, 2 -Carlotta Catena, 2 -Chiaramonte Anna, 2 -Schillffino Mario, 2 - Brnno Giuseppina, lil -Rognone Carolina, p. g. r., 2 -Giovannina Nicco, 2-C. A.) 2 -Anna Poli, 5 - Scarrone Lucia, p. g. r., 5-Ther· migncn Eugenia, 2- C•vallero Altsssndrina, inv. gr., 2 -R. A., 2 -Rosso Luisa, 2 -N. N., p. g. r., 2 -Teresa Picena, 2 1- Contessa Giuseppina S. Martino, l! -Usaello Maria, 5 -Benotti Orsaia, 2,6) - Maria Bernardi, 2 - Sorelle Bor&ialli, 8 - Bertello Vittoria, 5 -Lussiatti Edoardo, Il - Alfonso Riz. zetti, p. fr• r., S6 - Pavarino Luigia, B-L. T., 2N. N., 25 - D"mig. Lati!, 5 -Bruno Felicita, 2Vittoria Roasenda, Il - Contess • Ippolita Solaro di Monasterolo, 2 - Maneglia A>ntoniu, 2 - Amparore Antonio, 5 - Cdlestina Filippone di Mombello, 2 - Mossi Marco Tallio, l - Basso Teresa, p. g. r., 10 -Contessa Maria Bonetta, 10 - Airola teol. Vin· cenzo, 6 -Soldati Vittoria, B -Due persone devote della Consolat '• Il -Teresa Guffi Ruella, 1>. Benna. O i tana Delfina, 5 -Oaramarrna. Bacchio Clemente, 2 -Demoate. BJllini cav. Prospero, 10 -Alessaa<fl'la. E.nichetta p,ttaluga, 2 -Baldla· soro. D. M., 2 - Cavour. Barra Giacinto, 2 - Chla va�l. Giovanni Bertalmia, 2 -Vlllafl'anoa. Catterina Ripamonti, !i· C•balla. Torre D. Paolo, 5Savona. Maria s�evano, 2 - Alba. Robllt Angio· Una, 6 - Oaat&glleto. Maa11cco Francasc-', 5 - Cornegliano. Delfi.>a Bontempo e Achille Maria, �.50 - Cavou•. Vittone Maria, l - N. N., 2 - N. N., l -N. N., 1,50 -Famiglia Balangione, 5 - F .. miglia Genovesio, B -N. N., 1,60-N. N., l - N. N., l - Vallada Giuseppe, p. g. r., 2 - Em11a1 Giordano, l .�o -Montanaro. Corna D. Michele, 5 -Are. Ard11ino D. Nicolao, 2 -CollefriiO. Festa Petronilla, p. g. r., 2 -Genova. Martini Paola, S - M i>naaterolo. Cavatorta teol. Antonio, 2 -Carlgnane. Chiesa Margherita, 2-Gennaro TJmaso, B -Chlvesaa. Fiorio Severina, Il -Borrrefornorl. Bisio Maria, Il -Kubourg. Teresa Blanck, 2,50 - Calcare. CJntessa Adele Zerbino Borromeo, 2 - Clhlalareago. Cenua D. Giovanni, prev., 2 - Boneschi Maria, 2 - Mazzone Maddalena, 2 -Barone Vittoria, 2 - Foresto Margherita, 2 -Craacen-. Uno. Ce >na Maria, 2 -A •bo,.e. Picco Celestina, 2 -Mantova. Sorelle Parocchi, 2 -Saluzzo. Baratelli Luigi, 2 - N �l e. Chiadò Rosina, 2 - Torrebalre. Ghiringhello Domenico, 2 -Monza. Fuma· galli cè\n, GillsJppe, 2 - VlgGna. Le maestre della Sc11ola Balme, l -Collel'no. Cesare GusJoni, 5 - Settimo. Caccia Anna, 4 - Cavallerleone. Gallo teol. Luigi, priore, 2. Torino. Piovano Maddalena, Il -D. T., l -Flaminia Riccardi, 5 -Brnne1 i Petronilla,2-Cadario Domenica, 2 - Bigatti Angela, 2 - Vincenza Bo· naudi, 2 -Potronilla Barrera, 2 - Bauquel, 2 - Boc�iolone Natale, 5 -Scavarda Angela, 2 -Bruno Gi11lietta, 2 -Barbero Cecilia, l- Giacinta Fassin, B - Rooai Giovanni, 2 - Emilia Mola di Nomaglio, 5 -Angelo Ceronetti, 2- Palmira Audiaio di Somma, 5 - Sorelle Raccatto, 2- C orlo Dematteis, l5 -Gobbi Alberto, 5 -Giacobino Maddalena, 8 -Cav. Maj�t,2 -D. A., 5 -N. N., l - Bottinelli Lucia, 5 -Reviglio Anna, 5 - Carolina Riccardi, 2- E. Barbera, 5 -Zappata avv. Giuseppe, 6-Vigo Maria, l-Margherita Borgna, 2 - D11cchini Enrichetta, 2 - Sorelle Locatelii, 2 -Sereno Maddalena, 2 - Gin· seppina Garnerone, p. fr· r., 1-Angiolina Carletto, 5 - lt. M. A., p. g. r., Il-Sorelle Cochis, 2 -Tarditi Teresa, l -C. G., p. g. r., 10-LuigiaTadini, S - Rubeo M., 2 -Bossi Antonio, 10 - Sac, Dalpozzo avv. Giovanni, 2,60 -Clotilde Revelli, 5 -Adele Carie, 5 - Merlotto Giacomo, 2. Torino. Luisa La Salle, 5-Celestina Margaria, 2 -N. N., invocando aiuti, 6 - R. R., p. g. r., 1 - -Talione Giacinta, 2 - Aimassi Michelan�elo, 2 - l
Aprile 1904 ��nsoiata PERIODICO RELIGIOSO MENSILE 2Fìl�����y� DIREZIONE �(l SO�I.\I:lA.RIO J I brillanti per le nuove corone della Consolata - Gara d'onore degli oblatori di gioielli con pietre preziose per le PRESSO lA � nuove cor •. ne - I doni alla Consolata nel suo onomastico- SACR[STIA DELLA CONSOLATA I festeggiamenti del prossimo centenario - I Nove Sabati nel 1904 -Storia del Santuario della Consolat.. in Torino - La Consolata in valle d'Aosta � Crot�aca mensile del TORINO J Santuario: Grazie recenti riferite al Santuario- Relazioni compendiate di grazie recenti - Oggetti offerti alla Consolata pel suo g Iorioso onomastico - Indulgenze a chi visita ((' il Santuario nel mese di aprile - Orario delle S. Funzioni. \., 0/Terte per l' ampliamet�to del Sa1tt11ario • . I brillanti per le nuove coron ç e=-1 puro loro sple:re altretta: = e = d = ol iZ!I CI "' ·� sime, infiammate parole e proteste. Molte DELLA CONSOLATA di esse dicono alla Consolata:- A Voi, @"'\Y � a Voi sola questi brillanti, che a nessuno del mondo ed a nessun prezzo avremmo Viva, viva Maria Cons.olatrice!- Ecco ceduti, perchè d'inestimabile valore per l'esclamazione ché ci prorompe spon- noi, come ricordi di giorni felici, o dei tanea dal cuore in questi giorni, tosto � cari defunti. Ma Voi, o Maria, saprete seguita da quest'altra: - Oh, com.e La meglio di noi custodirli e cangiarli in amano veracemente, profondamente i goccie d'acqua viva a conforto hostro suoi figli l -I brillanti per le stelle delle ed a ristoro dei nostri diletti, se ancora due sacre figure dell'Effigie taumaturga penano in Purgatorio l - Altre gemme cison giunti nel mese di marzo in nu- dicono un sacrificio di vanità in onore mero che, avuto riguardo alla prezio- di Maria; altre uno slancio di filiale consità della materia, si può dire rilevante. fidenza; questa è un supplichevole (iat, Certo essoèancora ben lontano dal totale quella un mistico granellino di senapa, di pietre che occorrono complessiva- che racchiude una grande e certo non mente per le 24 stelle delle due corone: vana speranza. ma con sì bel principio, come dubitare Non tutte le pietre preziose offerte del finale risultato di questa gloriosa sono di ricchi, e noi, quando ce lo dimostrazione d'amore a Maria SS., che permetta la modestia degli ablatori, tutte le altre compisce · e corona? narreremo forse al proposito qualche Sì, di queste gemme, alcune fra le � commovente piccola storia. Oh, il buon quali di pregio grandissimo, si può dire cuore proverbiale del nostro popolo ha senza fjgure rettoriche che sono nel slanci sublimi, quando si tratta della Ma- /
