Missioni Consolata - Febbraio 1903
1JI 8of}solata 31 colle mani nel braciere sottoposto al tostino. Volle la Consolata che la moglie del Fumero, proprio in quel momento, s'affacciasse alla porta di casa e corresse spaventata a togliere da q nell'orribile posizione il marito, il quale, in preda .all'accesso, giaceva come morto, in– sensibile al dolore della scottatura che penetrò fino alle carni. La mano destra in ispecie fu così gravemente ustionata che all'Ospedale di S. Giovanni, dove il Fumero era stato con– dotto in cura, si trattò di amputarla perchè minacciava cancrena Ma anche qui intervenne pietosa la Consolata, della quale i coniugi Fu– mero sono ·molto di voti: supplicata con una novena di comunioni intrapresa dalla moglie, dalla suora assistente e dal malato stesso, di– spose le cose in modo che, evitata l'amputa– zione, esso guarì con salve ambe le mani. Torino. - P ALMIRA ANTOLA, di 7 anni, gio– cando battè così fortemente il viso contro un paralume di porcellana da mandarlo in fran– tumi. Parecchie scheggie le si conficcarono nel viso e nella cornea dell'occhio, perforandola. La mamma, spaventata, e la bimba stessa su– bito si raccomandarono alla Consolata e furono esaudite: dalla sbadataggine sua Palmira non ebbe le serie conseguenze che le potevano toc– care, ed al suo male si potè rimediare piena– mente in pochi g"iorni. Torino.- CERVI TEREsA, prima di sottoporsi alla necessaria operazione per un'ernia sfroz· zata, promise alla Consolata alcune messe al suo altare, se l'esito fosse stato soddisfacente: l'ebbe felicissimo, ed esprime perciò alla Ver– gine SS. la propria riconoscen za. Torino. - RE IREÌm vuol e far pubblico atto di ringraziamento alla Consolata, la quale, da lei fervidamente invocata, le restituì sana la madre che da tre giorni soffriva atrocemente per dolori alla regione epigastro addominale refrattari ad ogni cura medica. La pia giovane suole accendere ogni sabato la lampadina da– vanti all'effigie della Consolata. Torino. - « Trovandomi assai imbarazzato per importanti affari d'interesse, mi rivolsi alla Consolata, la quale benignamente tosto di– spose perchè le cose mie volgessero a bene. Riconoscente adempio la fatta promessa di far celebrare una messa e render pubblica la grazia. Rosso MICHELE ». Madaba (Palestina transgiordanica), 14 aprile 1902: « Nello scorso marzo la buona suor Agnese, Superiora delle nostre suore del Ro– sario in questa Missione, si ammalò grave– mente di tifo. La malattia si faceva ognor più violenta, ed in paese privo di medici e di medicine si capirà di leggieri che avevamo ogni ragione di temere. In buon punto ebbi l'ispirazione di raccomandarla alla Consolata e le portai un mio quadretto colla tauma– turga effigie, eccitandola a rivolgersi con fidu– cia alla nostra buona Madre Consolatrice. Fin dalla notte seguente cessarono i sintomi mi– nacèianti un esito letale; la malattia terribile prese un andamento più benigno ed _oggi la su'?-ra, entrata in piena convalescenza, desi– dera sia pubblicata la grazia da lei otteuutat a gloria di Dio e della sua santa Madre. Presto avremo nella nostra chiesa un bel quadro della Consolata, per cura di un pio e munifico nostro benefattore torinese. D. GIOVANNI MANFREDI1 .,wissiona_rio ». Serra di Cesana. - ANGIOLINA PR.,;vosTo ricorse con divota novena alla Consolata per ottenere la pa0e fra persone a lei carissime, le quali vivevano i loro giorni in continui dis~apori. La grazia fu ottenuta, e la concordia. cristiana regna ora in quella casa, allietandola colla benedizione di Dio. Torino. - Una sera del maggio 1902 RoccA INNOCENZA si recava a predica. Pa~sando sul– l' angolo delle vie Quattro Marzo e Cappel Verde, siccome è assai debole di vista, m1se il piede sinistro sulla bocca aperta d'un chiu– sino, d'onde si estrae l'acqua per l'innaffia– m_ento. c.. dde di fianco ed il tubo di ghisa le scarnò, sfregandola, la coscia e le si piantò nel fianco sinistro. La poverina ebbe la forza di rialzarsi da sè, dicendo in cuor suo: La. Consolata mi ha salvata da peggio.... Trasse di ta~ca la corona e incominCIÒ un ros>~.rio di ringraziamento, che terminò in chiesa. Ma. sentendosi svenire, dovette presto tornare a. casa. La ferita della coscia, benchè larga, era. poco più d'un'escoriazione; quella del fianco era invece profonda e sanguinante Fortuna– tamente il busto aveva attutito il colpo : ve– dendono tagliata netta la stotfa e tutta. con– torta la balena sul fianco, la Rocca sentì ognor piu che non invano ella viene ogni mattino a fare le sue divozioni al nostro santuario. Rosta. - FERRffiRO DOMENICA compie la promessa fatta alla Vergine Consolatrice di offrirle le prime 3 lire che avrebbe guada– gnato, se riesciva a guarire da una lunga. nefrite, per la quale era stata disperata dai _dottori dell'ospedale di S. Giovanni, dove erasi recata per la cura. Ivrea. - « Per un caso disgrazi ato mi cadde in un occhio una pugnata di calce; in un attimo esso divenne tutto bianco per una forte congiuntivite. Il dottore, sollecitamente chiamato, mi curò con og-ni premura durante due mesi, ma dal mio occhio io continuavo a -vederci niente. Mi decisi perciò a farmi ac– compagnare dallo stesso medico curante e da una mia cognata a Torino, per consultare un distinto specialista; prima che da lui, però, volli recarmi al santuario della Consolata. Alla protezione della Vergine di cui sono divota, ascrivo se potei guarire proseguendo la cura, trovata buona, perocchè lo stesso valente pro– fessore dichiRrÒ che da un nonnulla dipese se io non restai cieca, e se fui fortunata nella. mia disgrazia. MARGHERITA BILLIA ». l Torino. - GIRARDI BARTOLOMEO scendeva da una scala quando, spezzatosi l'asse del– l'ultimo gradino, cadde battendo fortemente
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