Missioni Consolata - Giugno 1903
88 1.]1 eo.,solata zione alla Compagnia e la firma autentica del Rettore del Santuario, Can. G. Allamano. Quest'oleografia è molto adatta per un quadro da stanza e dovrebbe esser posta in capo al letto di tutte le persone aggregate alla Compagnia, quale pubblica profe!lsione della loro devozione alla Consolata e pegno della celeste di Lei protezione. Domandare questo Diploma alla Sacrtstia del Santuario, ove trovasi a disposizione dei richiedenti al prezzo di L. 0,25. - Per le spedizioni fuori Torino aggiungere L. 0,30. CENNO STORICO sur~L.&. PRIMARIA COMPAGNIA DELLA VERGINE SS. CONSOLATA ~Y== Affinchè i nostri buoni lettori possano al ~ suo giusto valore estimare il dono di Maria SS. · ed avere un'esatta idea dell'antica Compa– gnia, di cui la nuova Sezione è figlia, ne ·. diamo un succinto cenno storico. Le più remote origini dell'Insigne Pri– maria Compagnia della SS. Vergine della · Consolata, si potrebbero forse rintracciare in una Confraternita esistente nella chiesa di S. Andrea fin dal secolo XIII. Essa però sotto tale specificato titolo non fu canonica– mente eretta che il13 gennaio 1527, essendo Arcivescovo di Torino il Cardinale Innocenzo Cibò. Fu allora stabilito che della Compagnia facessero parte soltanto 72 Fratelli ed altret' tante Sorelle, in onore dei 72 discepoli di Gesù Cristo. Ai congregati s'impose di visitare ' quotidianamente il Santuario, di pregarvi per sè, per i peccatori, per la pace della città; di accostarsi ai Sacramenti con frequenza e di praticare digiuni, elemosine, visite ai sof– ferenti ed altre opere di pietà e di pubblica be– neficenza. Una nobile gara si accese tosto fra i più ragguardevoli cittadini di Torino, per otte– nere l'iscrizione al pio Sodalizio, tanto più dopo i grandi privilegi e le numerose indul– genze di cui fu arricchito dal Sommo Pon– tefice. Correvano allora tempi calamitosi, ma la Compagnia, animata di santo fervore, per circa due lustri potè fare un grl}n bene a Torino coll'esempio e coll'opera; essa diede valido aiuto a diversi ospizi e ritiri che ap· punto in quegli anni gettavano le loro prime basi. Cosi presso l'altare della Consolata nasceva il primo germoglio di quell'albero di carità, che doveva poi crescere gigante in Torino, meravigliosamente protetto dalla Provvidenza. Allato al bene però eravi allora molto male di odi e di corruzione, ed il Signore, a salutare correzione del popolo che Maria SS. prediligeva, permise che il Piemonte, e Torino in ispecie, fossero per un lungo periodo duramente provati da politici rivolgimenti, da guerre e da pestilenze, con tutto il triste corteo delle conseguenti calamita. Fra si dolorose vicende i Benedettini Neri, che da. 660 anni avevano in custodia il Santuario, si erano ridotti a sei poveri vecchi, insuffi– cienti al loro ufficio, sicchè il tempio di Maria SS. Consolatrice cadde in estremo squallore e la Compagnia giacque quasi di– sciolta. Ma per essa, come per il Santuario, la tem– poranea decadenza non doveva servire se non come .prova della celeste sua vitalità. Nel1589 ai Benedettini Neri venivano sosti– tuiti i Cisterciensi, per opera del Cardinale Camillo Gaetani, in quel tempo Priore Com– mendatario di S. Andrea. I figli di S. Ber– nardo, il gran divoto della Vergine, si resero tosto fra noi benemeriti del culto della Con– solata. Richiamata al primo suo splendore la Compagnia, essi ottennero dal Pontefice Clemente VIII che venisse aggregata al– l'Arciconfraternita di S. Bernardo, esistente fin dal 1368 in Roma, e resa partecipe di tutti i privilegi ed indulgenze che a quella erano stati e sarebbero concessi. Nella ristorazione della Compagnia il nu– mero, tanto dei Fratelli come delle Sorelle, da 72 si portò a 101, vietando però che tale cifra potesse ulteriormente oltrepassarsi, salvo che per specialissime eccezioni; così fu vie– tato di iscrivere chi oltrepassasse i 40 anni di età, o non fosse persona civile ed in istato tale di fortuna da poter compiere gli obblighi . .
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