Missioni Consolata - Giugno 1903
·]11 Cortso(ata 89 ~--~~~~~~~~~~~~~~~~~~as==avc====O l precedendolo e santamente dominandolo col– l'esempio del bene. della pia Società. Fra questi era la quota da contribuire per la celebrazione di 250 messe in suffragio di ogni Fratello defunto, e di 200 in suffragio di ogni Sorella. Si stabilì che Fratelli e Sorelle fossero obbligati ad inter– venire con torce accese alla solenne proces– sione nella festa della Consolata; gli altri obblighi spirituali e le opere di beneficenza rimasero pressapoco gli stessi della prima fondazione, corrispondendo però ad essi ac– cresciuti vantaggi, cosicchè in un. Breve Rag– guaglio delle grazie e privilegi concessi alla .Compagnia, è detto che i membri di essa Quando nel1704 si celebrò il Go centenario .i . l dall'invenzione della taumaturga Imagine della Consolata, era priore della Compagnia l Vittorio Amedeo II, principe di · Piemonte, l il quale poi tenne un'altra volta il priorato ~ nel 1710, trasmettendolo al principe di Ca- 1 rignano. E sempre in seguito si trovano tra. nel Santuario della Cunsolata possono con– seguir·e ogni giorno tutte quelle indulgenze sì parziali come plenarie, che acquistar si pos· sono in tutte le alt-re chiese e luoghi pii del mondo. La gara edificante per essere ascritti alla Compagnia si ripetè alla sua ristorazione fra i più distinti personaggi dell'uno e dell'altro sesso, i quali ambivano di farne parte. Fra i primi a darvi il nome furono il duca di Sa– voia Carlo Emanuele I, che regnò dal1580 al1630 ed ebbe dalla storia il titolo di grande; Caterina d'Austria di lui consorte; i principi e le principesse tutte della Casa reale. A loro esempio s'inserissero gli ambasciatori di Spagna e di Venezia presso la Corte Sabauda, e quasi tutti i cavalieri e le dame delle più cospicue case patrizia stabilite in Torino; così pure molti fra le più illustri personalità della città e del Piemonte : Vescovi, magi– strati, uomini di guerra. e uomini di Stato, notabili del censo e della nobiltà. Nè era l'aggregazione alla Compagnia una vana pa– rata, ma i soci cercavano' di meritare l'onore 1 ed i vantaggi di figli prediletti della Con– solata e di fedeli addetti alla corte della celeste Regina di Torino. Essi con sacrifici di danaro e di comodità, senza umani rispetti, zelavano il culto di Lei, il decoro del Santuario e delle sacre funzioni che vi si compievano, non man– cando alla processione, allora in uso, nella prima domenica d'ogni mese nell'interno 1 del Santuario stesso. Secondo le antiche pri-~ mitive tradizioni, aiutavano le opere di cri– stiana beneficenza, ed edificavano il popolo i Fratelli i sovrani ed i principi della casa Sabauda, fino a Carlo Alberto, che fu ascritto alla Compagnia il 15 giugno 1831, accettando di farsene Capo e Protettore, come fecero dappoi Vittorio Emanuele II, Umberto I di compianta memoria ed il regnante Vittorio Emanuele III. A tacere di tanti altri illustri, nel 1648 fu pure priore della Compagnia Francesco Bellezia, chiaro non meno per le dignità che per le insignì sue benemerenze verso Torino, specialmente nella pestilenza del1630 ; in seguito Lorenzo Bogino; il celebre ministro di Carlo Emanuele III; Luigi Col– legno, presidente delle Università. di Torino e di Genova; il conte Giuseppe Barbaroux, chia· rissimo autore del Codice Albertino; il conte Renato Galleani d'Agliano, che si distinse per la sua devozione a Pio VII, durante la catti– vità del grande pontefice in Savona; il barone DeMargherita, primo Guardasigilli di Vittorio Emanuele II; l'erudito conte Luigi Cibrario, il quale scrisse una bella e dotta storia del Santuario. Allorchè, nel 1829, si incoronò per la prima volta la prodigiosa Imagine della Consolata, concorse assai allo splendore ve– ramente regale delle feste la Compagnia, di cui era priore il conte Enrico Cacherano di Osasco. La storia del Santuario ci mostra dappoi la Compagnia presso l'altare di Maria Con– solatrice nelle trepide supplicazioni durante le minaccia della peste nel 1835, come nelle giulive esultanze del 1854 per la proclama– zione del dogma dell'Immacolata, e del 1879 per il cinquantenario dell'incoronazione della miracolosa Imagine. Però essendosi, col passar degli anni, de– rogato poco a poco a diverse pie ed impor– tanti pratiche ed a molti articoli dell'an- ·3;,
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