Missioni Consolata - Febbraio 1904

28 1l1 czo.,so_{ata <.Qm==-c=--~~'"'',.,.==•oa~.:!OJ"======l!!IIDP a dormire della grossa in tutte le posizioni immaginabili, ·n più delle quali a noi sarebbe impossibile tenere anche per pochi minuti. Finalmente, dopo un diluviare di tre quarti d'ora, la pioggia cessa: il cielo ridiventa sereno come prima e la luna torna a rischiarare la circostante campagna. E' una buona fatica quella di risvegliare questa gente che russa in tutti i toni, e persuaderla che più non piove e può quindi andarsene a finir d1 I dormire nel primo suo letto; ma infine la tenda è vuotata; se ne chiude l'entrata ed io posso celebrare con grande soddisfazione mia e del compagno. Mi sarebbe assai rincresciuto che la pioggia mi avesse impedita la celebrazione, ~ tanto piu oggi che la Chiesa commemora la risurrezione di N. S. Gesu Cristo. E' mia norma d! no1;1 D?-ùaif:o~ett_ered la S. Mesds~, anc1he nei . v1agg1 p1 at1cos1 e a costo 1 qua unque sacrificio, a fine di rendere sempre iù vero che su tutti i punti della terra s'immola I l'Agnello Immacolato all'Eterno Padre. Siccome so che in otto ore di marcia giungeremo facilmente a Lemòru, così questa mattina non mi affretto più che tanto alla par- I tenza: fatta colazione e allestiti i carichi, ci · mettiamo in via alle sei e mezza. Girando a destra della città, entriamo nella strada ferrata ed in questa proseguiamo per un miglio inglese, quindi, a consiglio dei portatori che dicono migliore la strada degli Akikuyu, abbandoniamo. la ferrovia per entrare in essa. Ben presto, però, mi accorgo come i nostri uomini siano stanchi per le n;iarcie forzate'dei giorni . precedenti: molti rimangono indietro e debbo continuamente raccomandare al capo che tenga riunita la carovana. Mentre gli altri giorni non si facevano fermate che dopo circa due ore di marcia, oggi invece ad ogni mezz'ora debbo concedere un alt d'un quarto d'ora. Cerco di far loro coraggio: dico loro che son uomini ngega e 'ngubo (buoni e forti),_ ma purtroppo l'effetto delle mie parole vale a farli ridere un poco, ma non a farli camminare con maggior lena, ed arriva un punto. in cui essi, per mezzQ del capo, mi significano che nella sera non andranno di certo fino a Lemòru. Questa loro decisione mi sconcerta non poco: ora che il piu è fatto, e che poqhe ore ci dividono dal termine desideratiRsimo del viaggio, sento dirmi che è impossi- . bile fare questo poco cammino, il che è come dirmi che inutilmente ci siamo tanto ingegnati per portarci avanti, e che dobbiamo rassegnarci a passare anche stanotte sotto la tenda e metà del giorno solennissimo della S. Pasqua in viaggi,o... Non mi do per vinto e tento un'altra provà. Faccio ai portatori una buona paternale, prometto loro che se fanno un ultimo sforzo li lascierò poi riposare parecchi giorni, e ·conchiudo con dire che io li lascio e me ne vado · ' a Lemòru, che essi mi seguano pian pianino, ma procurino d'arrivar la sera stessa a Lemòru. Ciò detto con P. Cravero, i nostri due boys ed un altro uomo proseguo il cammino, lasciando alla guida del capo la carovana. Troviamo che la strada presto si converte in sentiero, il quale ancora spesso si biforca:- nessuno di noi è pratico dei luoghi, dobbiamo quindi regolarci colle .indicazioni della gente che incontriamo casualmente. per via. Ci si fanno così attraversare una dozzina di colline, inutilmente, come mi accorsi di poi, e descrivere dei grandi circoli viziosi, con molto spreco di tempo e di fatica. Ma finalmente, dopo cinque ore di tale faticoso viaggio, giungiamo a Lemòru con un lungo sospiro di soddisfazione. Ci siamo guadagna.ta la buona Pasqùa ! Ci viene incontro il nostro caro D. Gays, che troviamo in ottima salute. Dopo una brevi;) ma fervida preghiera nella rozza nostra cap'pelletta, apprendiamo le novità d'Europa, tra cui ci empie di gioia quella del prossimo arrivo dei confratelli e delle suore. La cara notizia contribuirà anch'essa a farci p!)-SSare in santa allegrezza il giorno del so7,e , la S. Pasqua. La carovana arriva sul far della notte, e così il nostro viaggio da Moranga a Lemòru si può dire esser stato buono e felice sotto ogni rapporto, grazie a Dio ed alla protezione della Vergine SS. della Consolata. D. PERLO GABRIELE. Inaugurazioqe del culto alla Coqsolata nella parrocéhia di S. Francisco in Pioss-asco La domenica 13 settembre u. s., giorno sacro al nome di Maria SS., nella chiesa parrocchiale. di S. Francesco in Piossasco aveva luogo la benedizione di un quadro della Consolata, che si esponeva alla ·pubblica venerazione. Il tempio testè ingrandito e restaurato, era gremito da folla• straordinaria.. Ter.m:inati i v.espri,. lo zelan.te. parroco, in analogo discorso, esponeva le circostanze che portarono all'offerta del _quadro ed esortava i suoi parrocchiani a ravvivare la loro fiducia nella Madre di Consolazione ; procedeva quindi alla benedizione rituale della

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