Missioni Consolata - Gennaio 1904

gloriosa, e nèl tempo stesso di promuovere l'ampliamento e.la decorazione del Santuario, a :fine di renderlo degna sede delle feste centenarie e monumento che ne tramandasse ai posteri la memoria. Grande e ponderosa era la duplice impresa, ma vi ci mettemmo risoluti, :fidando in Maria , e nella secolare pietà dei torinesi, confortati dalla benedizione del Sommo Pontefice Leone XIII e del nostro Cardinale Arcivescovo. Il periodico fu accolto con favore che su• bito superò la nostra aspettazione: l'idea del centenario da esso rropugnata si trovò opportunissima, rispondente alla generale opinione e ad un lungo desiderio il progettò dei grandiosi lavori; si trovò dolce il ricordo delle antiche benemerénze di Maria Consolatrice verso il suo popolo prediletto, ed oltremodo consolante la prova della loro continuazione in mille fatti verificantisi giorno per giorno e che prima giacevano ignorati. Affluirono le prime offerte per !'-ampliamento ed i ristauri del Santuario, al quale trassero più numerosi i pii visitatori, e rispondéndo Maria ss: alle preghiere ed .alle oblazioni con nuove grazie, le une e le altre s'anda• rono man mano con edificantissima progressione moltiplicando. A questi felici principii seguirono quattro anni di materiale e spirituale operosità, di cui non si saprebbe immaginare la più indefessa e feconda. Oom'erasi' previsto, non fu cosa agevole toccare senza danno le vetuste, storiche mura del Santuario, il modificarne · l'architettura già tanto complicata da anteriori ricostruzioni ed aggiunte, l'ampliarne l'area ristretta tra edifizi che non si potevano demolire ed avanzi romani che volevano assolutamente essere rispettati. Lunghe e laboriose dovettero essere le ricerche per trovare i marmi per tinte intonati con gli antichi già in opera, non indifferente lo sforzo di braccia e di macchine per lavorarli inappuntabilmente; si dovette studiare Qgni più minuziosa particolarità di struttura e di ornamentazione, a :fine di armonizzare le. quattro nuove cappelle coll'insieme del tempio. E non ' occorre dire che non mancarono gli incidenti 3 edilizi, i c1ntrattempi, i ritardi per forza maggiore di forniture, le trepidazioni tecniche e le preoccupazioni :finanziarie. Ma mentre da una parte ingegneri e coadiutori, artisti ed operai andavano faticando, ciascuno. nel proprio ambito, con zelo supe• riore ad ogni elogio, dall'altra l'opera loro era secondata e sorretta, con non meno volenterosa e compatta disciplina, dai devoti di Maria Consolatrice. Le sottoscrizioni per la copertura in piombo delle nuove cupole, per le colonne votive, per il rivestimento di tutto il tempio con marmi preziosi e finalmente per l'artistico pavimento, lanciate successivamente e non senza qualche timore, ebbero la più lusinghiera accoglienza; le offerte anzichè stancarsi, se non in entità individuale, in nùmero crescevano provvidenzialmente a misura che i preventivi, già rilevantissimi, erano, come sempre succede, d'assai superati nel fatto dalle f:!pese. E intanto, anima e nerbo invisibile, ogni cosa sorreggeva la preghiera, sempre più ge• ,nerale e fervorosa. Si pregava nel Santuario trasformato in sacro ~rsenale, non curando i disagi della polvere, della semi-oscurità, di mille intoppi posti' or qua or là alla circolazione; non lasciandqsi distrarre dal rum.ore dei passi, dal tramestio dell'alzare o rimovere di ponti e steccati; dal picchiar di mar- I telli e di scalpelli, dallo stridere di seghe e di cenro strumenti d'artieri. Appunto il non aver mai interrotte le solite sacre funzioni, nè averne omessa alcuna straordinaria, fu non ultima cagione del protrarsi dei lavC\ri. Ma chi avrebbe voluto porre ostacoli alla esemplare divozione dei torinesi, o impèdire lo sfogo del cuore davanti alla Madre di Consolazione a quanti venivano .di lontano · per ringraziarla di favori ricevuti o per impetrarne di nuovi, che l'imminenza dell'anno benedetto dava ragione a sperare più grandi e più numerosi? Ohi avrebbe osato arrestare il benedetto slancio delle S. Comunioni, sempre 11,scendenti per numero, tanto che da 186.920 nel 1897, superarono le 240.000 nel 1903? Si pregava nel Santuario; ma anche fuori di. esso, lontan lontano, quale eco dolcissima,

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