Missioni Consolata - Giugno 1903
11' 8o11solata 99 sione per un figliuolo di dodici anni, Lieto di nome, come di fatti, un bel tipo di gentile vivacità. Alcuni giorni innanzi il fanciullo era· stato assalito da dolori in tutto il corpo. I dottori che dapprima avevano sospettato di un'infezione, si erano convinti dappoi che quelli erano dolori artritici, sintomi carat– teristici dell'angina difterica, di cui già ap– parivano chiaramente i prodromi nella dif– ficoltà di respiro sopravvenuta al piccolo malato, nel crescente spasimo che cagiona– vagli la deglutizione e nel bruciore della gola, che in tali casi indica l'infiammazione della membrana mucosa delle fauci e della 1 laringe. Povero Lieto! Lui così brioso e svelto, che pareva spandere intorno l'allegria ed il moto, se ne stava ora disteso sul. suo let– tuccio in preda a febbre altissima, tormen· tato da così acuti dolori che le sue membra non potevano patire il contatto colle len– zuola. E gridava il poverino, gridava come un disperato, spinto dall'affanno che pareva voler soffocarlo, dall'orgasmo della febbre, dalle sfitte acutissime che gli trapassavano le ossa. - Oh, quelle grida! -I poveri ge– nitori ne avevano l'anima così straziata, che di tanto in tanto erano obbligati ad allon– tanarsi, andando a piangere un momento in altra parte dell'alloggio. .Venne la sera. Sebbene tutta la famiglia fosse assai triste e un po' sossopra, coine suc– cede quando v'è in casa un ammalato serio, tuttavia i signori Barberia decisero di fare anch'essi la luminaria ad onore della Conso- l – lata. Sentivano tanto bisogno delle consola– ziòni della Madonna, e pensavano che quello spontaneo omaggio, quel pubblico atto di fede, varrebbe anch'esso ad impetrarle. Pre– parati i bicchierini a posto su ogni finestra, compresa quella della camera di Lieto, essen– dosi il poveretto un po' assopito, la famiglia passò nella saletta da pranzo per fare un boccone di cena. In quel breve tempo il malatino si ri– scosse: un'idea gli passò per il capo, un' ir-~ resistibile voglia lo prese. Era un ghiribizzo fanciullesco o un'ispirazione? Egli balza dal letto: afferra la candela che arde sul comodino e, così in semplice camicia, va con essa ad accendere i lumicini sulla sua finestra e poi nelle stanze vicine.... E la febbre, e i dolori terribili di pochi momenti prima? Tutto è svanito, cosicchè, finita l'accensione il fanciullo, al colmo della. meraviglia e della gioia, s'inginocchia in mezzo alla sua camera e, colle braccia tese, si dà a recitare di cuore l'Ave Ma1·ia. Così lo trovano i parenti, ritornando sol– leciti a lui. Si spaventano alla prima: il delirio forse?..... O Signore, Madonna santa, aiutateci! - Ma. no: il fanciullo è quietis– simo, sorridente. Alle interrogazioni, agli amorosi rimbrotti risponde: M'è venuto in mente di provare se la Consolata mi voleva. guarire..... - Difatti egli è istantaneamente e completamente guarito: tutto il suo male, ed il pericolo di peggio, è svanito nel breve tempo in cui egli ha accesa la luminaria della Madonna della Consolata.. Il dottore che la sera era partito dalla famiglia Barberis sfiduciato, promettendo di tornare il mattino di buon'ora, così fece. Udendo e vedendo la novità inaspettata della guarigione esclamò: Ecco un magnifico caso di auto suggestione l ..... Lieto insisteva per andarsene senz' altro al Santuario, a celebrare cogli altri la festa della Consolata; ma il dottore si oppose vi– vamente, rifiutandosi di sfasciargli il collo, tanto più che la giornata era umida e pio– vosa. Nè era da biasimare questa pruden– ziale precauzione. Ma che non si trattasse di suggestione, sibbene di una vera grazia della. Vergine Consolatrice, apparve sempre meglio in seguito, perchè il giovinetto da quella sera faustissima fu assolutamente li– bero da ogni dolore, continuando a stare ottimamente di salute. Poco tempo dopo, accompagnato dal babbo e da un fratello, venne al Santuario in vi· sita di ringraziamento, passando a far regi– strare il fatto nel diario delle grazie che Maria 8-8. concede continuamente, ma che ama moltiplicare, con stupenda liberalità, nel– l'annua dolcissimà ricorrenza della sua festa.
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