Missioni Consolata - Marzo 1904

J1i eorisolata 41 laggio) massa.i. I disgraziati porta.tori si get- i te.no a terra col loro carico, e J>er la grande stanchezza rimangono immobili durante un quarto d'ora; quindi in quegli avanzi di capanne cercano per la prossima notte un riparo dal freddo e dalla pioggia, che ricomincia I a cadere dirotta.mente. Un· piccolo boschetto presso al villaggio in un batter d'occhio è distrutto per fare i fuochi. Io m'affaccendo con D. Scarzello a far rizzare le due tende; · intanto Benedetto cura specialmente che si oollochino presso ad esse tutti i carichi, i qua�i poi, a.Ila l!l eglio ! facciamo coprire co1 copertoni portati a tal fine; Cattaneo col bois attende-a prepararci di che soddisfare il nostro potente appetito. Ci mutiamo gli indumenti pregni d'acqua e di fango; ceniamo, recitiamo le nostre preghiere. Brutta notf,af,a - Coll'acqua alla cinto/,a - Al passo del/,a carovat,a -Pietoso inc�tro - Paura dei morti fra i neri - Tra il dO'/Jere e /,a carità -Spiegazioni - Viaggio lugubre - A Giabine - Un morto risuscitato? Domenica 19. Clì:e brutta nottata! - Il mio letto, cedendo al peso del mio corpo, mi costrinse a dormire parte della notte con esso a terra. La pioggia, ·il freddo ed un vento di forza straordinaria. ci han la.sciato il sonno poco tranquillo: da un momento all'altro pareva che la tenda volesse prendere il volo. Eppure, fu ancora una nottata d'oro la nostra e quella dei nostri portatori ripara.ti alla meglio nelle rovinate capanne massa.i, ap• petto a quella di una carovana. di wa.kikuju che sulla strada di Naivasha., a po(l8, distanza da noi, rimaneva mezza distrutta, come apprendemmo in seguito. Meritrè la pioggia continua ad imperversar'e teniamo consiglio; interroghiamo nuovamente i capi : dovremo domani ripetere le fatiche di oggi? Anche i muniapara dividono ora le nostre tristi previsioni ed hanno perduto il loro ottimismo del mattino: purtroppo anche domani dovremo camminare nell'acqua. Eppure oramai sarebbe -follia pensare a retrocedere: abbiamo press'a poco tant' acqua davanti come di dietro. D'altronde se dal potente affetto che li le- Un pastorèlJo wakikuju adorno di perline Viene finalmente il mattino; celebriamo di buon'ora e prima delle 7 ci mettiamo in cammino per una stra.da che, purtroppo, non possiamo riprometterci migliore di ieri. La stessa pia­ . na senza confini ci si para dinnanzi cc,lla. sua distesa d'acqua fangosa, e ci corre un brivido per le ossa al pensiero che vi dobbiamo rientrare, e rimanervi a diguazzare anche oggi per tut_t a. la gio r nata. L' acqua pare crega alle loro ca.panne (Da una fotcgrafla del Teol. P,erlo Filippo) e dall'amor proprio, i nostri poveri porta.tori possono a.vere _un po' di spinta ad avanzare, essi si abbandonerebbero, invece, ad una pericolosissima sfiducia sulla via del ritorno. Ci affrettiamo a cercare nel riposo nuove forze, e andiamo a letto disposti al sonno dal gran concerto d'ogni qualità di fiere fra cui primeggiano gli urli delle iene e dei leopardi. Il morale dei miei compagni si conserva. elevato, come è tanto necessario in queste contingenze, in cui ci vuole un sangue freddo a tutta prova per non lasciarsi � abbatte,e da qual,ia,i difficoltà e'lnoontri. i sciuta., perchè la piana si è alquanto abbas, sata di livello: ad ogni ora troviemo fiumi che, senza tanti. complimenti, attraversiamo come tutto il resto, nè più ba.diamo se ci tocca bagnarci fin sopra la cintola. Si cammina così fino alle 10,30, sprofondando di tanto in tanto il piede nelle piccole fosse fatte dalle zampe del!'elefante, le quali non si vedono sotto l'acqua che tutto ricopre. Son solo: i miei compagni mi precedono di un bel tratto;però D. Scarzello eBenedetto non son tanto lontani. La carovana. che faticosamente mi segue da vicino, mi costringe a non cammina.re a passo più accelerato;non posso ab-

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