Missioni Consolata - Gennaio 1904

12 ·. ui 8011so(ata t'"ècinque mila lire ! Ed ora?... L'afferra con moto febbrile, convulso quasi; l'apre, vi fruga dentro. Quasi non può cred!')re alle sue mani, ai suoi occhi: le cinque mila lire sono al loro posto! Evidentemente nessuno ha toccato la borsetta; nessuno ha sospettato ch'essa fosse così pr!lziosa. Che grazia! Grazia di chi? Oh, della Consolata certo, dice la signora, della Consolata, di cui ella è divota.' Il dì prima della sua partenza le era stata regalata una statuina comperata al Santuario, e la viaggiatrice l'aveva portata seco, entro la borsetta, pregando la Madonna a darle buon viaggio e preservarla da ogni disgrazia. Grazie recenti riferite alla sacrestia del Santuario llUADRI VOTIVI PORTATI IN NOVEMBRE N. 34 Ciriè, posta a pochi chilometri da Torino in pianeggiante e fertile territorio, è cittadina quanto mai attiva ed industre; nella vita religiosa .poi tiene alta l'antica tradizione di fede robusta e di solida pietà, che è un vanto del popolo canavesano. Una delle più belle manifestazioni religiose è in Ciriè il culto della Consolata, il quale trasportatovi da Torino in tempo antichissimo, ha preso in questi ultimi anni nuovo slancio, grazie alle premure di un clero zelante ed illuminato. In proporzione dei suoi abitanti, Ciriè è il paese del Piemonte che ha un maggior numero di abbonati al nostro periodico; nella parrocchia di S. Martino fiorisce, per numero di devoti ascritti e per esemplare regolarità d'andamento, la Compagnia della Consolata. Non v'è dùnque a stupire se sopra' -,o tale 'popolazione Maria SS. versa in abbondanza le sue benedizioni, e se di tanto in tanto qualche grazia, più delle altre patente e straordinaria, le è largita, richiamando la pubblica attenzione, come successe nel testè spirato dicembre. Del fatto a cui alludiamo è protagonista una semplice e pia fanciulla, a nome CA·rERINA CHIAVENT0NE. Ella conta ora dieci anni; ne· aveva soltanto uno quando dai buoni suoi f genitori fu ascritta alla Compagnia della Consolata, cosicchè la Madonna, di cui nei primi moti di affettuosità cosciente imparò a baciare l'imagine, le divenne famigliare e cara fin dall'infanzia. A sette anni fu, per vivo I suo desid_erio, ammessa tra le Figlie di Maria; imparò colla Dottrina anche il Catechismo della Madonna; un caro libriccino di quel degnissimo parroco D. Giuseppe Camusso, il quale cerca ogni via per ispirare alle giovanette sue parrocchiane le virtù della Vergine SS. Tali furono le radici e le prime ramificazioni della preziosa pianticella della divozione a Maria SS. nel cuore della fortunata fanciulla, la-quale ne colse testè un aulentissimo fiore. t Il 13 dell'ora finito dicembre, verso le dieci e mezza, la nonna di Caterina, coabitante in famiglia, la mandò ad attingere al pozzo vicino una secchia d'acqua, che doveva servire a lavare la verdura per la minestra. Il pozzo è antico per forma, e non brilla per modernità il sistema con cui se ne caval'acqua. Esso ha un diametro di 74 cm., è profondo •7 metri, con 1 metro e mezzo d'acqua; ha un tornio primitivo, terminante in una ruota a piuoli, la quale rende inutile la manovella. I. Chi vuole attingere acqua, fa girare la ruota prima in un senso e poi nell'opposto, portando ·successivamente le mani dall'uno all'altro piuolo. La corda poi va ·direttamente f dal tornio all'acqua, senza passare per la carrucola, che d'ordinario sta in alto sull'orifizio dei pozzi di campagna, ma che qui manoa completamente (Vedi incisione a pag. 13). I La piccola Chiaventone, come tante volte aveva fatto, con mossa spigliata e tranquilla . agganciò la sua secchi:;i, alla catena, la calò

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