.50 }li 8o11solata Q ·-==-sv���-==;oc;;;;;=;;;;;;!!!;l;l donna della Consolata l Ella tutti benedica grandi e piccoli secondo il mondo, ed a quanti sono d'ogni paese e d' ogni condizione sociale che si uniscono in cristiano, fraterno affetto a formarle una corona di gemme materiali, la divina Consolatrice conceda una corona d'o- � · i nore e di gloria nelle virtù domestiche, nella prosperità delle persone, degli averi e dei negozi; e speèialmente a tutti conceda di formarsi una corona di meriti per ·l'eterna felicità. Ecco, intanto, la prima lista di benemeriti offerenti di pietre preziose ; il nome del più augusto Personaggio della terra, che vi sta a capo, e quelli di eminenti Prelati danno a questa sottoscri zione un inizio che non sapremmo desi derare migliore, a gloria di Maria SS. ed a giusta soddisfazione di quanti vorranno parteciparvi. GARA D'ONORE degli ablatori di gioielli con pietre preziose per le nuove corone della Consolata Sua Santità Papa Pio X. Sua Eminenza il Cardinale Agostino Richelmy Arcivescovo di Torino. Sua Eccellenza Monsignor Edoardo Pulciano Arcivescovo di Genova. Torino. Lo1·enzina Mazè de la Roche: oggetti d' om con pietre preziose appartenuti a Sua Santità Pio IX, agli E'cc. mi Arcivescovi di Torino Monsig. lorenzo Gastaldi e Mons. Davide Ricca?·di, e ad illustri membri delle famiglie . Gasl,Ildi e Mazè de la Roche. - Una pia persona offre un anello con brillanti appartenuto ad �m A 1·civescovo di ·Torino. t l l [l l � Tnl'ino. Teresa De-Luca Soldati. Margherita Precerutti De-Luca. Angiolina Marsaglia ved. Demo1·ra. Ernestina Perolti ved. Bergia. Ghigo Paolina. Giuseppe Candellero. Nicola Luigia. N. N., a mani del Rev.mo SignoT Ca /tonico Giuseppe Desecondi. Ved. Audisio Teresa. A ricordo di Mons. Sole1·i le nipoti. Sorelle Accornero. Nicola Giuseppe. Conte Giulio d' Arcourl. Antonietta Calderini. Cu tlerina Caviassi, Eleonora Zappata-Sella. Cav. Lorenzo Bodoira. Garaccioni Vi,ncenza. Belletti Lucia. Treviso. Contessa Langosco· Tolosano. Saluzzo. C.ssa Paolina Luda-Pallavicini. 'l'orino. March. sa Cecilia Solaro Del Ho1·go. Carolina Germano. Giuseppina Ciocchetti ved. Leggiardi. Giuseppina Baloire. Turco Maria. Clotilde Soldati ved. Pasquale. Signora Garelli Marchisio Sofia. Castelnuovo d'Asti. Benecf,ettina Turco vedova Allamano. Padova. Cav. Uff. Giovanni Ruzzanli e consorte MaTia. Torino. N. N. - Fratelli e so1·e/le B. - - f. F. - C. F. !J'I. --Coniugi A.- - N. N. - R. C. - N. N. :.,__ G. M. Emesta Baldioli. - Emilia Ma1·entini.
l J1l eoflSO{ata 51 <>l d ' ,-, �C 1 1 : t',i�Pioè=co;>cn-in;;;; i;;;;n;;;; t"' e"'"::="'n"" e '" • • rata...... fr;,o;.a• n• oi • ; •• è -" il ODI a a ORSO a a Ra1 SUO OROmas lCO � ripetersidell'apoteosi della sua incoronazione; 20 Giugno 1904 è, finalmente, il giubileo delle feste magnifiche g fa i m o L r i n ' g o o l n io p e m iù e a ds b u t e c i l c a l o o t e e d e a p l l i a d ù o M c v a e a r r d o o : r s e i p ! e e N r g o f e n e n s tt v i e ' l g è i g s n i e a e n r l l l s o e i anche nella più cruda stagione si trova un fiore; anche nelle angustie .della povertà si trova un regalo a simboleggiare l'aff la riconoscenza del cuore. etto e E se coll'annuale rniitvoer rnsoadr ieol l 'do in oqmu aalscthi ceo svpi eenc iea al ec of ai nt tcoi ,d edri e cl u' ai nè dmoilgclei ap ei lr rliac omr daod, r ae l leodr a onneolr edvìo laeu ps peirc altao f as i f a r o a m r d t o d i r o e o p s s ap o m i a a v e i n l a t t e e n f e e e s r s c e t o a z g z , i e t s a di t e i m l l a ' o o d l s t s e i e p s r l p i v r c a i a m n n z e o a r e i g l s e l e i a g p l n i e ù i . fi nelEcco precisamente il caso che si verifica 1904 per i torinesi e per tutti i divoti f it ogl lair ed i d Mi La reiia rSi tSo.r nCao nisno lqaut reiscte' a. nLnao fcei snttaa tdi i vu onlat e gsl eo rc iool sairsis, i em a- acuorme eo l ad i cdei c omne ma uorrei ea , optrtoo fonda semplicità la popolarissima Lode alla Consolata - sono . . . . . tenere memorie Di prodigi e di favor. s d u i o D C oi p f n o a s p t o t o l i l a , o d z , i u o s r n e a e m n , t p r e r i se t p u ot l n t o i d h q e u a n e ds s o t o i a c s è g e o l c r i o s o l o i m , la a s g a M g lv i a a d d t r e o e l , o n n a o z r io a n to i. con grazie stupende in faccia alle t g a lo m Cr e o ia n m r t e c e, i d d L i u e n t q a t l u o e r M , n n i a o d d n r o el c c ? i e M g e l a d o r ai a e c r c e n e m t c t h m o è , o i n ln o o n i i o d s s an ffi t o r b o bn ioasmt roi vaevris;o ndoi i Ls ieaimi mo igtlai r ee r lead if odrit eo tptioe tsàe cdoel ii db ie nsetmo reirae nnz oe nd i sMo l at ar inat oS Sm. , emr aa vni ogbl ii ol es ae gprearn dl ee malatrgegsiìoprie.r la rispondenza ad esse dei nostri Noblesse oblige, dicevano gli antichi c p a li v Ic ale liverini,coelonoeireodbibtalirgioa. doppiamente un duprossimo 20 giugno in. sè riassume una Ctroinplsiocleatfreisctea:, rinnovà tre trionfi di Maria SS. è l'ottavo centenario dacchè Ella d cL e e e l fi i e . n b T i r z a r i t o e e n s s e o i le d n n e e n l l l i ' t i S m à a mn in t a u c ua o n r la i a o t : o p tr e c e r o n m l c a e o pt d i i m v og i e m n p t a e o t r i c d l a a i tnroes tmr ao tMi vaidpree re nRoei,gsi nua� i dsiuddodl ci tei ceompiacenza; figliuoli, di se os sr epraes s pa ar er ,i caol nl ' a lstaenztzaa adme lbl ai z i co inrec,o sqt auna znat ,o