Missioni Consolata - Marzo 1903
42 flt ~Of1SO{ata Sir, « Io ho l'onore di portare a vostra cono– scenza il rescritto del 24 settembre 1902. Io ho scritto al vostro Vescovo (Mons. All· geyer), domandandogli di ritirare la missione da questa provincia, finchè le condizioni di questi paesi siano più tranquille. Nello stesso tempo richiedo voi di venire nei dintorni del forte Hall, finchè vi arrivino gli ordini del vostro Vescovo, Io spero di visitare i vil– laggi di Karòli fra alcuni giorni, cosi pas– serò vicino a voi con una spedizione e posso accompagnarvi con una scorta. Io ho l'onore di essere Vostro obb. servo « D .re HINDE 1 Sub-comissione1· » .U Padre Perlo della Hlsslone di Tusu 25 settembre 1901! Nel plico eravi pure una lettera del Padre Hémery, che diceva : Caro Padre Perlo, « All'arrivo di questa lettera, il dottore Hinde vi darà l'ordine di ritirarvi da Tusu, a cagione di circostanze eccezionali. Egli ha scritto a Monsignore riguardo a quest'ordine, spiegandogliene minutamente le ragioni». La missiva del dott. Hinde è un fulmine a ciel sereno. Ora che dopo tanto dispendio di danaro. e di fatica materiale e morale, eolla grazia di Dio -e l'aiuto della Consolata, noi incominciavamo ad essere un po' solida– mente stabiliti a Tusu, e potevamo sperare di raccogliere fra breve i primi frutti del– l'evangelizzazione, un ordine improvviso ci stacca dai nostri cari indigeni, cosi buoni e cosi affezionati, e tronca bruscamente il no· stro lavoro... - Ma sia fatta la volontà di Dio! -Forse questa è la prova che deve san– zionare la povera opera nostra, e renderla più tardi veramente proficua qui o altrove. Il fatto che ha provocato l'ordine gover· nativo trasmessoci dal dott. Hinde, non par– rebbe per ora cosi grave da richiedere tale provvedimento. Il governo ing-lese va impo– nendo - da lontano s'intende - la tassa di una rupia (L. 1,75) all' anno per ogni casa a popolazioni che non hanno quasi mai viste rp; o rupie. Sono perciò costrette a vendere le loro pecore e ciò ingenera, in generale, un po' .di odio contro gli agenti del governo. Ora due o tre isolate tribù si sono rifiu– tate di pagare la tassa e furono, o stanno per essere, sottomesse colla forza. Ad una di quelle tribù già furono bruciati i villaggi e. sequestrato il bestiame: fra giorni si farà cosi colle altre. Da noi però vi è la più as- . soluta tranquillità e pace. · Stamattina di buon'ora ho inviato due messi portatori di una mia lettera a b. Gays, che non so precisamente dove si trovi. Egli, effettuando un progetto formato da tempo, è partito il 25 corrente in direzione nord– est per fare un giro di un mese, visitando i distretti di alcuni capi che ci avevano in– vitati, come fanno t-q.tti i capi che venendo ad ossequiare Karòli passano anche da noi. Questo viaggio ei a stato deliberato per at– tenerci al programma suggeritoci da quanti hanno pratica di questi paesi, e da V. S. pure approvato, 'cioè, che Q.apprima l'essen– ziale nostro lavoro doveva essere di atten– dere a conoscere ed a farci conoscere, e che quando avremmo ottenuto quest'effetto, sa– rebbe già stato un gran pa~so. Da lettera arrivatami ieri, ho appreso che D. Gays ha già visitati tre distretti, cu– rando un bel numero di ammalatì. Il paese percorso, da quanto egli ne dice, è splendido e popolatissimo. Al suo arrivo quasi tutta la popolazione fugge, credendolo un messo del governo che vada ad esigere il tributo. Ma visto che il missionario nulla ha da fare col governo e nulla pretende, anzi dispensa doni, cura i malati e cerca far del bene a . tutti, si rassicurano e l'aècolgono a festa. La lettera di D. Gays era accompagnata da uno schizzo e da appunti topografici, che egli mi promette di completare, e che ci ser– viranno per l'abbozzo di una carta completa del Kikùyu. · Karòli si è mostrato più volte inquieto di questo viaggio, temendo che andiamo ad impiantarci altrove, abbandonando il suo di– stretto e la sua popolazione, entusiasta dei vantaggi che loro apportiamo. Chedirà ora?
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