~ Go11solata 4o C.~~==;a•·~,....,..._==~"'"""--==~ca"--=====aOD son venuti a portar loro c,bo, ad aiutarli o semplicemente a salutarli, si schierano dietro; per la maggior parte portano la lancia o il lungo bastone, insep,arabile compagno dei wa- .kikuju. La carovana è ora uua massa imponente di circa 600 persone: un vero esercito pacifico. Un ar.co trionfale di verzura gia ci ha accolti al ponte sul Massioia; un altro se ne alza all'ingresso della Missione a darci il giulivo benvenuto che colle parole affettuose ci ripete il teologo Borda, felice del nostro arrivo che lo toglie dall'isolamento. Non abbiam certamente tempo a riposarci subito, chè la carovana aspetta di essere ispezionata, di farci la consegna dei carichi e di ricevere la mercede pattuita. Andiamo a salutare Karòli, pregandolo di venire egli stesso a pagare i portatori. · Prima delle due abbiamo sbrigato tutto, e, fatta ritirare la merce sotto una grande capanna, possiamo andare a pranzo. Karòli viene a tenerci compagnia, dopo aver regalato alla Missione un altro montone. Dico un altro, perchè il giorno prima per festeggiare il nostro arrivo gia ne aveva dato uno, il quale nella notte era stato portato via àa una grossa iena, che ebbe tanta audacia di rompere il nostro steccato e andare a rubare in cucina, ma che la sua audacia pagò colla vita, perchè nel mattino i neri, seguendone le pedate, riuscirono a scovarla e ad ucciderla. Nel pomeriggio facciamo una passeggiata, a fine di mostrare il paese ai nostri nuovi compagni e presentarli a questa buona gente, che meravigliata li guarda e ci chiede se anch'essi sono come il Patri. La Consolata mi conceda di operare qualche po' di bene in questa stazione che è particolarmente Sua, e dove io dai miei superiori sono ora destinato a rimanere, finchè la volontà. di Dio mi chiami altrove. I due fioretti per I' anno dalla Consolata Molti ci domandano: che cosa presentai·e alla Consolata nell'avvicinarsi delle grandi feste pel suo centenario? - Rispondiamo : fatevi apostoli della sua divozione, col diffondere il Periodico che narra le glorie di Lei, e colle isciizioni alla nuova Còmpagnia della Consolata. Proponiamo, quindi, che prima delle feste centenarie ciascuno dei nostri lettori · 1° procuri un nuovo abbonato al nostro Periodico; - 20 iscriva s.e stesso e faccia iscrivere almeno un'altra persona alla nuova Com• pagnia della Consolata. I nomi di quelli 'Che praticheranno questi due fioretti · saranno segnati sopra un G r a n d e Album d'Onore, che depositeremo presso l' lmag(ne miracolosa, lasciando•Jelo in perpetuo quale arra di celesti benedizioni. [ J CRONACA MENSILE ( i ~ DEL SANTUARI~ I QUADRI VOTIVI PORTA.TI IN GENNAIO N. 32 I ~elazioni compendiate di grazie recenti DELLE QUALI FU CHIESTA LA PUBBLICAZIONE Torino. - CARENA ADIDLAIDE, verso le 4 ½ .antimeridiane del 1 ° gennaio 1903, volle accendere il lume per alzarsi secondo il suo solito, dopo aver recitato l'Angelus ed un Depi·ofundi,ç. Come sia avvenuto non sa, ma il fatto è che col fiammifero si appiccò il fuoco alla capigliatura, da cui si levò una fiamma che illuminò la camera. La poveretta, con immenso terrore, intuì il pericolo e gridò: O Consolata, son nelle vostre mani! - Intanto colla destra energicamentestrinsei capelliin fiamme. Tutto successe in un istante, chè semisvenuta la Carena ricadde in uri sopore simile al·sonno sui guanciali, nè si risvegliò che alle 6 1 / 2 col Crocefisso in mano. Ella attribuisce a grazia grande sia il non aver perduto i sensi nel momento del supremo pericolo, tanto più che ba un carattere nervoso all'eccesso, sia l'aver potuto so:ffocare subito ·1a fiamma senza scottature che avrebbero avute gravi conseguenze. La stessa mattina si recò al Santuario per udirvi la messa e farne celebrare un'altra in ringraziamento. Tigliole d'Asti. - « La Vergine Consolatrice ha rasciugate le lagrime d'una famiglia, massime della vedova madre. Una giovane ventenne da sei anni pativa un forte nervoso, una specie di epilessia: non era obbligata al letto, ma era quasi peggio per i pericoli in cui sovente trovavasi quando, senza accorgersene, cadeva svenuta. Un giorno entrando per caso una sua cognata in casa, la trovò svenuta, con la testa a quindici centimetri dal fuoco. Ci sarebbe da fare un volume a raccontare i moltiplicati pericoli a cui la povera figliuola fu esposta _in questi sei, anni: pericoli di fuoco, d'acqua, di precipizi. E un miracolo che sia ancora viva. « Stanca delle medicine, vi rinuncia; si rassegna alla volontà del Signore e si,getta nelle braccia di Maria Consolatrice che già l'aveva salvata in tanti pericoli, raccomandandosi pure a S. Giuseppe ed alle Anime sante del Purga• torio. Incessantemente prega con la mamma e fu.miglia, si raccomanda alle preghiere di persone pie. Ed ecco che dopo un ann·o dacchè non prendeva più mediGine guarì perfettamente. « Ora compie l'anno della sua guarigione; da sei mesi si trova a servizio e ringrazia con tutto il cuore la Consolatrice degli afflitti in-
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