ds ii lfoencetainni paanstseantaotid.ai nostri padri e dai nostri E veramente il molto fin qui da noi ope· d g ra e n t l a o r S e m a u n o n s t t u 'a r a a u r ri c o e h . a e, ml ' oetmt aovr ao ncde an tdeantaar inoe dl loav srtào rs iea I colossali lavori di ristauro, i g nl i usotvuic ac hl tia rair tmi sotni cuim, ie ndt iapl ii n, ti i ,mlae r mr i ic cphr ieszsiioms ie, dorature·formeranno un complesso. in tutto · vd ea gr rnaon ndoe l c eprrti mo oa · Sc oannstoulai dr iaor ndee le dPai e· s mt eonndteer, n ee pTioùr i lnoon tial nvoa nl at o fdaimcai,t tmà epni at ree. mc ruensic e r a n n o a fica, dalle geniali e forti iniziative. Nè tcaomrepicmheenato.sì bella opera vogploisasimamanocadruebiil I plebisciti delle offerte, come già abbiamo cr ii p he tauntnoo, si suppipr al etna d loa c o ld uncui ampe er or faalrlea qe un at inttào, fi richiedevasi, affi fetti e compiti innchoègni ilalvoroori praiurtsec.isMsearoaplterre ss opme sme ;es 'mi mapnocna ne ,oi nao l tcroep, riilr pn reo vi nvteedrearme ei nntue o vl ei p l a e l e z t l a z le a r , i a d d ei c g au l r i i r e e a s d l s t i i a a r d r i e m v s o o t n n e i o s z s z d i a a n e r t e i d c l e o a l l ll c e 'a o n r n t s u i a s o c t v r ic a e a z ci b o a n e p l e · · ev i nl aì o vpi toar tmi ni os tdi cuar. aEn t ep ol ie: ccohsit rnuo zni osnai qmu aulrea rr ioe· l lf o a a g r e o p r o a d lv ; e e g i r l l e i r d o im g u g r u a e o t v et e i r s e d o t a t f i r i l e l e q o r u c o e h ne a t r t e u m t c a t h d o e i ; in s i iv l a d d t e r e v a e e ni · m t la o e ns n o t e i t a o t se s e z o z l l a u ' a ta s n c m d r i e u r n p iv t o e i l e o n s d a i i , m c c h o a e s n ì t p è n i n ù e e c re n e s o s n l a ' r o p i r d e ·p r i e n r e e l t a e r lb e a u mo f n e e s a n t te c a o l c n i e s d n e i t r u e v n s a o a z r i c o i o e n n e t e is n d ig u ei e o r ? s a a n S c n e r n o i z l u a i n n c a i o n e q t u a d r a e e n i t c p i h t a à e eccezionalmente straordinaria di tali capi.
52 1a eo.,solata - r-osMitaà ndoeii ctoornionsecsiiamvoersooramlaai l'alacre gene· loro Madonna; noi ci affi divoti spdariasmi opearllailpima osnodlloe,cictuhde inaelldeeigtraanzitei sl oermo por tet erni supt oe s tdoa c Mo na rei sae mCpolnasroel a gt rriactei t uhda ni nneo. Noi siamo certi perciò che al molto fatto fin qui si vorrà porre la. corona, aggiungendo oi ln odmo na os t iaclol .aFCo ro snescohl aè tnae lpl ee r b ui lo nseu of a pmriogslsi ieml oe pc hr oe voeg ndii gdieofrenr eo nszi a d ea ndnio railcloanMo sacde nr et ,e dai smpoerne· sano i :fi plicare leglpiuroplvi e dsatlesrsaeddnoeplpsiauroe,ondoaml acsetnitcuo , ot ar dn itno apriiùa ms ee nqtue e sc taor ea rer di v ao ni no rci i rccho se t?a nDz ei vsetrrsa f i e pe i ec opmemr seornc ei a, liis, t igtiuàt ih, asnt na bo i lciomi efnattit ii nr id upsotsrtioa lai !l lqoureostdaondoo,manda, inviando al Santuario il o mandando i loro incaricati per conLcaertpairaneg·alraa pè reappaerratazioanet.utti ; siano essi P dd i i r a o fm v o a r v t n i u d t n e e n a p zr a la e z ci p o o i n s ù o a m a b l b o la o d ne c d s o t a p a n p t o i i a s fa od v s i t o a c r a n it n z i e d :e d l a i d e l a l r a l i pa el lr' uiml si leer vliiznioo; dde al ll'lael tga ur ea r; ndiaz il osneir iscoondt ua oms ae s caol semplice pizzo; dall'off piccola moneta, tutto seartraà caocscpeitctuòa aallMaapriiùa tCeorniscohlaetarilcde,ivlainqsuuaoleFgigiulidoicfaacceovgalni ostmesasginciri· fi care l'offerta della povera vedova nel tempio. dol U ce n o i m s p te u s l s s o o p m e u n o s v i e a r o t u g t t e i n t i i l e , u n o stesso :figli di Lei, e dell'unione dei loro dòni, come dai singoli :fiori la ghirlanda,, risulti il complesso ma· gni:fico che al prossimo 20 giugno deve dare ppilùe b isspciictcoa tdo' a me ogr re a, nddi i ovseor aqfueeslt ac adreai tctueor rei dd ii dtuetitoseucnolipo-pocloo,mceonprciumi àtannetle volte nel corso 1104 -l'ono· me acshtei c vo adr ir àM, aadr ei as s oCcoonms oel ai nt r pi caes sfaut oc, eal edbar tattio· re adr ei uf anvao rsi t rsauo rqdui na na rt ii ap ai abmb oe nn dt ea nazvar adni ngor aazl il ee feste partecipato coll'opera e coll'affetto. I FESTEGGIAME�TI DEL PROSSIMO CENTENARIO �Y= o Molti reverendi parroci, direttori di · istituti, di confraternite, e di pie associazioni ci veng01Ìo ogni giorno con religiosa, insistente premura chiedendo come si svolgeranno i prossimi festeggiamenti, nell'intento di preparare pellegrinaggi ed interventi in corpo alla processione ed alle altre funzioni. Ci è impossiblile per ora, come già dicemmo, presentare un completo e minuto progràmma. Questo solo possiam dire che i festeggiamenti cominceranno colla solenne novena l'Il giugno e continueranno sino al termine dell'ottava, cioè fino al27. In tutto questo tempo avranno luogo i ricevimenti dei grandi pellegrinaggi, pei quali sono già avviate le pratiche per ottenere considerevoli ribassi ferroviari, con biglietti validi per tutta la durata delle feste. Questi pellegrinaggi, sia d'intiere parrocchie che di pii sodalizi, si annunziano fin d' ora assai numerosi, perdò preghiamo i benemeriti promotori di volersi mettere per tempo in relazione colla direzione del Santuario, affine di concertare tutte le modalità in proposito pei solenni ricevimenti. In uno dei primi giorni di giugno avrà luogo la consecrazione del San tuario, fatta da Sua Eminenza il nostro . Cardinale Arcivescovo. Le principali funzioni commemorative del centenario avranno luogo nei giorni 18, 19 e 20 con la benedizione e imposizioni delle nuove corone di stelle, illuminazione generale e grande processione, nella quale sarà riservato un.posto speciale per gli ascritti alla Nuova Compagnia della Consolatn.
