Missioni Consolata - Gennaio 1903
l . lO Ut eo.,so(ata Q ~ ~ o I. S. MASSIMO VESCOVO DI TORINO e primo fondatore del Santuario della Consolata Primo fondatore del santuario della Con– solata fu il grande vescovo S. Massimo, il quale verso il 415 prese a governare la diocesi di Torino, allora vastissima e suffra– ganea di quella di Vercelli. Le antiche scrit– ture, che forse esistevano a far fede diretta di questo fatto, andarono smarrite nel suc– cedersi di invasioni, di guerre, di pestilenze e di peripezie d'ogni genere che turbarono la nostra regione subalpina. Ma, per sentimento dei dotti, ha lo stesso irrefragabile valore dei documenti scritti la tradizione, quando essa sia scesa ininterrotta per il corso dei secoli autorevolmente san– zionata. Tale è il caso nostro: il fatto della fondazione della cappella od oratorio di N. S. delle Consolazioni per opera di S. Massimo ci fu trasmesso per pubblica voce dai nostri remoti antenati e fu costantemente ·accettato nella Chiesa torinese. Ad appoggio di questa tradizione, poi, stanno ancora le prove mate– riali della grande antichità del nostro san– tuario e della menzione che di esso vien fatta, come di vetusto edifizio, in documenti storici. che risalgono a molti secoli dal tempo nostro. Sebbene per gli editti emanati dell'impe– ratore Costantino i templi degli idoli fossero stati in gran parte atterrati o convertiti al culto del vero Dio, al tempo di S. Massimo molte abbominevoli superstizioni e costu– manze, avanzi del paganesimo, ancora vige– vano nel popolo a lui affidato, ed a corrom– perne la fede tentavano di insinuarsi in mezzo ad esso le eresie. Un certo Eutiche arasi levato in Costantinopoli a rinnovare con qualche variazione gl'infami errori di Ario e di Nestorio, il primo dei quali aveva impugnata la divinità di Gesù Cristo ed il secondo la divina maternità di Maria SS., stoltamente cercando di sc.uotere le basi stesse del Cristianesimo. I scismi, sorti in Oriente, 'Si erano pro– pagati e serpeggiavano anche per tutto l'Oc- cidente, dilacerando le cristianità con inte– stine discordie. Gli argomenti più forti degli eretici erano spesso il ferro, il fuoco ed il saccheggio, nè si peritavano essi d'angariare ed opprimere in ogni modo i degni ministrJ di Dio mettendoli perfino a morte. La Chiesa Cattolica, maestra e custode incorruttibile della verità, difendeva con ogni sua possa i fedeli e condannava gli eretici nei Concili, a cui prendevano parte gli uomini più eletti per sapere e per santità di vita. In questa bella schiera ha posto distinto S. Massimo, che si fece ammirare per il suo zelo nel difendere la causa di Dio non meno che per la profon– dità della sua dottrina, a cui dava risalto una calda eloquenza. Colle preghiere, coi santi esempi e cogli ispirati sermoni, il buon pastore si diede con ogni cura e fatica a riformare i costumi del suo gregge ed a purgarlo dall'eresia. E come uno dei mezzi più validi a riuscire nei suoi apostolici intenti, égli promosse caldamente il culto di Maria SS., che è la più sicura difesa contro l'errore e ad un tempo contro gli allettamenti delle passioni. Alcune delle omelie che S. Massimo recitò nella· Metro– politana di Torino, e che sono a noi per– venute, hanno passi così sublimi nell'enco– miare la Madre di Dio ed un tale ardore nel difenderne i privilegi e le glorie, che ben dimostrano di qual forte tempra fosse la di– vozione del grande vescovo verso di Lei. A diffondere e fissare sempre meglio nel suo popolo la stessa divozione, S. Massimo dispose che nuove immagini di Maria SS. si esponessero ' nelle chiese della diocesi e spe– cialmente in quelle di Torino, dove, intorno al 440, una ne collocò egli stesso nell'oratorio dedicato all'apostolo S. Andrea (pressapoco nel luogo ove di presente sorge il ·nostro san– tuario della Consolata), presso la porta Co– mitale o Turrianica, così chiamata dalle tor~i che la fiancheggiavano e dal radunarsi che in quelle vicinanze facevano i comizi dei cit- . tadini, per l'elezione dei magistrati e delle civiche autorità. Alcuni storici opinano che l'immagine espo– sta da S. Massimo nell'oratorio di S. Andrea,
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