Missioni Consolata - Marzo 1903
48 ]li 8o11solata ~ Q~~=?. ~·=====~~~~=-~~~~~~~=~=-=-go forte Hall. Il dott. Hinde, spiacente di non aver potuto ripassare per Tusu, mi sollecita a recarmi il più presto possibile a Moranga, conforme alle intelligenze prese, e domanda di conoscere il giorno della mia partenza, affine di mandarmi a prendere con una scorta di ascari. · Abbiamo pure ricevuto una lettera del P. Hémery, il quale si dice, incaricato da Mons. Allgeyer di testimoniarci quanto egli sia afflitto di tutte le contrarietà che stiamo soffrendo per la gloria di Dio, e di dirci che egli si trova con noi col cuore, e che spera a~biano a terminare presto le difficoltà, ce– d~ndo il posto ai successi che coronano la buona volontà perseverante. ·No'n mi resta che prendere al più presto la via di Moranga !..... Intanto stralcio dal taccuino questa parte del mio diario e la spe– di.sco a V. S., acciò sappia come si svolse fin qui la prova che stiamo attraversando, ed affr.etti colle preghiere l'avveramento della ferma speran.za , con cui più che mai ci ab– bandoniamo alla Provvidenza ed alla prote· zione della Consolata. Anche gli altri buoni superiori ed i confratelli ci ricordino al san– tuario ed all'Istituto. Di V. S. Umil.mo ed aff.mo Teol. FILIPPO PERLO. XII. Partiamo da Tttsre -Prova o Provvidenza f Arrivo a Moranga - Località delta )'utura Missiotte - .l M assai sono convertibili alla .Fede l - Impianto della nuova Missione dal 8. Cuore di Oeaù - Parte11za per Tuste e Le– m()ru - Il sito della Casa-procura dedicata a S. Giuseppa - Arrivati a tempo 1... Stazione di Lemòru 2 dicembre 1902 Rev.mo ed amat.mo sig. Rettore, Ho ricevuto contemporaneamente qui a Lemòru le sue lettere del 21 settembre e 5 ottobre, arrivate a Moranga dopo ch'io n'ero già partito. Da esse veggo che V. S. fu informata prima ancòra che noi del de- creto che c'intimava di lasciare Tusu, e sono molto dolente che Ella, al pari di Mon– signor Allgeyer, sia stata in tanta pena per questo fatto. Oramai noi, che siamo sul posto e tocchiamo con mano che i nostri passi sono guidati da una Buona Stella e ad ogni tratto ne proviamo i benefici influssi, siamo già talmente compresi di contìdenza, che anche quando le cose pare volgano al peggio, non ci angustiamo, sapendo per prova che l'orizzonte non tarda a rischiararsi e che la via si apre da sè innanzi a noi. Perfino quando crediamo d'aver sbagliato, non tar– diamo ad accorgerci che abbiamo sbagliato in bene. Nell'abbandono temporaneo di Tusu co· minciamo a qapire i disegni della Provvi– denza. Al nostro arrivo in Africa ci era stato detto da molti: nei· primi anni, non immc– bilizzatevi: percorrete il paese, fate cono– scere la vera religione principalmente colle opere di carità: raccoglierete più tardi cen– tuplicata la messe che avrete saputo lasciar maturare. Ma noi, pur seguendo questi con– sigli, eravamo impazienti di mietere: non vedeva~o l'ora di concentrarci per tentare l'opera delle conversioni; d'altronde ci pa· reva imprudenza e presunzione l'allargare tanto presto la nostra sfera d'azione, fon– dando nuove missioni. Ebbene: il Signore ci costringe a farlo; ci mostra chiaram,ente che non ci è peranco concessa la soddisfa– zione del raccolto, ma che dobbiamo fati– care ancora per preparare il terreno a nuovi operai. Eccoci perciò impiantati a Moranga ed a Lemòru e colla speranza di tornar presto a Tusu, essendo il paese ormai pa– cificato. Ed ora un po' di cronaca del nostro operato dopo l'ultima mia. Il 31 ottobre, io ed il confratello Luigi, con due tende, medicinali ed attrezzi da. lavoro, partimmo per Moranga (Fort Hall), senzà altra scorta che quella dei capi dei villaggi presso cui passavamo e che veni– vano a regalarci montoni, banani, latte ed altro. Vi arrivammo il mattino di sabato, festa di Tutti i Santi, e ci attendammo presso il capo Kenusna, a dieci minuti dal
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