1.2 eortsolata 53 Nel Periodico di maggio speriamo poter dare più minuti ragguagli sull'ordine di queste varie funzioni. I �OVE SABATI NEL _1904 ==��= Dei fiori della divozione mariana ben si può dire che succede come dei fiori della natura: mentre l'uno finisce di espandere le corolle profumate, l'altro sboccia aulente e vigoroso sullo stelo. Il giulivo alleluia della Pasqua ha posto te.rmine ai Sabati quaresimali, ed ecco i Nove Sabati, nunzi di una mistica primavera di feconde speranze. Uno degli oratori dèi sabati quareshnali, il dotto e popolarissimo Canonico Giuseppe Re, sceso dal pergamo ed entrato appena in sacrestia esclamava: «Provvidenza, Provvidenza ! Dite pure che fu la Provvidenza ad ispirare l'idea di questi sabati �- E la caratteristica esclamazione gli era dettata dalla folla che egli aveva vista intorno al pergamo del Santuario, non di passata, ma ferma ad ascoltare dal principio alla fine con attenzione e diletto le lodi di Maria SS. Consolatrice. E ciò che disse il piissimo sacerdote, lo hanno potuto dire, sia gli altri egregi ora· ratori, sia quanti -fedeli di questi sabati benedetti seguirono la serie. Cosa. tanto più significativa se si considera che, per il fervere degli ultimi lavori, il Santuario è pieno di ingombri e di polvere, ed offre una sede tutt'altro che comoda alle pie pratiche. Ma tutto vince l'amore, ed i torinesi hanno una volta di più dimostrato comé essi amino la loro Madonna. Deo gratias, e la Consolata li benedica. Il primo dei Nove Sabati cade in quest'anno il 23 aprile. Il 1904 essendo un anno eco cezionale, esige che la Grande Novéna, come giustamente furono appellati questi nove sabati, assuma un carattere straordinario e grandioso al pari della festa a 'cui serve di preparazione. I Nove Sabati, perciò, saranno in quest'anno predicati. Con gentile ed, anche questo, provvfdenziale pensiero, i diversi Ordini e Congregazioni Religiose di Torino hanno offerto di mandare per turno uno dei loro più facondi oratori a parlarci di Maria SS.; a preparare degnamente i nostri cuori per la solennità che già brilla sul nostro orizzonte, radiosa come il mistico sole indicatore, che nelllO·i il cieco di Brianzone vide sulla torre Ji S. Andrea al suo auspicatissimo giungere fra. noi. Quanto abbiamo visto nei qum·esimali ci dispensa dal fare per i Nove Sabati lunghi inviti e raccomandazioni. La santa pratica, per forza spontanea, è oramai entrata nelle pie consuetudini dei divoti della Consolata, ed i frutti che sempre-più abbondanti se ne vanno raccogliendo, d'anno in anno meglio la diffondono fra il nostro popolo, ed in città e terre vicine e lontane da Torino. Noi potremmo citare molte lettere riboccanti di santo entusiasmo, che ad ogni primavera ci annunziano il fiorire di questa divozione, così eminentemente pratica, in qualche nuovo centro e volentieri lo' faremmo sè non ce lo contendesse lo spazio. Oltre la predica e la benedizione ·solenne la sera, vi è ora anche nel mattino una funzione carissima, aggiuntasi ad accrescere il pio fascino dei sabati al Santuario: la messa per gli ascritti alla nuova Compagnia della Consolata, alla quale fin dall'inizio accorsero sempre in grande numero i soci. Ed a ragione: è la loro messa, quella i cui frutti spirituali sono intieramente applicati a loro vantaggio; quella a cui più specialmente presiede la Madre di Consolazione, iuipetraudo la clemenza. del suo Gesù per quanti, vivi o defunti, sono divenuti doppiamente suoi figli. Si sono, dunque, moltiplicati gli spirituali aiuti a renderei più facile e più dolce la pia pratica dei Nove Sabati. La solennità dell'anno specialmente consacrato a Maria SS.;
54 Jll: e o fl s o 1 �tt a GQ�.---�cmw .. �.a��·�a�@G�--��--���·�·ws�--�·� e =' """"" . la giusta aspettazione di maggiori grazie da Lei nell'occasione del suo prossimo trionfo, tutto deve concorrere ad aumentare il nostro . fervore, a raddoppiare il nostro zelo nell'e· mendarci dai nostri difetti, nel purificare il nostro· cuore e la nostra coscienza durante la grande novena, a. fine di poter godere le divirre .consolazioni delle feste cente'narie. PER LA PRATICA DEI NOVE SABATI suggeriamo Il libro di preghiere dei divoti della Consolata . di cui vedere annunzio in copertina Storia del Saqtuario della Consolata IN TORINO =.,2) Segue il capo VI�== Giovanni non si sgomenta del rifiuto, confidando èhe Colei, la quale gli comandò di partire, gli farà pure trovare chi guidi i suoi passi. Si indirizza pertanto a parenti ed amici con reiterate domande, ma tutti lo credono un illuso e nessuno si fa pietoso alla sua ri- · chiesta. Infine, dolente ma non scoraggiato, ha l'ispirazione di rivolgersi ad una fedele fantesca della ·sua casa, a cui facendo larghe promesse, manifesta il.suo desiderio . di averla guida nel viaggio (V. illustrazione a pag. 55). La donna che è pia, di ottimo cuore ed affezionata al padrone, di buon grado accondiscende a farsi sua guida e ad agevolargli coi suoi servizi la santa impresa. . CAPO VII. I n vteunrzgi ao n Ie mdaegl lian ec a. dpip eNl l. a Se. ddeellllae tCaounms ao - . lazioni. · Giovanni Ravacchi; disposta �gni cosa per la partenza, incurante dei rimproveri e delle -derisioni a cui è fatto segno, al giorno stabilito si avvia colla fedele fante alla volt� dell'Italia e di Torino, dove_ · si propongono di giungere per il :Moncenisio e la valle di Susa. · Lungo è il cammino, e coi disagiati mezzi di trasporto di guel tempo i pii pellegrini debbono. varcare monti e valli, attraversare fiumi e torrenti, affrontare il tragitto di pericolose foreste, sopportare il freddo delle notti fra le Alpi ed il sole cocente dei.meriggi alla pianura. Ma la certezza di compiere il volere di Dio e di ubbidire al comando della Vergine SS. _ li ·fanno affret- . tare alla meta, senza curarsi del loro disagio, e solo si arrestano quel tanto che è stret· tamente necessario a ristorare le proprie .forze col cibo e col sonno. Lungo la via recitano preghiere e si trattengono in sante conversazioni sullo scopo del loro viaggio. Toccano finalmimte la pianura pedemontana; attraversano con accresciuta alacritàle nostre terre e giungono a Pozzo di Strada, paesello tra Rivoli e Torino, distante solo unmiglio da questa città. A Pozzo di Strada era a quei tempi una chiesa dèdicata alla Vergine SS. ed uffiziata dai monaci Vallombrosani, che vi avevano un attiguo. monastero. La storia espressamente. non lo dice, ma il fatto che siamo per narrare fa supporre che anche in quella chiesa il cieco e la sua compagna si soffermassero in fervente preghiera, come avevano fatto nelle altre ·incontrate per via. Erano essi, adunque, sulle mosse per riprendere il viaggio, quando il Ravacchi ebbe una seconda visione non meno prodigiosa della prima. I morti occhi di lui, vivificati improvvisamente, si aprono alla luce ed egli vede in lontananza una torre e sovr'essa un grande globo di fuoco, a guisa di sole, da cui partivano mille e mille raggi, sicchè pareva che la torre tutta ardesse. Eia quella la torre di S. Andrea, la stessa che ancora attualmente serve di campanile al Santuario della Consolata (Vedi _illustrazione a pag. 57). l Giovanni Ravacchi, fuori di- se per la gioia, mosso da divina ispirazione, dice alla sua guida: Ecco il punto a cui dobbiamo vol-
