Missioni Consolata - Febbraio 1903

30 la - 8of}solata di cinque, l'altro di undici anni. Il primo in breve soccombe; il secondo, preso per giunta da bronchite, è presso a seguirlo nella tomba; il padre è spedito anch'esso dal medico. In tali estremità si ricorda di ciò che più volte gli disse il suo p arroco: di aver fiducia nella Consolata. A Lei si vota: fa intraprendere una · novena colla promessa di L. 10 e di una messa. Al finire della novena padre e figlio son fuori pericolo, e, guariti appena, si affrettano ad adempiere le fatte promesse. Torino. - GARELLO GIOVANNI, tentando di salire su di un carrozzone del tramvai mentre questo era in moto, vi cadde sotto e da una ruota del veicolo ebbe malamente fratturata la tibia della gamba sinistra. All'Ospedale di S Giovanni, dove fu portato, i sanitari giudi– carono necessaria l'amputazione della gamba. Vi si oppose .il Garello, ed i chirurgi, a di lui rischio e come esperimento, acconsentirono a compiere una semplice operazione, asportando i frammenti d'osso. In cinque mesi il Garello guarì e portò alla Consolata un quadro votivo, riconoscendo quale grazia preziosa l'aver po– tuto conservare la sua gamba, .come aveva chiesto incessantemente alla Vergine SS. Fossano. - La bimba P.EJLLOTTIERI ANNA ANDREINA ridotta in fin di vita da (tbbri .Qa· striche e data come affatto perduta dai medici, guarì tuttavia dacchè la mamma di lei la votò alla Consolata e gliene pose l'ei'figie nella culla. Torino.- Il muratore LAMPERTI GIOVANNI, salito su d'una scala a mano sul lavoro, pre· cipitò dall'altezza di 7 metri. Cadendo invocò la Consolata. Mentre avrebbe potuto restar morto sul colpo, se la cavò con qualche con– tusione. Torino. - CAPONETTO ANNA, dopo due fer– vorose novene alla Consolata, si t rovò final– mente libera da una malattia di stomaco, pro– dotta da nevrosi, che con acuti dolori la tor– mentò durante quattro anni, benchè la paziente adoperastie innumerevoli rimedi. Alice. - MASSARA RosA, messo in fallo un piede, ruzzolò fino in fondo d 'una branca di scalone nel vecchio castello d'Alice; battè for– temente contro la dura pietra rimanendo fuor dei sensi irrigidita, tanto che fu creduta morta. Non era, invece, che tramortita per il fiero colpo e per la f1 attura della clavicola destra. La Mas– sara nell'atto di precipitare invocò la Conso– lata, ed a Lei attribuisce l'essere scampata dal– l'evidente pericolo di morte. Torino. ·- R IGOTTI VITTORIO rende vive grazie alla Consolata per l'esito felice di una gravissima operazione, per la quale gli si do– vette praticare la resezione di quattro coste e l'asportazione di una parte del fe_qato. Prima e dopo l'operazione si raccomandò caldamente alla Vergine SS. e n'ebbe aiuto validissimo: guarì relativamente presto e perfettamente. Torino.- LoDEZZANO MARGHERITA, d'anni 22, domestica , deve alle sue fervorose preghiere alla Consolata la guarigione da un'artrite grave a cui si aggiunse un principio di rneningite. In 20 giorni potè uscire dall'ospedale, mentre le previsìoni dei sanitari erano state, a ragione, ben differenti, e subito potè mettersi a servizio. Montechiaro d'Asti. - BARBACCI ANGELO, viaggiatore di commercio, attribuisce alla Con– solata che invocò, l'essere uscito con solo una lieve frattura al braccio sinistro, da un terri– bile accidente di vettura tra Montechiaro e Villa S. Secondo. Torino. -GIULIA VIsCONTI rende pubbliche grazie alla Consolata per l'ottenuta salvezza del figliuolino suo Carmelo, d'anni 5, minac– ciato prima dalla rosolia, a cui soccombette una di lui sorellina di 17 mesi, e quindi da gravis– sima polmonite doppia. Torino.- VALLO GIUSEPPE, or sono due anni, cadde da cassetta conducendo un tamagnone, e battè sulla sporgenza di un ciottolo sopra l'occhio sinistro. Esternamente non appar..-e che una leggera contusione, ma un dolore fat– tosi sempre più acuto divenne infine insoppor– tabile. Al Polidinico di Torino il Vallo futa– gliato sulla parte lesa e ricucito, ma la cicatrice, invece di rimarginare va in suppurazione: a nulla giova l'asepsi. Il Vallo non vede più dal– l'occhio sinistro e dopo qualche te~po neanche dal destro; la pupilla di quello si copre di una pellicola f,iCendolo ritenere per sempre perduto. La mamma del paziente, desolata, lo v:ota. alla Vergine Consolatrice ed intraprende una no– vena. Il terzo giorno di essa, il figliuolo le torna in casa gongolante, perchè i dottori hanno tro– vato un miglioramento; quindici giorni dop'o gli occhi erano tornati entrambi sani e limpi– dissimi. Sassi.- FERRO ANGELA, d'anni 62, ringrazia la Consolata per averne ottenuto guarigione da risipola ad una mano, per cui corse rischio di dover subire l'amputazione, essendo riusciti st:mza buon effetto i tagli chirurgici e l'appli– cazione di vari rimedi Offre un anello d'oro e fa celebrare una messa, in adempimento di promesse. Torino. - L'influenza aveva lasciate tristi reliquie alla signora RosETTA BOERO. Sebbene in giovane età, ella si trovò durante un anno tormentata da varii acciacchi, tra cui davale grande noia un'esagerata enfiagione delle gambe con dolori e fitte, tanto che a mala pena poteva reggersi in piedi. Ricorse finalmente alla Con– sol!it.a con una novena. La pia pratica non era finita, quando una mattina la pa-ziente s'alza colle gamb~ libere da ogiJi gonfiore e da ogni male; in tutta la giornata può benissimo reg– gervisi, camminare, senza risentire stanchezza e cosi continuò dappoi, lieta e riconoscente alla Vergine SS. Sommariva Bosco.- FUMERO BATTISTA; sog– getto ad attacchi epilettici, un di trovavasi solo nel cortiletto di sua casa intento ad abbrusto– lire il caffè. Preso dal male, cadde in avanti

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