il' C·o11so lata 19 di morte portata .dal suo procPsso. Solo diremo che Silvio non diede mai ·n suo nome alla setta politica dei Carbonari.: aveva bensì · SILVIO PELLICO (*) progettato di farlo credendo, per un'illusione generosa di far cosa utile alla patria; prima però voleva leggere gli statuti della Car- (*) Dobbiamo alla cortesia della benemerita Ammi• nistrazione dell'Opera pia Barolo l'aver potuto riprodurre fotograficamente quest'illustrazione da un ritratto a contè, conservato nel palazzo della Marchesa Barolo. boneria e conoscerne tutti gli scopi, per accertarsi che in essi nulla vi fosse di empio e di malvagio. Il suo arresto non gli diede tempo a ciò, ed egli potè scrivere alla contessa Masino di Mombello : . « J'avais la « folie de voir sous un « aspect avant~geux les « soèiétéssecrètes qui pul- « lulaient en Italie; mais « jamaisj' ai été à aucune « de leurs assemblées, ja- « mais je n'ais eu sous les « yeux les statuts de la « Carbonnerie ». Nei suoi ceppi, sotto il cumulo dei dolori morali e materiali che candidamente esposti nelle Mie Prigioni han fatto palpitare di pietà e d'ammirazione tutto il mondo civile, Silvio trovò nel pieno e ponderato ritorno alla sua primiera fervente fede religiosa un'inesausta sorgente di :energia morale, anzi di sublime eroismo che allo strazio inenarrabile del cuore~ all'ingiustizia degli uomini e alle più spietate durezze della sorte, gli fece apporre con invitta filosofia il sublime trinomio perdonare, ama- , re e soffrire - santificandone i tre termini colla piena rassegnazione ai voleri di Dio, coll'affidarsi alle braccia materne di Colei che semprè aveva i particolarmente amato dal tempo in cui fanciullo, in Pinerolo , , ... nelle vespertine ombre, al chiarore Della lampada santa..., con la madre E col fratel pregava lafpietosa. Degli angioli Regina e degli afflitti. ~ Riedendo in Italia dopo un martirio di ~ dieci anni, Silvio Pellico non riportava,
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