Missioni Consolata - Gennaio 1903
14 la - eo.,solata tare, ed io sono lieto d'inviare oggi a V. S. una seconda messa in ringraziamento da parte della damigella Roulet, pienamente esau– dita senza aver ricorso ad operazioni. Debbo aggiungere che il suo male datava da pa· recchi anni. Quarto fatto: il signor Mathiou Samuele, consigliere comunale di Brissogne, s'accorgeva che sua moglie, Benseval Elisa, da lÙngo tempo maestra comunale, andava visibilmente deperendo. Aveva perduto l'appetito e non si nutriva che scarsissimamente, pure non la– gnandosi dei suoi grandi dolori di stomaco per non affiiggere il marito, e continuando a compiere i suoi doveri scolastici con esattezza, sebbene con molta pena. Suo marito ad in– saputa di lei, fece celebrare una messa al santuario della Consolata, ed ecco che il lungo malessere della buona maestra cessò come per incanto, senza alcun rimedio. Quando seppe il pio stratagemma usato dal suo amore· vole consorte, ella vi applaudì, ringraziando Maria SS. e colui che a Lei aveva fatto ricorso. Avrei altri ed altri fatti da esporle, reve– rendissimo sig. Direttore, ma per non abusare del tempo ' di V. S. e dello spazio nel perio– dico, li riservo ad altra volta. Solo voglio ancora manifestare un v,oto riguardo al gior– nale; cioè che se ne faccia un'edizione in fran– cese. Quante persone vi si abbonerebbero, non soltanto in Valle d'Aosta, ma anche altrove e, credo, nella stessa vicina Francia! Fare conoscere il potere di Maria SS., Madre di Dio e di consolazione, è assicurare a se stesso ed agli altri l'eterna salute. Voglia V. S. aggradire i miei ossequii più rispettosi. Di V. S. Dev.mo E. TOMASSET, Curato. ~elazioni compendia'B di grazie recen~i IIEllE QUALI FU CHIESTA LA PUBBLICAZIBNE Chieri. - « Nello scorso maggio, essendo ancor chierico, stavo in viaggio per l'Irlanda, costretto a lasciare gli studi teologici- intra– presi in Roma, per tentare di ricuperare in 'patria la sanità gravissimamente compromessa. « Di passaggio a Torino, visitai il santuario · della Consolata e Le feci promessa di stam· pare nel periodico a Lei sacro i miei ringra– ziamenti, se fossi guarito. « Contro o~ni aspettazione, i medici, dopo soli due mesi, mi dichiararono in istato di ri– cevere gli ordini sacri, e così nella festa della. Natività di Maria SS. potei ringraziare la mia buona Madre, non solo per la sanità ricuperata, ma anche per la mia ordinazione, che ebbe luogo in quel fausto giorno. Ora col cuore pieno di riconoscenza alla Madonna Consolatrix afflictorum compio la mia promessa, e nello stesso tempo prego tutti i divoti della Conso– lata di unirsi meco a benedirla. « Sac. WILLIA111 BKOWNE S. J. ». Torino. - Il bimbo DEBERNARDI MAURIZIO di anni 4, giaceva gravissimo per morbillo, bronchite epolmonite sinistra. Ill8 dicembre 190l., ai genitori che ansiosi gli chiedevano una pa– rola di speranza, il dottore curante rispose con, una scossa di capo, che lasciava intendere · ogni ·speranza umanamente perduta. Eppure il bimbo guarì perfettamente, il che i genitori attribuirono all'invorJata protezione della Con– solata, a cui sciolsero grati le fatte promesse. Abbadia di Stura. - La famiglia SuARoo, divotissima della Consolata, fu tra le prime a collocare l'immagine di Lei sul portone della casa in cui abita (cascinale Nobella). Orbene: nello scorso inverno in fieriva in quella regione l'afta epizootica. Ai Suardo si ammalarono due magnifiche vacche, cagionando alla famiglia una grande costernazione, sia per la temuta perdita di esse come per il pericolo che cor– revano i rimanenti bovini, in numero di 35. Ma anche stavolta ricorsero con voti alla Con– solata, e senza rimedio di sorta, le due vacche, che parevano già perdute, guarirono, ed il ri– manente bestiame rimase immune, sebbene in tutte quante le stalle all'intorno l'afta menasse larga strage. In pochi anni già sono tre i quadri p. g. r. portati al santuario da questa devota famiglia, che prospera sotto gli auspici di Maria SS. Torino. - TRIULZI CoSTANTINA raccoman– datasi alla Consolata con promessa di un cuore d'argento, guarì felicemente da nefrite acuta, dichiarata gravissima e pericolosa da un di– stintissimo e coscienzioso sanitario della nostra città. . Rondissone. - In questo suo paese aveva dovuto ritirarsi BosiO VINCENZo, d'anni 40, già infermiere all'ospedale di S. Luigi in To– rino, perché più non si poteva eggere· sulla gamba sinistra, a causa di un indolenzimento, sulla cui natura erano divisi i pareri dei dot– tori, dicendolo alcuni una sciatica ·ed altri una paralisi parziale. Né le cure amorevoli avute all'ospedale, né .i rimedi che continuò ad ado– perare lungamente a casa giovarono al Bosio, cosicché egli, perd.uto il suo posto, inabile a coprire nn nuovo impi..go, quasi s'augurava la morte per sfuggire alla miseria. Senonchè
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