Missioni Consolata - Dicembre 1902

l88 l.ll · 8o11solata QQ~~~·~a· M~t~~n~··--~~--~~~~~~~~GD--~~~--~~~0 l Due altre volte il nuovo titolato patrono sovvenne la qittà in sim\li distrette: .nella pestilenza del 1629 e nell'infierire del cholera tomba e dovunque ne sono portate le sante reliquie. . Queste, conservate per due secoli nel mo– nastero di.Leucone, detto poi di S. Valerico, per salvarle dalle profanazioni dei barbari furon trasportate all'abbazia della Novalesa e di là a Torino, dove seguirono come-prezio– sissimo l:>agaglio i Benedettini dapprima nella chiesa di S. Andrea e Clemente presso la porta Segusina, .e quindi nell'altra chiesa di S. Andrea a settentrione della città, sul luogo dell'attuale Santuario della' Consolata. Dal 929 quivi sempre rimasero, çambiando sol– tanto di sito nelle diverse rifabbricazioni del ~acro edificio, e quivL a Dio piacendo, avranno tra breve nuovi 'onori. ~ morbo nel 1657. Innumerevoli e non inter– . rotte furono inoltre le grazie che in pubbliche :, e private necessità si impetrarono per di Lui intercessione, grazie a cui i nostri maggiori l corrispondevano colla maggiore grata libe– . ralità, malgrado i tempi calamitosi in cui le guerre, le moria ed il c.aro dei viveri che ne ~ conseguiva, riducevano i popoli ad estrema · miseria. ' I Benedettini della Novalesa, .divotissimi di S. Valerico, ne propagarono il culto,. ed i Torinesi lo esperimentarçmo così efficace che esso andò di secolo in secolo prendendo nuovo slancio, finchè nell'anno 1598 il santo A ba~ fu proclamato cQIDpatrono della nostra citt~. lnfieriva allora una terribile pestilenza, di cui tutti j migliori provvedimenti sanitari del tempo non riescivano a frenare i rapidi pro– gr.essi. Allora il Corpo Decurionale fece voto di eleggere S. Valerico a patrono di Torino, se la città veniva liberata dall'orrendo fla– gello. Il Sommo Pontefice Clemente VIII, con bolla del 12 dicembre dello stesso anno 1598, confermava questa elezione, au.torizzando la pubblica. esposizione delle reliquie di .S. Va– lerico. In seguito a que$ta bolla, esse furono portate processionalmente con gran pompa , attraverso gli attendamenti degli appestati posti fuori della città,·co:rpe ricorda uno dei quadri laterali dell'altare di S. Valerico, che noi riproduciamo (v. incisione qui contro). Compiuta la sacra funzione, la peste cessò in modo prodigioso, mentre umanamente par– lando, avrebbe dovuto prendere nuovo vigore dali'agglomeramento straordinario di popolo accorso alla processione e dal contatto dei sani cogli appestati. L'autorità cittadina, fedele alla fatta pro– messa, continuò poi a dare a S. Valerico pub– blica testimonianza di culto ricouoscepte. Ma se tanto operò S. Valerico a vantaggio dei nostri padri, egli non ha punto cessato di essere grande presso Dio. Pertanto, mentre attendiamo che il nuovo altare dia al suo culto nuovo splendore, riaccendiamo il nostro fervore, rianimiamo la nostra fiducia in sì potente protettore, preparandoci con una ·di– vota novena a celebrarne santamente l'annua commemorazione del 12 dirembre. una peste di errori e di scandali infesta le nostre contr.ade, insidia i nostri figliuoli, i nostri focolari; una nera caligine ascen– dente dai bassi fondi della società è causa di cecità spirituale ad una turba insana, che, come gli antichi barbari, minaccia di scon– volgere il mondo. La divozione verso S. Va– lerico sia uno degli argini posti alla terribile fiumana dai pii Torinesi, rispettosi delle no– bili e sante tradizioni dei loro antenati e bramosi di conservare 1!-lla loro città l'antico prestigio. . Un bel Regalo pel Capo d'aqno che z' nostrz' lettorz' potrebbero presen– tare alla Consolata è quello dipro– curare un nuovo abbonato al Suo perzodz'co. Passare questo a jJarentz', amz'cz~ conoscentz~ è. opera di carità verso ·i medesz'mz~ .e un mezzo per meritarsz' le grazz'e della ,Consolata.

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