Missioni Consolata - Febbraio 1904

ll1 eo11solata 23 a::.i---·-==a.,:i,elillil,;;;=a:=;r~y==•sd¼Jiii,!§ilJl;;:;a=;>QIM;;=....;;,;;,~-=..__;;;;;;.=,~,-;.;;;;=..,.;;,c;;;;;;==!IIDO sempre scarso, anche dopo la quarta spedizione. Ma Ia Consolata vede e provvederà..... .Intanto per non deludere anche stavolta l'aspettazione dei benemeriti nostri lettori ' stralciamo dal diario di D.,Gabrìele Perlo il racconto di un suo viaggio, intrapreso appunto per le necessità delle nuove fondazioni e che non manca di particolari\nteressanti. IN GIRO ATTORNO AL KIKUJU ICINCl In a~tesa di nuovi operai evangelici - I protestanti lavorano, ma la Consolata veglia. Lunedi, 6 aprile 1908. Finalmente ci fu annunziato da Torino la partenza d'un terzo manipolo di nostri e.on-- fratelli e di un primo drappello di suore. Vorremmo _che la picc~la schiera fosse legione, perchè 1 protestanti lav<1rano attivamente e mirano a conqui_stare le più belle posizioni. Ma la Consolata, come fece fin qui, veglierà sull'opera sua: noi non siamo che deboli strumenti nelle mani di Lei avvalorate dalla-forza di Dio. Intanto l'annùnciat·o arrivo dei nostri esi_ge alcu:1i u~genti provvedimenti, · per la cm attu9:z10ne 10 dovrò recarmi da Moranga alla stazione-procura di Lemòru, ove attualmente D. Gais trovasi solo. Verrà meco P.Cravero·: ~a nostra partenza è fissata per. posdomam, mercoledi santo. Il rincrescimento c1:e ~r?vo ~el dover. passare in viaggio i giorm ~n ~m 1~ S. _Chiesa commemora i, più augus~i misteri della nostra Redenzione, mi ·è ampiamente compensato dal merito dell'ubbidienza, e tanto più perchè avrò pure la consolazione di poter celebrare la S. Messa nel giovedì e nel sabato santo, cosa che non avrei po.tuto fare se fossi rimasto qui (1). · . Pas?iamo per la J,iana e Nairobi - ViagfJlatori S1;llla ·?perr:,nza Paesag,qfo pittoresco -- fonti africani - Ombra e fresco dopo il, sollwne - In riva al fiume I(ituiu. Mercoledi 8 aprile. ·Partiamo dunque oggi per Lemòru: Ho decis~ di passare per la piana, e quindi per Nairobi, sia per evitare i continui sali e scendi dalla via di Tusu, sia per vedere questa strada che non ho ancor percorsa Volevamo metterci (1) Si_ ~oti che in quella missione trovavasi pure il teol. Filippo Perlo, e che quando sono più missionari . a~s,eme, ad un solo di essi è permesso il celebrare nel g10vedì e sabato santo. I in via nelle prime ore del mattino· avevo perciò celebrato prestissimo e più 'che in frett9: preparate le due casse di oggetti per- i sonah, che dovevamo portare con noi. Ma dapprima non troviamo pronti i portatori, . . pdoì 1 ~e tr?viam 1 odtroppi, cosicehè la scelta eg 1 uommi, a istribuzione dei carichi le mille piccole remore degli ultimi provv~dimen~i ci fanno perdere tanto tempo, che non poss1a1;110 partire se non a mezzogiorno preciso. . Do 11 segnale della partenza. Fra tutti siamo una ventina, cioè noi due, sette nostri portatori ed undièi altri neri, che ci accompagnano di loro spontanea volontà, nella sperl!,nza che a Lemòru, se ce ne sarà d'a\ranzo, avranno anch'essi un carico di lastre zincate pel ritorno a Moranga. Portiamo con noi una tenda, due galli e tre galline che devono servir\! a cominciare il pollaio a Lemòru dove è tanto difficile_trovare uova e pollam'e. In principio camminiamo per uno stretto sentiero, il quale dopo mezz'ora dà nell'abbastanza larga strada fatta costruire dal governatore, .e che già si addentra nella piana per· circa venticinque miglia inglesi. Prima di entrare in questa strada, il sentiero serpeggia fra colline la cui natùrale bellezza è più che pittoresca: a destra ed a sinistra si vedono numerose foreste di banani, su cui l'occhio si .riposa; molti e molti sono i campi seminati a _migli_o, ad ~udrì ed a meliga, di quella qualità bianca che talvolta si vede ~nche in Piemonte. Si giunge al primo fiume: il Maragna, _la cui acqua è potabilissima. Si traversa e poco lungi si ritraversa per due ponti sospesi, consistenti in lunghi tronchi d'albero gettati da unà sponda all'altra e sostenuti da liane pendenti da alberi delle · due rive. · · Dopo un'ora sola di marcia, i portatori si fermano stançhi e sudati, chè un sole ardente troppo li affatica. Infatti oggi, piu che nei giorni passati, si sente il calore: il termometro segna 38° all'ombra. Concedo un alt di mezz'ora. Ispezionando i. carichi, mi accorgo che una delle nostre galline è morta probabilmente colpita d'insolazione. Al brev~ riposo faccio segui.re una marcia di due ore, nonostante le recriminazioni dei neri che hanno un po' di fiaccona, ed allora soltanto concedo un'altra breve sosta d'un quarto d'ora sulle sponde del Kituiu, un bel fiumicello le cui sponde hanno una vegetazione veramente tropicale. Superbi palmizi chinano dolcemente le foglie a lambir l'acqua; spira un'arietta fresca: tutto qui riposa davvero il viaggiatore che·cerca ristoro all'arsura del sollione. Venendp a conoséere che a mezz'ora di ~istanz~ scorre un altro fiume, subito facmo partire la carovana alla volta di esso con l'intenzione di piantarvi dappresso il campo,: quest'oggi, essendo partiti tardi, ci bastano tre ore e mE)zza di mar'cia. Que~t'~ltro fiume, detto il Saba, è più grande del K1tum, ma le sue acque sono meno lim-

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