Missioni Consolata - Marzo 1903

1Jl eof}SO{ata 45 :-Qo•m.-;;;;an;;;;d;;;;a_..,aow;;c;;;;h;;;;i ,..cws;omx;~;;;;a;;;;~n._d~:~a~a;;;;l .. fì"'orlllit,_e;;;;H;;;;;;;;;;al""l"', ;;;;d;;~~:w~!i!lj;iiC~~=-Il"'rillii""su;;;;l;;;;t..,at;s;:::::"'o illif,_u;;;;d;;;;i'"'p;s;:e,.. r;;;;su;;;;a;;;;d;;;;e .. r 10 :i rante il congedo del dott. Hinde, e ci fu rispo- che, sebbene legalmente fosse possibile da sto che per l'acquisto definitivo d·el terreno, parte nostra la resistenza all'intimazione di bastava inviassimo al governo la pianta su ~ partire da Tusu, non era in alcun modo con– misura per la registrazione. ~ veniente l'abbracciare questo partito, anche Il dott. Hinde rispose che il decreto non l per l'esempio di sottomissione all'autorità, provenendo da lui, ma essendo emanato dal che il missionario vuole dare, specialmente vice governatore di Mombasa, a lui non spet- trattandosi di popolazioni che non compren- ~ Alcuni allievi della nostra scuola ed altri bambini e ragazze akikuyu Il giovane in piedi, colla mano sulla bocca, è il primogenito di Karòli e principe ereditario (da fotografia) tava che di farlo eseguire. Aggiunse che, per ~ verità, il paese non era ancQra assolutamente sicuro; che finora nel Kikùyu non soltanto non era stato trucidato alcun europeo, ma non si credeva possibile l'uccisione d'un bianco, e che ~ se questo fatto si fosse per disgrazia avve-~ rato, oltre l'enorme e disastroso effetto che produrrebbe sulle popolazioni indigene, sa– rebbe anche stato causa di infinite noie in Eu- ~ ropa; finalmente, che egli trovandosi al forte · Hall, così distante da noi, non poteva garan– tirci la vita in caso di ribellioni e guerre. dono le distinzioni tra un caso e l'altro. Assicurai dunque il dott. Hinde che noi avremmo semplicemente obbedito agli ordini del governo da lui rappresentato. In seguito mi domandò se noi ci propones– simo anche lo scopo di insegnare a lavorare agli indigeni, giacchè essendo egli, prima di tutto, ufficiale di questo paese, desiderava tutto ciò che poteva accrescere benessere e prosperità alla popolazione. Che perciò somma– mente gli piacevano i missionari che danno la– voro agli indigeni e-loro insegnano a eseguirlo.

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