l . ·Jll 8of1solata 55 .Q · ·��� o gere i passi : appiè di quella torre giace l'Ima- � creato che per la prima volta contemplava. gine che la Regina del Cielo vuole restituita Egli però non se ne rattrista soverchiamente, al culto. Affrettano la marcia, egli traspor- nè vacilla la sua fede nella promessa di tato in dolce estasi per la grazia straordi- Maria SS.: ben comprende che la vista non Il cieco di Brianzone concerta colla sua domestica per farsi accompagnare a Torino (Questa illustrazione � le due seguenti sono tratte da antichi dipinti del torinese Felice C!ervetti) .naria che conferma la verità della sua prima � visione, la sua compagna in preda alla più grande meraviglia e compresa di nuova ri- . verenza per il suo padrone. Ma allontanatisi .di poco da Pozzo di Skada, ecco il Ravacch1 �� ricaduto nella s11a cecità, prima ancora che abbia potuto saziarsi dello spettacolo del. gli fu testè concessa se non per additargli il luogo a cui deve volgere i passi. Fra le nuove tenebre · continua il ringraziamento a Dio ed alla Vergine per il felice termine del viaggio , compiendone l' ultima, breve tappa . .Giunto alle smantellate mura di Torin·o ed
56 1ll eot'}solata alla Porta.. Segusina, il Ravacchi domand� ·alle prime persone in cui s'imbatte dove sia il luogo in cui giace in rovina una cappella di Maria SS. Ma nessuno sa dargli una soddisfacente indicazione; nè hanno miglior risultato le domande che egli va. ripetendo ai rari passanti per le vie della squallida città. Per i disastrosi eventi da noi più sopra narrati, molti torinesi erano periti di peste e nei tumulti delle guerre e delle arrabbiate fazioni cittadine; molti si erano trasferiti lontano dalla città. Tra i pochi rimasti e tra coloro che eransi rifugiati nella vicina Testona era perduta affa�to la memoria della cappella di Arduino, che, come abbiamo notato, fin dal 1070 erasi principiato a trascurare ed a lasciare in abbandono. Vis� che non può avere indicazioni sul sacro edifizio da lui cercato, il Ravacchi chiede la via aila torre, che apparisce verso settentrione a chi giunge a Torino dalla porta Segusina. La strada gli è tosto i�dicata. Da· èiò egli prende occasione a narrare il prodigio di Pozzo di Strada ed a far sapere che presso quella torre, tra le macerie appunto d'una cappella, giace sepolta e negletta un'imagine di Maria SS. stata già altra volta oggetto di tenero culto e da cui Ella aveva dispensato molte grazie: avere egli avuto di ciò rivelazione .dalla ·stessa Madre di Dio, la quale erasi degnata di apparirgli in Brianzone, ingiungendogli di portarsi a Torino e di fare in modo che la cappella fosse riedi' ficata e rimessavi nella dovuta venerazione la sacra Effigie, volendo Ella riaprire in quel luogo la sorgente delle sue misericordie. Nè il buon cieco tacque che in premio della sua obbedienza agli ordini della Vergine SS. egli, secondo la promessa avutane da Lei, doveva davanti alla suddetta Effigie riacquistare la vista. L'arrivo del cieco ed il fausto annunzio di cui si diceva apportatore, si sparsero rapidamente per la città, destando fra i pochi abitatori viva commozione. Accreditavano il racconto del Ravacchi la nobile condizione di lui, che appariva dalla signorile distinzione della persona e degli indumenti; l'aperto sembiante, i modi franchi e piamente soavi e, sopratutto, un sentimento di umiltà profonda che traspariva dal suo discorso allorchè parlava di se stesso, ed il fervore che dall'anima gli si riverberava sul volto, allorchè parlava di Maria SS. e della di Lei bontà e misericordia. (Segue) La Ooqsolata iq li alle d'Aosta l ==== ��==== Il ·credente che perc'orre la splendida e � pittoresca Valle d'Aosta è dolcemente colpito dalla quantità dei Santuari, delle cappellette ' e dei piloni che vi sorgono in onore della Vergine SS. Gli uni si presentano sui margini delle vie più frequentate; altri s'ascon- dono sui fianchi boscosi di seivaggi valloni o s'.elevano sulle creste scoscese delle rocce e fin presso ai ghiacciai del Monte Bianco; altri, all'incontro, sbocciano Òome ces . pi fioriti in mezzo ai fertili piani ed alle ridenti praterie. · Il culto di Maria SS. ha nell'insigne diocesi' d'Aosta una storia commovente, quanto gloriosa ed antica. Essa incomincia al tempo istesso in cui Aosta fu primamente eret�a in Vescova.do, verso· il 300 dell'era nostra. S. Eusebio ne fece in allora edificare la Cattedrale_ dedicandola alla Madre di Dio, a cui pure stava innalzando il Santuario d'Oropa. Da quel punto la divozione alla Vergine Santissima diventa, per così dire, il perno della vita religiosa e civile della forte terra valdostana. I luminari più insignì di santità da cui essa venne illustrata, quali S. Grato, il grande dottore S. Anselmo, S. Emerico da Quart furono tutti apostoli ferventi della divozione mariana. I sontuosi avanzi dicappelle dedicate alla Vergine che ancora esi- . stono nei castelli di Chatillon, di Fenis, di
� 8o11solata 57 <> E� � r� 0 S.t Remy, e d'Issogne attestano pure quanto l valdostane il tenero culto da loro reso alla i potenti signori valdostani confidassero, per Madre di Dio. Essa, dal tempo di S. Eusebio la buona riuscita delle loro i � prese,nell'aiuto ai giorni nostri, invocata nella successione dei Il cieco di Brianzone, acquistata momentaneamente la vista, scorge in lontananza una gran luce presso la torre di S. Andrea di Colei, che nelle vecchie pergamene è con ingenua e profonda venerazione chiamata Madame Sainte Mmvfe. E la storia ci mostra di quali beni fosse feconda alle popolazioni i secoli in occasione di guerre, di pestilenze, di eresie, di mille pubbliche calamità e private sciagure, sempre si mostrò soccorrevole e pietosa dispensatrice delle divine misericordie.
