Missioni Consolata - Febbraio 1903
20 lE Co11solata Q Intanto · ~ per ·1:=:simo pre:agi~if?<!'l9; antico un for::==i tutte le famigl: questo continuo accresce1·si della già grande di Marasco, le quali ogniqualvolta cuocevano famiglia, che ha per madre la Consolata e i pani per il loro consumo, usavano rega- per spirituale domicilio il santuario di cui, come dalla dolce casa materna, vive la vita e larne uno 0 più, a proporzione della quan- pm·tecipa ai beni. La benedizione di Maria 88., tità che erasene cotta, all'oratorio della fra- quale fonte di acqua viva, scenda sui nuovi zione, intitolato a S. Bernardo di Mentone. abbonati, e agli antichi, cosi benemeriti, ap- La domenica, dopo la S. Messa, i pani così porti fiori e frutti straordinari di spirituali raccolti durante la settimana si vendevano e temporali vantaggi. l MISSIONARI! DELLA CONSOLATA IN AFRICA Siamo lieti di annunziare che un tele– gmmma da Mombasa ci ha segnalato il fe– lice arrivo colà dei nostri missiona1·ìi, par– titi da Torino nel passato dicembre. Al presente devono esser giunti a destinazione e ne atten– diamo lettere che pubblicheremo nel prossimo numero del periodico. L~ CONSOLATA A MARASCO DI BORGOSESIA F1·a gli ameni villaggi frazioni del Comune di Borgosesia, havvi Marasco, situato a me· tri 669 sul livello del mare e distante dal Capoluogo circa tre chilometri, i quali nella bella stagione si compiono come una deliziosa passeggiata, per una strada serpeggiante su colli om,brosi e fioriti. Presso Marasco il gitante d'animo pio o semplicemente gentile, è gradevolmente col– pito da un elegante tempietto, che adorna la verde solitudine ed è dedicato alla Ma– donna della Consolata. Cresce poi la soave commozione se del tempietto si ricerca la , storia: una di quelle storie semplici, e direi casalinghe, destinate a trasmettere ai nipoti, quale prezioso retaggio, il pròfumo della pietà e la forza della fede degli avi, fede e pietà che, identiche sempre nella sostanza, trag– gono dall'ambiente il colore e la forma delle manifestazioni, come alla ,pura .luce del sole prendono mille fogge e mille tinte i fiori, secondochè sbocciano al piano o al monte, sulle aduste zoile del campo o sul limitare degli eterni ghiacèiai. Sul sito dell'attuale tempietto sorgeva in · all'incanto, e la piccola somma ricavàta si impiegava quale elemosina di messe in suf– fragio dei defunti della frazione. Così i mem– bri superstiti di una famiglia continuavano a dividere coi cari perduti il nutrimento quotidiano, quel pane prodotto dal campi– cello che anche i poveri morti avevano fe– condato col loro sudore. Quale delicata e pro– fonda poesia in un'usanza in apparenza così zotica e materiale! In progresso di tempo le famiglie di Ma– rasco incominciarono a costruirsi ciascuna un forno particolare presso la propria abi– tazione, per risparmio di tempo e per mag– giore comodità. Il forno comune, poco a poco abbandonato, incominciò a deperire come tutte le cose di cui non si ha più una cura inte– ressata e continua, sicchè infine il piccolo edifizio si ridusse ad un cumulo di macerie coperto di rovi ed asilo di vipere e d'altri animali nocivi. Ma, quel ch'è peggio, colla usanza di servirsi del forno comune, cadde pure l'altra caritatevolissima e santa dei suffragi ai defunti per mezzo del pane donato. In quest'angolo della Val sesia era già in antico radicata la divozione verso la Ver– gine SS. invocata sotto il titolo della Con– solata. Molti dei nativi di Marasco reéan– dosi a Torino per apprendervi una profes– sione, imparavano altresì ad amare Mària Consolatrice, e tornando in patria cotal divo– zione trasfondevano nelle famiglie da loro fondate, le quali in essa trovavano conforto nelle traversie e nei disastri, una sorgente di pace e di benedizioni. Certamente Maria Consolatrice, memore del figliale ossequio a Lei prestato in vita da molti maraschesi ora defunti, volle ripri– stinare in loro vantaggio i cessati suffragi e rinnovare alle loro famiglie il suo materno
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