30 ui 8011solata CQ-~==•~ ~-~™~====•~~~~~~=~=====1S€PJ CR_ONACA MEN:;iILE ( DEL SANTUARIO ~ ~~-~~. À Grazie recenti _riferite alla sacrestia del Santuario QUADRI VOTIVI PORTATI IN DICEMBRE N, 28 Chieri. - Al marito della signora GIUSEPPINA GIANETTI il dottore di famiglia aveva da un mese fatto capire che molto probabilmente egli avrebbe presto perduta Scoraggiatissima, stanca oltre ogni dire delle scorazzate. per le vie di Torino, delle lunghe soste nelle anticamere dei dottori e delle sedute nei loro gabinetti, la povera tribolata volle tornarsene alla sua casa per aspettare almeno in pace la morte, giacchè non v'era da attendersi altro..... Tanto e tanto non si deve morire una volta o l'altra? È destino: chi muore giovane, chi vecchio... .. La filosofia però non serviva che per qualche momento, è anche malgrado i più solidi conforti delle speranze eterne della religione, la signora Gianetti sentiva in fondo al cuore un infinito rincrescimento. Era così giovane la sua spos11-) la quale correva un pericolo gravissimo. Ma le preghiere fatte ed ordinate nel Santuario della Consolata, qui in Torino, giovarono cosi _che il cattivq mo." mento fu superato meglio assai di quanto si aspettava. Pe;i:ò le febbri conseguenti degenerarono in tifo, a cui s'aggiunse una gastrica ostinata. Gravi e pericolosi mali anche questi, I ancora! Le sorrideva così soave la vita di sposa riamata, la vita di mamma provvida. ed amorosa..... E la Madonna che l'aveva pur soccorsa, consolata, guarita le altre volte, l'aveva ora proprio abbandonata? Non poteva a cui fu tuttavia ancor posto rimedio - come s'esprime la signora Gianetti - con fervorose preghiere alla Vergine SS. Consolatrice. Il tempo di tribolazione però non era fi. nito; La convalescente s'alzava già da vari giorni, quando una tosse secca, che da due mesi la pigliava solo di tanto in tanto, prese a farsi insistente, quasi continua, tormentosa. Il dottore curante, dopo aver ripetuto l'esame scrupoloso degli organi respiratori, pur non osa pronunziare una terribile parola e chiede un consulto. Vengono due egregi sanitari da Torino, fa:nno con ogni attenzione il debito loro, ma non si pronunciano nettamente. Infine però, il dottore .curante è obbligato a dichiarare al marito che si tratta di tu bercolosi. Desolatissimo, il sig. Gianetti si porta colla moglie a Torino, dove imprendono un pellegrinaggio alle cliniche ed alle case dei principali specialisti per malattie di petto. Nessuno osa spiegarsi chiaro, eccetto l'ultimo consultato, il quale, preso il marito i1;1 disparte, gli dice schiettamente : - ·Sua moglie è etica: tutti e due i polmoni sono intaccati. Se I crede, tenteremo qualche rimedio, però ritengo che la scienza non possa ornai più fare nulla.' guarirla anche dall'etisia, se voleva? · Una nuova speranza le sorse in cuore, pura e bella co~e l'alba di un giorno sereno, succeduto a una triste serie di giorni torbidi e fastidiosi. Fa voto d~ offrire alla cara Vergine un gran c_uore d'argento, un quadro votivo; poi prega ed aspetta fidente. E non è indarno: come all'alba succede l'aurora e poi il so1e in tutto il suo splendore, così la pia speranza dell'attesa poco a poco si muta nella trepida gioia di un constatato miglioramento ed infine,nella gioia piena e sicura, nel trionfo della ricuperata sulute. Certo, come è naturale, il brutto male-se n'andò grado a grado, intanto. che Ùn vigor nuovo andava dì per dì accrescendosi ed accumulandosi nelle membra, come un'acqua limpida che stilla goccia a goccia a rinverdire il langµente fiore d~lla vita. Cessa interamente la tosse; si colorano di rosa e ripigliano l'antico aspetto le guance, divenute sì pallide e scarne durante tante malattie. Il dottore constata l'avvenuta guarigione, e l'aspetto di floridezza che continua la graziata ad avere oggidì dice e provà a tutti una consolante verità: molto ottiene chi molto spera in Colei che è invocata da se?oli vera Consolatrice degli afflitti.
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