1.2 eortsolata 53 Nel Periodico di maggio speriamo poter dare più minuti ragguagli sull'ordine di queste varie funzioni. I �OVE SABATI NEL _1904 ==��= Dei fiori della divozione mariana ben si può dire che succede come dei fiori della natura: mentre l'uno finisce di espandere le corolle profumate, l'altro sboccia aulente e vigoroso sullo stelo. Il giulivo alleluia della Pasqua ha posto te.rmine ai Sabati quaresimali, ed ecco i Nove Sabati, nunzi di una mistica primavera di feconde speranze. Uno degli oratori dèi sabati quareshnali, il dotto e popolarissimo Canonico Giuseppe Re, sceso dal pergamo ed entrato appena in sacrestia esclamava: «Provvidenza, Provvidenza ! Dite pure che fu la Provvidenza ad ispirare l'idea di questi sabati �- E la caratteristica esclamazione gli era dettata dalla folla che egli aveva vista intorno al pergamo del Santuario, non di passata, ma ferma ad ascoltare dal principio alla fine con attenzione e diletto le lodi di Maria SS. Consolatrice. E ciò che disse il piissimo sacerdote, lo hanno potuto dire, sia gli altri egregi ora· ratori, sia quanti -fedeli di questi sabati benedetti seguirono la serie. Cosa. tanto più significativa se si considera che, per il fervere degli ultimi lavori, il Santuario è pieno di ingombri e di polvere, ed offre una sede tutt'altro che comoda alle pie pratiche. Ma tutto vince l'amore, ed i torinesi hanno una volta di più dimostrato comé essi amino la loro Madonna. Deo gratias, e la Consolata li benedica. Il primo dei Nove Sabati cade in quest'anno il 23 aprile. Il 1904 essendo un anno eco cezionale, esige che la Grande Novéna, come giustamente furono appellati questi nove sabati, assuma un carattere straordinario e grandioso al pari della festa a 'cui serve di preparazione. I Nove Sabati, perciò, saranno in quest'anno predicati. Con gentile ed, anche questo, provvfdenziale pensiero, i diversi Ordini e Congregazioni Religiose di Torino hanno offerto di mandare per turno uno dei loro più facondi oratori a parlarci di Maria SS.; a preparare degnamente i nostri cuori per la solennità che già brilla sul nostro orizzonte, radiosa come il mistico sole indicatore, che nelllO·i il cieco di Brianzone vide sulla torre Ji S. Andrea al suo auspicatissimo giungere fra. noi. Quanto abbiamo visto nei qum·esimali ci dispensa dal fare per i Nove Sabati lunghi inviti e raccomandazioni. La santa pratica, per forza spontanea, è oramai entrata nelle pie consuetudini dei divoti della Consolata, ed i frutti che sempre-più abbondanti se ne vanno raccogliendo, d'anno in anno meglio la diffondono fra il nostro popolo, ed in città e terre vicine e lontane da Torino. Noi potremmo citare molte lettere riboccanti di santo entusiasmo, che ad ogni primavera ci annunziano il fiorire di questa divozione, così eminentemente pratica, in qualche nuovo centro e volentieri lo' faremmo sè non ce lo contendesse lo spazio. Oltre la predica e la benedizione ·solenne la sera, vi è ora anche nel mattino una funzione carissima, aggiuntasi ad accrescere il pio fascino dei sabati al Santuario: la messa per gli ascritti alla nuova Compagnia della Consolata, alla quale fin dall'inizio accorsero sempre in grande numero i soci. Ed a ragione: è la loro messa, quella i cui frutti spirituali sono intieramente applicati a loro vantaggio; quella a cui più specialmente presiede la Madre di Consolazione, iuipetraudo la clemenza. del suo Gesù per quanti, vivi o defunti, sono divenuti doppiamente suoi figli. Si sono, dunque, moltiplicati gli spirituali aiuti a renderei più facile e più dolce la pia pratica dei Nove Sabati. La solennità dell'anno specialmente consacrato a Maria SS.;
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