Missioni Consolata - Dicembre 1902
199 8of1solata la - ~Q~~~~~~~~~e~~~~~--~~--~~--~~Qa~~~-.-..co simo pericolo di soccombere a sua volta La zia, che è pur madrina della bimba, desolatis– sima, la votò alla Consolata; quando più non v'era speranza nei mezzi umani, la Vergine SS. ridonò la piccola malata all'amore tenerissimo dei parenti. ' . Rivoli. -:- CROSAZZO GIUSEPPINA, già inde– bolita da lunga pleurite, fu colpita da appen– dicite. Il caso era gravissimo, per attestazione ael distinto medico cur.ante. La Crosazzo si ridusse in breve quasi agonizzante: suo unico nutrimento era il ghiaccio, non potendo in– goiare altro, perchè gli intestini, serrati dal piloro, non davan luogo a cibo di sorta. Deso– lata per i due bimbi che avrebbe lasciati or– fani,. la paziente, sebbene a quell'estremo, con bella fiducia fe' voto di venire a Torino, al . santuario a piedi, se la Consolata ancora le concedeva di poter camminare. Il giorno stesso del voto, il più disperato, le venne una voglia, insolita da tanto tempo, di cibo. Provò e .potè digerire un brodo: d'allora i giorni si succe– dettero sempre migliori e dopo 15 appena, la Crosazzo fu in grado di sciogliere il suo voto. Torino. - SnfONETTI CLARA offre L. 2 alla Consolata ·la quale la liberò da ten·ibili emi– cranie che soffriva di quando in quando da ben dodici anni, e contro cui erano riusciti inutili rimedi casalinghi e cure di medici. Chieri.- CAPELLA ALESSANDRO, d'anni 20, in seguito a spavento subito, fu preso dal male cosidetto ballo di S. Vito. Sentiva un'agitazione continua, un tremito o movimento incessante e forzato in tutte le membra. Fu condotto al– l'ospedale di Chieri, i cui sanitari gli prescris– sero molti rimedi, rimasti inefficaci. Il giovane Alessandro, a cui il male terribile rendeva in– felicissima l'esistenza, provate inutili le umane medJCine, si mise nelle mani della Consolata, c~e pregò fervorosamente per un mese intero. In capo ad esso si trovò guarito; in florido stato di salute continua tuttora benedicendo la bontà di Maria SS. Torino. - DELBOSCO GIUSEPPE, d'anni 30, che già da molto teJllpo dolorava per fitte e punture, nel maggio 1901, consultato final– mente un bravo dottore, senti dichiararsi che ·a.veva una pleurite m;anzata assai e che neces– sitava di svuotare prontamente la cavità pleu– ·rica dell'acqua che l'ingombrava, con pericolo di alterare ben presto le funzioni del cuore. Il timore dei ferri chirurgici fece si che il Delbosco, abbandonato quel medico, altri ne andasse consultando per tutti i policlinici della città; ma dappertutto gli fu confermata la sen– tenza: una pronta operazione era il solo mezzo di salvarsi da certa morte. Ciò non ebbe altrb effetto che di accrescere la melanconia e per contraccolpo il malessere del paziente. Un fratello di lui, che molto l'amava, si mise a raccomandarlo quotidianamente alla Consolata ed infine Le promise un cuore votivo se il fratello guariva; e tanto spinse l'ingenua fiducia nella Vergine SS. che non cercò neppure di persua- dere il malato a lasciarsi operare, come pure avrebbe dovuto. Ed ecco che il Giuseppe senti poco a poco sminuire le punture e gli inco– modi del suo male ed in due settimane, eli– minatasi l'acqua per via naturale, si trovò completamente guar1to, come attestò portando il cuore promesso. Torino. - MARUCCHI ERNESTA da tre arini soffriva orribilmente per una nevralgia al capo, non una notte poteva riposare, sempre tor– mentata dall'insoffribile malore. I molti rimedi tentati a nulla valevano, nè le cure dei medici valentissimi esperite anche in un rinomato ospedale di Torino, dal quale la Marucchi uscì disperando di non guarire più mai. Ri– corse allora alla Consolata; subito sentì un po' di sollievo e, continuando nelle preghiere, dopo un mese si trovava quasi completamente guarita. Rivara.-« Nel1900 mia madre, d'anni 62, si ammalò gravemente d'influenza: febbre alta, depressione di cuore, minaccia di polmonite, ed altri malanni la ridussero a tal punto da la· sciare ben poca speranza di conservl).rla in vita, tanto più che, per causa di un ernia, si ag– giunse il pericolo di cancrena. Angosciati, ci rivolgemmo alla Consolata, onde ottenerne una guarigione divenuta pressochè impossi– bile coi mezzi umani, e la bontà di Lei ci ha esauditi. In pegn<il di riconoscenza invio L. 2 per la celebrazione di una messa ed altre L. 2 per i lavori del santuario. « GIUSEPPINA VALBANIA )), Torino. - COASSOLO ANTONIO, addetto alla ferrovia di Ciriè-Lanzo, abbonandosi la prima volta al periodico, disse a sua moglie : « Noi spenderemo, è vero, L. 1,50 all'anno, ma la Madcmna ci compenserà ». Ed il compenso lo ebbero davvero Un dì della novena del Na– tale'1901, il Coassolo lavorava nella stazione di Torino. Insieme ad un compagno stava dentro una vasca, riparando al di sotto un carrozzone, poggiante su due r.otaie che attraversavano l'orifizio gella vasca stessa. Mentre i due operai attendevano al loro lavoro, sprofonda una ro– taia e con essa il carrozzone da quella parte.... Furono ad un pelo di essere schiacciati e do– vettero la. loro salvezza unicamente al caso fortunato che li fece in quell'istante trovare dal lato della rotaia che stette f,.rma e tenne sollevato in posizione obliqua il carrozzone. La moglie del Coassolo ogni giorno prega la Consolata perchè nei pericoli del suo lavoro, il marito sia sempre così da Lei protetto. Torino. - ARAGNO CLOTILDE riconosce come una g'razia grandissima della Consolata la guarigione della sua bimba Giulia, che a sei soli mesi d'età era stata assalita da forte tosse canina complicata con bronco-polmonite. La preghiera fiduciosa vinse il male, contro la previsidne dei più distinti specialisti per le ma– lattie dei bimbi, e la madre consolata da Maria SS. a Lei offre un quadro promesso con voto.
RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=