Ammaestrati dalla Chiesa, la quale secondo i bisogni invoca Maria SS. sotto i diversi suoi titoli ed attributi, i valdostani La venerano nei diversi loro santuari e cappelle sotto i nomi più dolci ed espressivi. A Perloz, alle porte della loro regione, la Vergine è invocata come N. S. della. Guardia; sulle eminenze: a Champorcher, a Cunéi,· a Courmayeur, alle falde del Monte Bianco-come N. S. della Neve e delle Rocce; a difesa dai . disastri e dalle sciagure della montagna. Altrove Maria SS. è pregata sotto il titolo delle Grazie, della Pietà, della Guarigioni>, du ToutPouvoir e della Consolata. Si, anche la Valle d'Aosta, invidiando al vicino Piemonte la più dolce fra le divozioni, ha ele- � vato un piccolo tempio a Maria Consolatrice. N()i dobbiamo le notizie su questo Santuario al dotto quanto pio Canonico Roux, il quale con squisita cortesia ha voluto favorirci questa interessante relazione. « Al nord della citta d'Aosta - scrive il canonico. Roux - ed in mezzo al)e· più ubertose campagne si eleva un' e1egante cappella, dove il cristiano può ad ogni ora pregare la Consolatrice degli affiitti. Questo Santuario è volgarmente chiamato La Con solata, al pari del grande e celebre Santuario cosi caro ai torinesi. Il nostro è piccolo, ma egualmente caro alla pietà degli abitanti di Aosta. Il convalescente ama dirigervi i primi suoi passi per respirare colle . brezze profumate del mattino le grazie che discendono dal· trono della Vergine; il cam· pagnuolo, recandosi al suo lavoro, depone un istante i suoi rustici strumenti ed offre le sue fatiche a Maria SS.; da Lei implora la benedizione sul suo cammino il viandante che sta por ·intraprendere la rude ascensione del S. Bernardo. « Il Santuario d'Aosta, sorto sul luogo d'un preesistente oratorio, deve la sua forma e bellezza attuale allo zelante Mons. Andrea Giordano, il quale tesse per 27 an!li la Chiesa Valdostana e vi lasciò numerosi monumenti della sua beneficenza e della sua pietà.. Il 13 . Marzo 1853 l'insigne Prelato, dopo aver solennemente benedetta la statua della Vergine Consolatrice, mosse proces-. sionalmente a collocarla nella cappella, a cui diede la liturgica consacrazione. Lo seguivano il Reverendo Capitolo della Cattedrale, i Seminaristi, le Confraternite della Parrocchia di .Santo Stefano, nella giurisdizione della quale si trova il sacro edificio, ed una grande folla di popolo. « Da quel giorno la divozione alla Vergine sotto il titolo della Consolata ebbe nuovo incremento in Aost�; il piccolo Santuario ha anch'esso i suoi sabati ed è specialmente frequentato nel mese di Maggio e nella festa titolare del 20 Giugno. « Un pio sacerdote e valente poeta, il canonico Gérard, in un pregevole poema, in cui ha cantato le glorie della Valle d'Aosta, cosi accenna alla cappella della Consolata: Cette solitaire et charmante cltapelle · Où .Varie d nzes yeux se présente si bette l Ofatoire autrefois, sanctuaire en ce jour, Et! e est te rendez-11ous des peuples d'alentour ; Ate pied de son azetel ltn coeur qui se dési:Jle Vient chercher dans Marie "" coe!tr qui le console. 8on espoir n'estpas vai-il : ses voeux sont satis/aits, Marie en ce lie.e prodigue ses bien/aits. Vous tous qtei gemissez so«s le poids des alarmes Venez, Marie 'ici aline d secker vos lartne.fJ. « Ma un altro monumento, benchè a Lei non direttamente consecrato, ricorda in modo gloriosissimo l� nostra Consolata in Valle d'Aosta. È questo una cappella assai frequentata, che. sorge non lontano dal celebre santuario di Machaby in territorio di Arnad, e che dal nome del fondatore è detta la Palloetaz. « Era nel Settembre del 1706. Una splendida vittoria aveva liberata Torino dalle estreme distrette di un terribile assedio. I Francesi, benchè in ogni modo avvantag- . giati dalle loro posizioni e dall'equipaggiamento, benchè quasi doppi di numero ·dei Piemontesi, erano stati da questi completamente sbaragliati. Un ricchissimo bottino di guerra in danaro, in cannoni, in munizioni d'ogni maniera e, quel ch'è più, seimila prigionieri ed un gran numero di bandiere: ecco il trofeo - che al pio Amedeo II provava la potenza della Vergine, e gli diceva che non invano ·egli aveva a Lei fatto sulla vetta di Superga un voto memorando nei secoli.
. ' J.E 8ortsolata a- (""'� � � � « Tre o quattro giorni erano passati da quel. � parte, le cupidigie così crudelmente deluse fatto d'arme quasi miracoloso, quando un gio- per i! " mancato saccheggio di Torino, i timori vane milite francese transitava non lungi e g�i stenti di quei giorni di vita randagia ·dalla chiesa di ·Arnad, dove in quel tempo attraverso un paese nemico e sconosciuto, Il cieco di Brianzone alle porte <lella città . <li Torino passava la strada provinciale. Il fuggiasco, � avviantesi sospettoso verso le Alpi, aveva il cuore ripieno d'amarezza e la mente anneb .biata dai più torbidi pensieri. L'inattesa umiliazione· toccata all'esercito di cui faceva . � tutto concorreva a metterlo in uno stato di grande tristezza ed esasperazione. Passò davanti ad un antico pilone e vi mirò dipinta l'immagine di Maria SS. Uno scatto di rabbia infernale fece sussultare il soldato.
