Missioni Consolata - Febbraio 1904

24 ,pid.e e le sue sponde meno; ricche di v:egetazione. Ment.re si rizza ,la tenda, si montano i nostri letti da campo ed il bois (ragazzo) che fa da cuoco prepara la-.cena cucinando la gallina i;norta, io seduto vicino alle acque correnti recito il Breviario. Sento di farlo con maggior divozione lontano da ogni abi.tazione umana : mi pare che le mie lodi debbano unirsi a quelle della silente natura e giungere più accette al Creatore. Fatta la cena, prima ancora che scendano comple~amente le tenebre, P. Cravero ed io ci ritiriamo ne.Ba tenda; trovandoci sulle rive d'µn fiume, dobbiamo schivare le pericolose punture delle zanzare d11, mal11,ria. E dobbiamo anche pensare ad essere p:r;esti.ad alzarci domattina, a fine di compiere con tranquillità i nostri doveri religiosi e poi metterci in marcia prima del levar del sole. È giovedt santo! - La S. Pasqua nel deserto - Varietà di , vegetazione - Zebre, antilopi e kongoni - Tentazioni di caccia - Aridità desolante della piana - L'oasi nel deserto - Disaccordo tra il mio itinerario e quello dei portatori - Dieci ore di marcia! - Come si tragitta a piedi asciutti un fiume. senza ponte. Giovedl 9 Aprile. È Giovedì Santo! zione; quanto dovrà riusc"ire accetto a Dio il santo Sacrificio offerto in luogo, nel quale certamente mai ancora è stato reso un degho omaggio al Signore di ogni cosa! Il silenzio Non sono ancora le tre che già siamo in piedi : f11,cciamo subito rotolare ed insaccare i nostri letti e convertiamo 111,tendain modesta capD.ue ricche spose wakikuju in gr~nde abito di gala (Da una fotografia Ml Teol. Filippo Perlo) pella. Gli uomini della carovana dormono pro: e fondamenta: ogni cosa tace ancora intorno. f E' Giovedì Santo! Noi qui, lontani da ogni consorzio civile, perduti in una piana senza confini, soddisfaremo al nostro prec,;itto pasquale. Oh quanto è commovente queeta fundel deserto ci raccoglie maggiormente in Dio ed accresce la solennità .del momento: ci pare di meglio sentire 1~ presenza dell'Onnipotente, di essere compresi da un sentimeuto relìgic;>so così vivo e profondo, che non riusciamo a spiegare a noi stessi. Già l'anno

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