Missioni Consolata - Marzo 1903
44 J.!1 eo.,sotata Cil!a!s;;;;;;=~-==;;;>1~ c~ ~ o Oggi, essendomisi presentata l'occasione di l Alle 12 arrivano gli ascari e su muletti mandar la posta a Naivasha, stavo scrivendo gli europei: fra essi è il dott. Hinde, al quale una lettera a V. S. quando, a mezzo di messi presento subito i miei omaggi. Essendo la speciali, mi arrivò un biglietto del P. Hémery, prima volta ch'egli viene da queste parti, mi che traduco al solito dal francese: chiede indicazioni, che volentieri gli fornisco, « Caro Padre Perlo, « Ho ricevuto testè una lettera di Mon· signore sulla questione di Tusu. Egli mi dice che vi lascia liberi di giudicare se veramente dovete ritirarvi. Dunque, studiate bene in– sieme (il P. Hémery ignora l'assenza di D. Gays) se dovete partire, perchè il paese non è sicuro. Nel caso che veniate qui a Nai– robi, Monsignore mi dice di andare a vedere Lemòru e mi dà l'ordine di installarvi colà, se il paese vi si presta ed il governo non ci mette alcun ostacolo ». La necessità di fondare una stazione-pro– cura sulla ferrovia, ci si faceva di giorno in giorno· meglio sentire, e più o meno presto avremmo perciò cercato di realizzare questo progetto,· indipendentemente dagli avveni– menti. Forse la Provvidenza, con queste cir– costanze, vuol forzarci un po' la mano: nelle sue vedute noi non dobbiamo forse più oltre protrarre questa fondazione. È certo però che, qualunque cosa accada, la Consolata non per– metterà che sia di danno all'opera che è sua. * * * 12 ottobre. Siccome il dott. Hinde non arrivava e di lui e della sua spedizione militare non rice– vevo che notizie contradditorie, mi parve di non dover più oltre tardare a rispondere, il che feci ier l'altro, accusando ricevuta della sua intimazione. La mia lettera incontrò il dott. Hinde mentre partiva dal forte Hall per venire a noi, accompagnato de tre ufficiali europei e da molti ascari. La pioggia, caduta di nuovo per tutta la notte e cessata all'alba, aveva ripreso alle ll'i 2 in acquazzone accompagnato da forte vento d'est, quando arrivò da Moranga Karòli, il quale venne direttamente a me, salutandomi coll'espansione di un vecchio amico, il quale da tempo non mi avesse più veduto. sulla località migliore per formare il campo e sulla direzione dominante dei venti, per l'orientazione. Scuso l'assenza di D. Gays, di cui mi spiego il ritardo per l'ingrossamento del Sagana, causa le :eioggie continue e tor– renziali di questi giorni. Siccome egli si trova al di là del fiume, gli riesce certo impossi· bile il guadarlo, finchè le acq).le non siano un po' scemate. Entrati nell'argomento princi· pale, discorriamo per un'ora, intanto che si forma il campo della spedizione, e ci lasciamo coll'intesa di trovarci di nuovo alla Missione alle.16. • Da quel!'ora restammo seduti presso il mio tavolino fino alle 18. Il dott. Hinde è un uomo , dai 40 ai 45 anni, alto, Il)agro, coi capelli già leggermente brizzolati. È affabile, senza pre– tese: parla abbondantemente ed alla buona, tanto che, in questo, non sembra un inglese. Egli mi espose che essendo giunto a .Londra il rapporto delle gesta di Boi:s .e·di parecchi altri, i quali avevane messo a soqquadro il paese nei punti in cui l'influe_nza del gover!lO ancora non poteva farsi sentire, il segretario generale delle colonie aveva mandato al vice governatore a Mombasa (essendo il governa– tore Sir Eliot in congedo) l'ordine di inter– dire il paese a qualunque europeo, e che l'in– terdetto durasse finchè il gQverno non avesse ufficialmente occupate le principali posizioni. Io feci rispettosamente osservare che, da parte nostra, non poteva esservi contrav– venzione formale al decreto, perchè noi era– vamo partiti da Mombasa dopo aver presen– tati i nostri progetti allo stesso governatore sir Eliot; che eravamo stati una settimana a N airobi, le cui autorità erario informate di quello che volevamo fare, e così pure quelle di Naivasha. Inoltre, che avendo in seguito le autorità richiesto che regolassimo la nostra posizione, cioè acquistassimo del terreno (condizione richiesta per la perma– nenza di europei nel paese) ne avevam fatto •
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