Missioni Consolata - Gennaio 1904

6 il' 8orisolata tra gli infedeli. Ebbene, la vostra opera sarà tantp più feconda, quanto più vi accosterete alle piaghe di Gesù Cristo; i frutti di vita eterna che voi otterrete saranno a misura che si realizzerà in voi ciò che S. Paolo proponeva a se stesso: di non voler conoscere altro se non Gesù, e Gesù Crocefisso. Ovvie poi, ma non perciò méno alte, nè · prive di uno spunto di soave novità e freschezza, furono le considerazioni suggerite all'oratore dalla fortunata coincidenza, per cui i novelli qanditori del Vangelo entrano nell'àgone quando già si può ritenere principiato l'anno per noi doppiamente sacro a Maria SS. Accennando ai prossimi nçistri grandiosi festeggiamenti centenari, toccò della I laboriosa e solerte preparazione dell'avvenimentodesideratissimo, e notò bellamente come la chiesetta dell'Istituto - già così frequentàta - si possa considerare anch'essa come un ingrandimento, del Santuario principale, e l'Istituto stesso come una gemma preziosissima de.Ila corona di gloria della Consolata, corona che speriamo poter presto visibilmente simboleggiare in un rinnovato aureo diadema alla taumaturga Effigie. Commovente è il pensiero che i partenti, come i loro confratelli già in Africa, non potranno partecipare se non in ispirito al giubilo, a cui hanno più di noi diritto, ma tra cui noi li ricorderemo affettuosamente. Parlando poi del S. Natale e di Gesù Bambino, S. Em.za si arresta sulla visita dei Magi e sui loro doni al neonato Redentore: incenso, mirra, oro, simbolo il primo della preghiera, il secondo dello spirito di mortificazione, il terzo delle opere sante. Questi tre doni il missionariodeveciontinuamenteoffrire a Gesù: I col rendere incessante la sua preghiera facendo ogni azione, anche la più indifferente per se stessa, a: gloria di Dio; coll'umiie accettazione delle spine, che non gli sarà duopo cer-1 .care; coll'affinare e rendere perfette le opere .._ dell'apostolato, mediante l'assoluta purità di intenzione. E qui, con una opportunissima applicazione generale, S. Em.za osserva che I il Bambino chiede i mistici doni non soltanto ai missionari ma, in certa misura, anche a tutti i presenti od a quanti sono i divoti della Consolata, la quale a questa Missione presiede, come a cosa tutta Sua. Per tutti deve essere un dolce impegno il partecipare ai meriti dell'apostolato fra gl'infedeli, sostenendo questa Opera colla fervente preghiera, col presentare a Dio qualche speciale atto di mortificazione cristiana e coll'offerta cordiale di vero oro materiale, indispensabile strumento alla Missione per raggiungere gli alti fini che si propone: di allargare, cioè, il regno di Gesù Crist<:> e moltiplicare i figli di Maria Consolatrice. Conchiudendo S. Em.za accenna alle carezze di cui il Santo Bambino sarà certo ,prodigo ai partenti, .i quali si dispongono ad abbandonare ogni persona più cara, le dolcezze della patria e della convivenza civile nel giorno stesso del S. Natale, l'intima festa delle anime, che renderà più sentito il distacco. E meglio ncm poteva interpretare l'animo degli astanti porgendo ai giovani generosi i più teneri e santi auguri, per loro e per i confratelli che li attendono in Africa. Come prima del discorso si era fatto per il Magnificat, furono egregiamente eseguite in musica strettamente liturgica 1~ Litanie Lauretane e poi il Tantum Ergo dai giovani ·· sacerdoti del Convitto Ecclesiastico. Seguì la trina benedizione, solennemente impartita dallo stesso Cardinale Arcivescovo, il quale benignamente volle, nelle consuete forme, accordare a tutti" gli assistenti 200 giorni di Indulgenza. L.a cara chiesina si sfolla lentamente, si vuole :vedere ancora i Missionari nel loro abito caratteristico, rinnovare loro, almeno col reverente saluto, gli auguri ed i messaggi per l'Africa lonta_na..... Un'analoga funzione si compiva la sera del 23 dicembre alla ];iccola Casa della Divina Provvidenza, d'onde dodici Suore Vincenzin_e erano pronte anch'esse a partire per l'Africa equatoriale. Le tre navate dell'amplissima chiesa erano gremite di Suore e di drappelli di ricoverati d'ambo i sessi, mentre lontano, m alto dietro i graticci delle tribune, s'in-

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