Missioni Consolata - Giugno 1903
J1l ~OflSO(ata 97 ~elazioni compendiate di grazie recenti DHLE QUALI FU CHIESTA LA PUBBLICAZIINE Sciolze. - CROSETTO ANGELA, essendosi sof– fregati gli occhi con un fazzoletto'nuovo, senza prima lavarlo, contrasse un'infezione che nello spazio di tre ore le produsse il totale offusca– mento della vista con insopportabili dolori. Il dottore locale dichiarò il male gravissimo .e che poteva condurre alla cecità permanente. Sgomentata, venne· a consultare uno specia– lista torinese, il quale ritenne perduto l'occhio sinistro ed il destro in grave pericolo. Allora la Crosetto si votò con fede alla Vergine SS. della Consolata; e concepì la ferma speranza di essere guarita per il 20 giugno. E così av– venne. Priva della vista fino a quel giorno da lei tanto aspettato, alle nove del mattino apri gli occhi e rivide, piangendo di consolazione, i suoi cari. La grazia, dichiara la Crosetto, (t6 istantanea, ne da quel punto più ebbi a sof– frire male d'occhi. Torino. - « Da molto tempo ero soggetta a gravi incomodi, divenuti da tre anni più insistenti e pericolosi. I medici provarono su di me i migliori rimedi, ma essi non mi appor– tavano che lievi e temporanei miglioramenti: del guarire era nulla. Io che sempre mi ero raccomandata alla Consolata, avvicinandosi la festa di Lei, feci voto di praticare nel miglior modo a me possibile i Nove Sabati. Ed ecco che arrivato il bel giorno del 20 giugno, mi trovai pressoche guarita.Offro perciò, come se· condo tributo di gratitudine a Maria SS., L. 30. ' Luglio, 1902. VILLATA GIUSEPPINA ». o un'imagine della Consolata, facendosi intanto ferventipreghiere davanti al quadro in.chiesa, massime per la ricorrenza della festa titolare. La notte stessa l'ammalatamoribonda migliorò e l'indomani si trovava fuori pericolo. Taluni che ridevano di chi aveva portato in paese il qnadro della Consolata, ora, ricredutisi, pre– gano davanti ad esso infervorati. Terino. - AMATI ANTONIETTA 7 malgrado l'età avanzata e la malferma salute, il 20 giu– gno 1902 volle recarsi a vedere la solenne processione. Un lume lMciato acceso all'alta– rino, su cui ella venera in casa una fotografia della taumaturga Imagine, non si sa come ap– prese il fuoco agli oggetti vicini. Bruciarono completamente la tovaglia e diversi quadretti posti intorno alla fotografia della Madonna; l'incendio si comunicò poscia al vicino letto, consumandone in parte il guanciale Ma l'ima– gina della Consolata non fu tocca menoma– mente dalle fiamme, che pure abbruciacchia– rono i lembi e la parte posteriore dalc.:artone a cui essa era fissata. La Vergine parve cosi voler visibilmente esprimere la protezione da Lei accordata in quel frangente alla sua de– vota. I vicini dell'Amati, credendo che il tempo piovoso impedisse la grande processione, non erano usciti; cosi poterono avvertire e spe– gnere il fuoco, che altrimenti avrebbe distrutto ogni cosa nell'alloggio. Cumiana.- BURDINO AGNESE dal marzo 1902 fu presa da grave male d'occhi prodotto da ulceri corneali, ed il suo stato si andò facendo sempre più triste, malgrado le cure ed i rimedi Torino. -GATTI NATALINA, vispa bambina di 2 anni e mezzo, il 20 giugno 1902, nel gio– care precipitò da un loggiato posto al secondo piano. La mamma, giustamente atterrita, la credette sfracellata : ma quali non furono la sua gioia e le benedizioni che tributò a Maria SS., ·quanto potè constatare che la sua piccina non erasi prodotta che lievi contusioni ed un taglio, non implicante alcun serio pericolo l La pic– cola Natalina guarì in pochi giorni, ma pe– renne e la riconoscenza della madre verso la Consolata, a cui suole ogni giorno raccoman– dare la propria famiglia e della quale zela il culto, come appartenente alla Pia Società della Consolata fra le operaie dell'Aurora. adoperati, costringendola a cessare affatto il suo lavoro da sarta, sebbene fosse nella neces– sità di guadagnarsi il pane. Fece una e poi ~ ·. un'altra novena alla Consolata, ma la grazia che istantemente domandava la Madonna volle riservargliela per la sua festa. Fu il/9 digiugno, l dice la Baudino, che incominciò la tanto so– spirata mia guarigione e potei vedere alquanto: da quel punto i miei occhi andarono sempre migliorando, fino a completa guarigione. Ri· conoscente per questa e per due altre grazie, portò al Santuario un ex-voto d'argento. Conzano-Monferrato.- Nella parrocchiale di quel paesello aveva la signora PORTA FELI– CITA fatto collocare un quadro della Consolata, il quale per opera del Parroco looale incominciò ad essere venerato dalla popolazione. Nel giu– gno 1902 una zia della F elicita, a nome Porta Irene, di 64 anni, cadde inferma per il cosi detto volvolo, malattia terribile ed oltremodo pericolosa, che infatti in 7 giorni la ridusse ~ in istato disperato. La nipote accorsa al suo letto, quando già era stata spedita dai medici e pareva morta, pose sotto il guanciale di lei ,-: ) : Torino. - Il bravo operaio APPENDINO GIU– SEPPE da molti anni sentiva dolori al braccio sinistro, dove da un anno erasi manifestato un tumore prodotto da angioma, che ì medici dicevano assai pericoloso. La moglie dell'Ap– pendino, divota della Consolata, di tanto in tanto esortava il marito a raccomandarsi alla Vergine SS., insistendo essere quello l'unico rimedio efficace per veder finalmente guarito il povero braccio. Per contentare la buona madre, tutta la famiglia intraprese agli 11 giu– gno una novena alla Consolata. « Era la prima novena che facevo in vita mia» ci disse fran- camente l'Appendino « me ne trovai arcicon– tento »- Il 23 giugno, egli subì al braccio ma– lato un'operazione, il cui esito fu cosi felice. che in otto giorni gli dava perfetta salute. In riconoscenza offri un bel cuore d'argentò.
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