Missioni Consolata - Gennaio 1903
1.l1 <2o11sotata 9 tate loro il saluto e la benedizione della Con– solata; il saluto e la benedizione·del Superiore dell'Istituto; il mio saluto e ·la benedizione che in questo mom~nto vi affido, non soltanto in nome mio, ma in nome di tutti i sacerdoti a cui il Signore nella sua bontà, benchè in– degno, ha voluto prepormi e che rappresento. Portate loro il saluto della patria, dei pa– renti, dei benefattori della missione ! Dite ad essi che il loro Arcivescovo, che li ha benedetti alla partenza, non li ha dimenti– cati mai, ma di cuore li ha ricordati e li ri– corda nell'affetto e nelle deboli sue preghiere. Dite loro che egli, come quanti sono qui con– venuti, come tutto il nostro popolo, s'interessa alla loro sorte, alle loro opere e ne legge con viva compiacenza le relazioni. Ed a voi che andate, come a loro che vi hanno preceduti, voglio in questo momento lasciare due ricordi. Tenete presente, miei fi. gliuoli, che la base ·solida di ogni opera grande è l'umiltà, la quale ci attira i celesti favori. Ri– cordatevi che voi non sacrificate a Dio se non ciò che è dono suo: la giovinezza, la vita, la famiglia, i beni e le speranze terrene. Ricor– date che è dono suo la vostra vocazione, e che di tutte le belle e buone cose, che Iddio si degnerà di operare per mezzo vostro, voi non sarete che gli strumenti. E noi che re– stiamo qui tra la pace, tra gli affetti fami– gliari e gli agi ,della vita civile, ci umilieremo dinnanzi a DiÒ dì non avere il vostro intre– pido coraggio di rinuncia e di sacrificio, cer– cando di supplire colle preghiere e colle of- ferte alla nostra pochezza. ' Cerchiamo poi sempre di aver presente il dolce vincolo di carità che lega l'uno all'altro voi confratelli, e che tutti e ciascuno di voi che sarete lontani, unisce a noi che restiamo. Noi saremo divisi da migliaia e migliaia di leghe, ma saremo tutti uniti in ispirito ai piedi del sacro tabernacolo, dinnanzi alla stessa benedetta effigie di Maria Consolatrice. Noi pregheremo per voi, a cui non mancheranno le contraddizioni e le battaglie che, segnano le opere di Dio, gli scoraggiamenti e le prove inerenti all'umana fragilità; noi cercheremo con ogni nostro potere di aiutarvi coi poveri nostri beni, di sostenervi col fraterno affetto, coi voti del cuore seguendovi nelle diuturne vostre fat •che. E a voi sia dolce il pensiero dei vostri fratelli in Gesù Cristo; metteteli a parte del vostro operare e del vostro sof– frire coll'unione di carità, e pregate per noi. Sotto la grande, profonda impressione del discorso del nostro Arcivescovo, di cui pur– troppo è impossibile riprodurre il sacro fa– scino di semplicità e di dolcezza, si cantano le Litanie lauretane, in cui, come nel Magni– ficat e nel Tantum ergo s'intrecciano bella– mente le note dei sacerdoti e del popolo. Dopo la trina benedizione, impartita dallp ' stesso Em. Cardinale, è una ressa di vedere ancora i nuovi missionari, che santamente penetrati dalle diverse commozioni del mo– mento solenne, decisivo della loro giovane vita, sfilano nelle bianche vesti (Vedi inci– sione a pag. 8). L'invocata benedizione di Dio scenda co– piosa sui novelli banditori dell'Evangelo a fecondare l'opera loro; e Maria Consolatrice spanda le sue grazie su quanti cçoperano all' incremento della . missione che da Lei s'intitola, e pare dalla divina Provvidenza destinata a portare frutti ubertosi di vita eterna e di civiltà fra i selvaggi africani. I missionari partiti sono: Teol, Borda-Bossana Antonio da Cavour - D. Perlo Gabriele da Fossano - P. Crac vero Gioachino da Pinerolo - Fratello Anselmetti Andrea da Buttigliera Alta. - Essi imba1·caronsi a Napoli il 19 dicembre e approderanno a Mombasa il giorno dell'Ji!pi– fania, 6 corrente. IN TORINO ===~~==~ L'ultima edizione della storia popolare del nostro santuario (1877- Binelli e Comp., 'l'o– rino) è da tempo esaurita. Quindi a non defmudare più a lungo l'aspettazione di molte pie persone, ed a non lasciar·e senza una fa– cile ed a tutti accessibile ·illustrazione uno dei più antichi e più importanti monumenti sacri del nostro Piemonte, abbiamo creduto dover nostro curare la compilazione di una . nuova storia del santuario d(}lla Consolata di Torino. Essa fu condotta in modo da accoppiare la forma piana dello stile, la brevità e la , chiarezza della narr·azione, colla maggiore possibile esattezza storica, dedotta sia dalla soda e fedele tradizione, sia da tutti i do– cumenti scritti e archeologici a noi perve– nuti riguardo alla taumaturga immagine di Maria SS. venerata sotto il titolo della Con– solata, e r·iguardo al sacr·o edificio che la custodi nel corso dei secoli. Prima di riunirlo in volume, noi otfrù·emo ai lettori del nostro periodico il nuovo lavoro, certi di far loro un gradito regalo. Augurando che rinfocolandosi per questo mezzo la devo– zione verso la Vergine, una nuova benedizione di Lei giunga nel seno delle famiglie cristiane, entriamo senz'altro in materia.
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