Missioni Consolata - Marzo 1903
Jll 8 o q s o l a t a 47 ~ ~~~--~~~~~·~dk~~~--~~--~~----~~ Nella sera. giunse fi=te D. Gay; ~ questi eventi per il nostro meglio. Che im· stato fin'allora intrattenuto dall'ingrossa- porta, se, per ora, noi non lo vediamo? - mento dei fiumi, come io avevo congetturato. Concertati assieme i provvedimenti da pren- Aveva mol.to sofferto per la notizia da me ~ dersi per la buona e sicura conservazione mandatagli, tanto più trovandosi lontano dal ~ di quanto lascieremo qui, pel caso che la luogo dell'avvenimento. Accolto dovunque ~ nostra assenza dovesse molto prolungarsi, festosamente, aveva fatto tutto il possibile facciamo subito iniziare i lavori a questo per lasciar buona impressione di sè fra quelle fine. I nostri ragazzi (boys) nell'ora del pranzo, presso la porta del nostro recinto (da fotografia) tribù, curando più di novanta ammalati, di- t stribuendo piccoli doni, mostrandosi disin– teressato e cortese con tutti, e commovendo le anime semplici dei poveri indigeni coll'at· · tirarli davanti all'immagine della Consolata <J e loro parlare della bontà della Madre di Dio, che vuole pure essere madre di tutti gli Akikuyu. Gli narrai succintamente quello che era qui passato durante la sua assenza; egli ap– provò quanto io avevo detto e fatto, e con– chiudemmo che certamente Iddio ha disposto ' * * * 28 ottobre. Quattordici giorni sono passati, nei quali attendendo inutilmente il ritorno del dottor Hinde, abbiamo ultimato i nostri preparativi di partenza, continuando intanto ad atten– dere, nella misura che ci fu possibile, alla cura dei malati ed alle solite occupazioni in pro degli indigeni, che si mostrano assai preoccupati delle novità che vedono, e ci sup– plicano di non abbandonarli. Oggi finalmente ci arriva una lettera dal
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