54 Jll: e o fl s o 1 �tt a GQ�.---�cmw .. �.a��·�a�@G�--��--���·�·ws�--�·� e =' """"" . la giusta aspettazione di maggiori grazie da Lei nell'occasione del suo prossimo trionfo, tutto deve concorrere ad aumentare il nostro . fervore, a raddoppiare il nostro zelo nell'e· mendarci dai nostri difetti, nel purificare il nostro· cuore e la nostra coscienza durante la grande novena, a. fine di poter godere le divirre .consolazioni delle feste cente'narie. PER LA PRATICA DEI NOVE SABATI suggeriamo Il libro di preghiere dei divoti della Consolata . di cui vedere annunzio in copertina Storia del Saqtuario della Consolata IN TORINO =.,2) Segue il capo VI�== Giovanni non si sgomenta del rifiuto, confidando èhe Colei, la quale gli comandò di partire, gli farà pure trovare chi guidi i suoi passi. Si indirizza pertanto a parenti ed amici con reiterate domande, ma tutti lo credono un illuso e nessuno si fa pietoso alla sua ri- · chiesta. Infine, dolente ma non scoraggiato, ha l'ispirazione di rivolgersi ad una fedele fantesca della ·sua casa, a cui facendo larghe promesse, manifesta il.suo desiderio . di averla guida nel viaggio (V. illustrazione a pag. 55). La donna che è pia, di ottimo cuore ed affezionata al padrone, di buon grado accondiscende a farsi sua guida e ad agevolargli coi suoi servizi la santa impresa. . CAPO VII. I n vteunrzgi ao n Ie mdaegl lian ec a. dpip eNl l. a Se. ddeellllae tCaounms ao - . lazioni. · Giovanni Ravacchi; disposta �gni cosa per la partenza, incurante dei rimproveri e delle -derisioni a cui è fatto segno, al giorno stabilito si avvia colla fedele fante alla volt� dell'Italia e di Torino, dove_ · si propongono di giungere per il :Moncenisio e la valle di Susa. · Lungo è il cammino, e coi disagiati mezzi di trasporto di guel tempo i pii pellegrini debbono. varcare monti e valli, attraversare fiumi e torrenti, affrontare il tragitto di pericolose foreste, sopportare il freddo delle notti fra le Alpi ed il sole cocente dei.meriggi alla pianura. Ma la certezza di compiere il volere di Dio e di ubbidire al comando della Vergine SS. _ li ·fanno affret- . tare alla meta, senza curarsi del loro disagio, e solo si arrestano quel tanto che è stret· tamente necessario a ristorare le proprie .forze col cibo e col sonno. Lungo la via recitano preghiere e si trattengono in sante conversazioni sullo scopo del loro viaggio. Toccano finalmimte la pianura pedemontana; attraversano con accresciuta alacritàle nostre terre e giungono a Pozzo di Strada, paesello tra Rivoli e Torino, distante solo unmiglio da questa città. A Pozzo di Strada era a quei tempi una chiesa dèdicata alla Vergine SS. ed uffiziata dai monaci Vallombrosani, che vi avevano un attiguo. monastero. La storia espressamente. non lo dice, ma il fatto che siamo per narrare fa supporre che anche in quella chiesa il cieco e la sua compagna si soffermassero in fervente preghiera, come avevano fatto nelle altre ·incontrate per via. Erano essi, adunque, sulle mosse per riprendere il viaggio, quando il Ravacchi ebbe una seconda visione non meno prodigiosa della prima. I morti occhi di lui, vivificati improvvisamente, si aprono alla luce ed egli vede in lontananza una torre e sovr'essa un grande globo di fuoco, a guisa di sole, da cui partivano mille e mille raggi, sicchè pareva che la torre tutta ardesse. Eia quella la torre di S. Andrea, la stessa che ancora attualmente serve di campanile al Santuario della Consolata (Vedi _illustrazione a pag. 57). l Giovanni Ravacchi, fuori di- se per la gioia, mosso da divina ispirazione, dice alla sua guida: Ecco il punto a cui dobbiamo vol-
RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=