60 w eortsolata Spinto certamente dal demonio, tirò la sua spada dal fodero ed avventatosi contro la Vergine SS., novello Giuliano apostata, la colpì al viso, gridando: Tu hai vinto; sei tu la cagione di tutti i nostri mali. « Il disgraziato divideva la persuasione giu · stissima e quasi generale nel campo francese che, specialmente nell'ultimo periodo dell'assedio, attribuiva agli aiuti soprannaturali l'eroica resistenza di Torino. Anche nel campo francese si sapeva che P. Sebastiano Valfrè, ritenuto come un santo, aveva promesso la vittoria ai Torinesi, se essi si mostrassero degni della protezione della Consolata; l'esercito francese tutto era stato testimonio che le migliaia di bombe, le quali naturalmente dovevano colpire il Santuario addossato alle mura in faccia agli assedianti, non ne danneggiavano gli edifici, nè offendevano i cittadini che dì e notte lo gremivano, fidando nella Vergine .Santissima che a tante prove già s'era mostrata loro come celeste Custode e Difenditrice. « Un grido straziante segui l'atto sacrilega· mente protervo ed il milite stramazzò al suolo, colpito da cecità completa. Come pietrificato dal fulmineo castigo, egli giacque lungamente là dove lo aveva atterrato la divina giustizia; poi tentò invano di trascinarsi lungo la via, implorando soccorso. Infine transitarono di là due buoni contadini, i quali non furono poco sorpr�i dalla presenza dello straniero, dalla sua lacera divisa e dal misero stato in cui si trovava. « Da fidi seguaci del Vangelo, come,il buon samaritano, riconobbero in quello sconosciuto il loro prossimo e senza ben comprendere quanto egli veniva dicendo, presolo per mano, lo guidarono presso il loro curato, che era in quel tempo il rev.do canonico Emanuele Bret di Challand. Il buon pastore, informatosi minutamente dell'accaduto, sentì raddoppiarsi in cuore la pietà con cui aveva subito aècolto lo sventurato guerriero, e capì che aveva da compiere verso di lui gli atti di una duplice c 1rità. Quindi, dopo averlo. rifocillato, dopo aver misericordiosamente provvisto a tutte le· materiali di lui necessità, nei gior.r.ù che lo tenne seco s'adoperò per ricondurlo a mi· gliori sentimenti. « La dolce persuasione che era nelle parole del buon curato, e più la carità che brillava ·nelle sue opere, ottennero piena vittoria su quell'anima, traviata forse più dall'ignoranza e dai mali esempi della caserma e del campo, che non della propria malizia. Il francese ri· conobbe tutta la gravezza del suo fallo, lo pianse e promise alla Vergine SS. che, se per intercessione di Lei riacquistava il lume degli occhi, avrebbe fatta fabbricare una cappella sul luogo ch'egli aveva poco dianzi profanato col suo .sacrilegio. « Colei che si gloria di essere la Madre di quanti peccatori si vogliono davvero convertire, non resistette un solo istante alla preghiera del verace pentimento. Appena fatta la promessa riparatrice, il giovane milite riacquistò prodigiosamente la vista. « Doppiamente guarito nell'anima e nel corpo, Palloet, che tale era il suo nome, munito d'istruzioni e di viveri, ripigliava alcuni giorni dappoi il viaggio così tragicamente interrotto. Passò felicemente le Alpi, raggiunse il suo paese ed il domestico focolare. Sebbene da interessi e da doveri famigliari fosse colà trattenuto oltre quello ch'egli avrebbe bra· mato, non scordò un istante la grazia ricevuta dalla Vergine SS. nè il fatto voto. « Finalmente Palloet potè riprendere la via d'Italia, rivedere la Valle d'Aosta ed il paesello di Arnad. Nel 1732 presso l'antico pi· Ione sorgeva una graziosa cappella, detta ancor oggi la Palloetaz e tenuta con grande decoro. - Dopo il Santuario di Machaby, è la cappella della Palloetaz dove si celebra il più gran numero. di messe ad Arnad-ci 'scriveva in data 22 luglio del 1902, lo zelante parroco di Arnad, il rev.do D. Antonio Ramello, il quale cortesemente ci fornì pure notizie sull'antico pilone: « Questo sussiste sempre presso la cappella, e lo sfregio fatto alla sacra immagine dalla spada del Palloet è ancora visibile sotto l'occhio destro della figura della Vergine. Il ve· nerdì della settimana di Passione si celebra contemporaneamente la festa titolare · della
' ' ll1 eo.,solata 61 QOp�---=----��C�·�--�� ����=�·mM--��--.0 cappella e quella del pilone chiamato di l N. S. della Consolazione, titolo che sembra una reminiscenza della Consolata di Torino, · che il Palloet credette vedere nell'immagine a cui rivolse la sacrilega apostrofe: Hai vinto. « Checchè ne sia, è certo che la Vergine SS. volle essere anche ad Arnad glorificata quale principale vincitrice della battaglia che il di 7 Settembre 1706, vigili�<. della di Lei Natività, rendeva a Torino la libertà e la pace. Il prodigioso avvenimento poi contribui certamente a rinnovare tra le pie e forti po· polazioni valdostane la venerazione per il nostro antico Santuario, da tanti secoli spirituale baluardo del Piemonte, invogliandole ad averne tra loro una specie di succursale che accenna, come abbiamo detto, a crescere sempre più in importanza, con grande vantaggio dei sofferenti, degli oppressi, dei bisognosi di grazie spirituali e temporali ». QUADRI VOTIVI PORTATI IN FEBBlU.IO N. 35 Grazie receqti riferite alla Sacrestia ==��=- Roma. - Il soldato OzZELLO CANDIDO, dopo il campo dell'estate 1902 tornò ·a Roma, dove era di guarnigione. Ma arrivatovi appena dovette porsi a letto, perchè soprappreso da febbre con intensa cefalgia. Condotto all'ospedale militare, vi giacque tre o quattro giorni, in capo ai quali si manifestò chiara 'mente la malattia: era un ileo tifo, il cui rapido e ·violento decorso portò in breve il povero giovane in estremo pericolo di vita. Triste cosa è il morire sul fiore degli anni e sul rigoglio delle forze e delle speranze ; ma infinitamente più · triste è il morire lontano dalla famiglia, senza poter più dare ai nostri cari l'ultimo saluto, e !asciandoli colla spina nel cuore di non aver nulla potuto fare per il morto amatiAsimo..... Questi ed altri simili pensieri confusi, ingigantiti dal.delirio della febbre, fermentavano nel capo del malato quand'egli era capace di seguire un filo di idee..... I parenti intanto ricevevano a Torino un primo telegramma annunziante che il loro Candido era gravemente ammalato; poi un secondo che egli era gravissimo , seguito , questo, da una lettera che dava i particolari della malattia e diceva che - purtroppo - non c'era più speranza di guarigione, salvo un miracolo..... I poveri genitori si sentivano schiantare il cuore dai messaggi recanti dolore su dolore..... Che fare, che fare? Roma era tanto lqntana; il viaggio ed il soggiorno fuori di casa erano spese non indifferenti. . . . . Eppure come decidersi. a non rivedere nemmeno più l'amatissimo, bravo figliuolo? Frattanto corsero al Santuario della Consolata : se soltanto un miracolo poteva salvare il loro Candido, chi se non la Madonna SS., poteva strapparlo a Dio ? Pregarono e piansero ai piedi della taumaturga Effigie, promettendo che, se il loro diletto guariva, avrebbero fatto celebrare una messa al benedetto altare. In-. cominciarono con tutta la famiglia una fervorosa novena d'impetrazione ; se la Madonna voleva, tutto poteva. L'indomani ecco un altro telegramma urgente dell'autorità militare dell'ospedale: - se loro premeva di rivedere ancora il figliuolo s'affrettassero . . . -O Madonna SS. della Consolata, salvatelo, salvatelo !. .... O almeno, al· meno· fatecelo trovar vivo ancora il nostro Candido! La mamma ed un fratello di lui presero il primo treno diretto per Roma ; da casa intanto li accompagnavano nel'viaggio le incessanti preghiere dei rimasti. Arrivano a destinazione ; si fanno condurre difilato all'ospedale militare. Respirano dopo sì lunga e crudele ansietà : Candido è vivo, non solo, ma è sensibilmente migliorato. I dottori sono stupiti del fatto veramente eccezionale e mai non avrebbero detto che quel povero soldato
62 ]li Co11solata �--�--����= ��,���==� potesse risorgere alla vita. Giacchè era una véra risurrezione : vi fu un momento in cui l'Ozzello non aveva più polso e la respirazione cosi debole, che già s'era approntata la barella per asportare sollecitamente il cadavere, ad evitare infezioni agli altri ammalati . Ad un tratto egli si era riscosso con un ampio respira..... O la Madonna, la Madonna sola aveva ottenuto, aveva proprio strappato al suo divino :E,'igliuolo il miracolo, aveva esaudite le suppliche dei desolati parenti. Da quel punto la guarigione procedette grado a grado, senza arrestarsi e si compì in tempo relativamente breve, poichè l' Ozzello, ammalatosi ai primi d'ottobre, verso la metà del seguente novembre s'era già abbastanza rimesso per venirsene in licenza, a rimettersi ·in piena forza fra le cure amorose della mamma e dei parenti. Insieme con essi il graziato venne ad esprimere la sua riconoscenza alla ·Consolata, al cui altare fu celebrata la messa votiva di ringraziamento. �elezioni compendiate di grazie recenti DELLE QUALI FU CHIESTA LA PUBBLICAZIONE �=-- Vogltera. - RAITERI LuiGINA, d'anni 9, votata da sua madre alla Consolata con fervorose· preghiere, guarì da polmonite compli cata con meningite. Ma quando, vinto il gravissimo male e superat:> l'urgente pericolo di vita, la buona mamma già si disponeva a ring�aziare la Vergine taumaturga, ecco una nuova disgrazia grande minacciare la ba m· bina · Ella che nel forte della febbre aveva perduta la favella, non la riacquistava ces· sato il terri·biie male, come erasi sperato; anzi il dottore curante dovette annunziare che probabilmente la povera Luigina sarebbe rimasta muta per tutta la vita. La mamma desolata, ma senza perdere fiducia, scrisse tosto ad un suo figliuolo che travasi a Grugliasco nel Noviziato dei Fratelli delle Scuol e Cristiane, affinchè egli, in unione 3 i suoi compagni, intraprendesse subito una novena alla Consolatrice degli affi. i tti per scongiurare tanta . sciagura. La novena fu cominciata il 1° di cembre del trascorso 1903 : il lO dello stesso mese Luigina tornava a parlare . speditamente, unendosi alle preghiere di ringraziamento della mamma e del fratello. Torino. -« A Voi, o Vergine della Consolàta, io umilmente rendo grazie per l'ottenuta guarigione da un g1·avissimo male d'occhi, senza sottostare ad una operazione dolorosa e di esito incerto. Adempio al mio vòto, offrendo L. 5 e sempre sperando nella Vostra misericordia. LUIGI AnENA-SJLVERA » Torino. - DHo 0LGA, di 10 mesi, per polmonite e pleurite ptmdenta dovette subire due operazioni chirurgiche, la seconda delle quali con resezione di due costole, a fine di permettere l'estrazione del pus. Dopo operata, la bimba peggiorò tuttavia sì fattamente, che i dottori non dubitavano di dire che meglio era per la piccina morire, poichè non avrebbe mai potuto crescere sana e robusta. Il nonno profondamente impressionato clnllo stato della nipotina, venne � l Santuario, e implorò con tutto il cuore dalla M>tclonna ehe si deg-nasse guarirla. L'indomani stes;;o fu esaudito: la bimba fu dichiarata fuori pericolo, essendo, quasi d'improvviso, scomparso pressochè tutto il pus infettante. Il nonno chiama miracolo della Consolata ciò che i dottori chiamano miracolo della natura e d.ella scienza. Torino. - GABUTTI FILIPPO desidera si pubblichi questa grazia: . Suo figlio, di professiòne lavandaie, insieme colla moglie e due bambini tornava da To• rino : tutti sedevano sul .carro colmo di sacchi di biancheria. Ad un certo punto, per non si sa quale combinazione, il carro si rovesciò improvdsamente gettando con violenz·a a terra la f•miglia del lavandaio sotto i numerosi sacchi. Nel momento della disgrazia tutti invocarono la Consolata, ed a ciò attribuiscono il non aver nessuno riportato alcuna grave coosegueoza dalla caduta; fu incolume _pure il cavallo, trascinato anch'esso a terra dal violento movimento del carro. Gabiano-ltionferrato. -« Ripetutamente, in angustie ed in pene, quando il conforto eli ogni umana speranza mi abbandonava, mi rivolsi con fiducia a Maria Consolatrice e da sì buona madre ebbi visibile ptotezione. Ora, sciogliendo un voto del mio povero cuore, rendo a Maria S3. pubbliche e vivissime grazie, promettendole perenne riconoscenza. Sacerdote ZAVATTARO G. P. ». Pamparato (Cuneo). ·- PRATO GELTRUDE versava in grav" pericolo eli vita per pleuropolmonite destra. Votata-<i alla Consolata, . con promessa di venire a Torino a ringraziarla nel Santuario in compagnia clel figlio I). Carlo Felice, migliorò tanto da poter essere dichiarata fuori pericolo; ma poi ricadde in modo da ritenersi veramente perduta. Malgrado ciò, non venne meno in lei nè nel suo .figliuolo la confidenza in Maria Consolatrice, la quale a tanta fede ed �tl le raddoppiate preghiere, clue giornidopo conce�se finalmente una buona speranza e poi l'implorata guarigione. Compiuta appena la convRlescenza, malgrado l'età alquanto avanzata ed il viaggio un po' lul)go
RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=